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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11232009-091738


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
LUPO, SARA
URN
etd-11232009-091738
Titolo
Contributo alla conoscenza di ramie [Boehmeria nivea (L.) Gaud.]: produzione, resa in fibra e caratterizzazione dei sottoprodotti
Dipartimento
AGRARIA
Corso di studi
AGRICOLTURA BIOLOGICA E MULTIFUNZIONALE
Relatori
relatore Prof. Mele, Marcello
relatore Prof.ssa Angelini, Luciana Gabriella
Parole chiave
  • ramié
  • fibra
  • produzioni
  • co-prodotti
  • valore nutritivo
Data inizio appello
14/12/2009
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/12/2049
Riassunto
Boehmeria nivea (L.) Gaud. o ramié (famiglia delle Urticaceae), è una specie perenne di origine asiatica, spontanea e coltivata in Cina fin da tempi antichissimi, dove rappresentava la principale fonte di fibra vegetale per impiego tessile. Da sempre le regioni del sud della Cina sono state le maggiori produttrici mondiali di fibra di ramié. Nel 2008 la superficie coltivata è stata pari a 126.000 ha con una produzione di fibra secca di 265.000 t destinata sia al consumo interno che all’esportazione.
Questo lavoro di tesi si colloca all’interno di un esperimento di lungo periodo svolto nelle condizioni climatiche dell’Italia centrale, nell’ambito del progetto P.R.A.L. della Regione Lazio “Filiera della Boehmeria nivea: meccanizzazione della raccolta del ramié e sperimentazione correlata all'impiego dei suoi prodotti in ambito agricolo ed industriale”.
Il ramié è una specie a ciclo primaverile-estivo e la fibra è contenuta nella parte corticale degli steli. La resa e la qualità della fibra sono influenzate da numerosi fattori, quali l’età della coltura, il numero e la dimensione dei singoli steli ed infine l’epoca di raccolta.
Lo scopo di questo studio è stato pertanto quello di valutare le caratteristiche produttive e biometriche di un clone selezionato di ramié su colture di 12 e 13 anni. Si sono confrontate due differenti densità, due stagioni di crescita e per ciascuna due raccolte (giugno e ottobre).
I risultati mostrano come la densità d’impianto non abbia avuto effetti significativi né sulle caratteristiche biometriche né sulla resa della coltura come somma delle due raccolte realizzate durante la stagione di crescita. Generalmente, la prima raccolta si è dimostrata la più produttiva e quella che ha contribuito per la massima parte alla produzione totale annuale. La produzione secca totale, quella degli steli e le principali caratteristiche biometriche, non sono mai state influenzate in maniera significativa dall’interazione tra la densità d’impianto e l’epoca di raccolta. La produzione secca totale di ramiè è risultata essere composta per il 66% dagli steli e per il restante 34% dalle foglie più le cime (rappresentate dai 20 cm apicali del fusto).
I dati raccolti nel biennio, confrontati con quelli degli anni precedenti, hanno dimostrato come la coltura possa mantenere livelli produttivi elevati e stabili per molti anni (sino a 13), sia nella resa di steli che di tiglio, buona competizione nei confronti delle specie infestanti e resistenza ai principali parassiti. Sebbene il normale habitat del ramié sia quello tropicale, i risultati mostrano come sia possibile coltivare questa specie con successo anche nelle zone a clima temperato del nostro Paese producendo fibra di buona qualità. Analisi del terreno condotte durante i 13 anni di sperimentazione rivelano un’incremento di sostanza organica del suolo quindi possiamo definire questa coltura anche una miglioratrice.
Inoltre, al fine di migliorare la sostenibilità economica della coltura abbiamo valutato il valore nutritivo delle parti non utilizzate per ricavare la fibra, per un loro possibile impiego nelle diete animali, analizzando il contenuto di grassi, la tipologia dei acidi grassi presenti, la cellulosa, l’emicellulosa, la lignina ed infine le ceneri e i tannini. Dai risultati si evidenziano, percentuali eccessive di lignina nel ramirulo e per questo non è ritenuto idoneo all’alimentazione animale, la composizione di acidi grassi delle foglie risulta molto simile a quello dell’ erba medica ma per il loro utilizzo nelle diete devono essere tenuti in cosiderazione l’alto contenuto in ceneri e A.I.A.


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