Tesi etd-11222019-125309 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
GALLONE, GIOVANNI
URN
etd-11222019-125309
Titolo
Il trattamento endoscopico della stenosi tracheobronchiale congenita: una possibile alternativa alla plastica tracheale chirurgica?
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Biancofiore, Giandomenico Luigi
correlatore Dott. Avenali, Stefano
correlatore Dott. Avenali, Stefano
Parole chiave
- endoscopia
- laser
- slide tracheoplasty
- stenosi tracheobronchiale congenita
Data inizio appello
10/12/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/12/2089
Riassunto
L’obiettivo di questo studio è quello di mettere a confronto, seppur retrospettivamente, la procedura endoscopica laser con le tecniche chirurgiche standardizzate, confronto ancora non presente in letteratura.
In questo lavoro, sono stati reclutati cinque pazienti, con CTBS, trattati con laser e ventisette trattati con la chirurgia; di ognuno sono stati raccolti e paragonati dei dati: fisiopatologici, al momento della procedura (T0), nel post-procedura (T1), durante il follow-up (T2).
Dall’analisi statistica dei dati si è dimostrato che i due gruppi in studio, seppur disomogenei in numero, sono risultati simili per quanto riguarda i caratteri fisiopatologici (sesso, età, peso, diametro della stenosi, prematurità e malattie concomitanti), l’unica differenza in tal senso è stata registrata per la lunghezza della stenosi, significativamente maggiore nei pazienti trattati con la chirurgia, come del resto ampiamente atteso.
Inoltre, è emerso che la terapia endoscopica laser si è mostrata capace di ottenere un diametro tracheobronchiale, alla fine dell’intervento, simile a quello chirurgico, in un minor tempo, senza l’ausilio della sternotomia e della CEC (circolazione extra-corporea) e con una minore necessità di assistenza ventilatoria post-operatoria e nel follow-up.
Nessun vantaggio è stato invece registrato, rispetto alla chirurgia tradizionale, per quanto riguarda le complicanze immediate e tardive, la necessità di tracheotomia, il numero dei controlli endoscopici e la mortalità globale. Tutto ciò è, probabilmente, dovuto anche alla modestia del numero dei pazienti, al tipo di studio, necessariamente retrospettivo, e forse anche all’impossibilità di raccogliere dati più specifici (ad esempio le complicanze legate alla ventilazione invasiva) utili a comprendere la valenza e l’effettiva efficacia delle due metodiche.
Malgrado i limiti di un lavoro retrospettivo e monocentrico, tutti i dati ottenuti hanno rilevato come tale metodica si sia dimostrata non inferiore a quella chirurgica in termini di efficacia, sicurezza ed affidabilità.
Sebbene altri studi siano assolutamente necessari per confermare tali risultati, questa metodica può ragionevolmente essere considerata una possibile alternativa alla chirurgia, anche se solo nelle stenosi tracheobronchiali brevi.
In questo lavoro, sono stati reclutati cinque pazienti, con CTBS, trattati con laser e ventisette trattati con la chirurgia; di ognuno sono stati raccolti e paragonati dei dati: fisiopatologici, al momento della procedura (T0), nel post-procedura (T1), durante il follow-up (T2).
Dall’analisi statistica dei dati si è dimostrato che i due gruppi in studio, seppur disomogenei in numero, sono risultati simili per quanto riguarda i caratteri fisiopatologici (sesso, età, peso, diametro della stenosi, prematurità e malattie concomitanti), l’unica differenza in tal senso è stata registrata per la lunghezza della stenosi, significativamente maggiore nei pazienti trattati con la chirurgia, come del resto ampiamente atteso.
Inoltre, è emerso che la terapia endoscopica laser si è mostrata capace di ottenere un diametro tracheobronchiale, alla fine dell’intervento, simile a quello chirurgico, in un minor tempo, senza l’ausilio della sternotomia e della CEC (circolazione extra-corporea) e con una minore necessità di assistenza ventilatoria post-operatoria e nel follow-up.
Nessun vantaggio è stato invece registrato, rispetto alla chirurgia tradizionale, per quanto riguarda le complicanze immediate e tardive, la necessità di tracheotomia, il numero dei controlli endoscopici e la mortalità globale. Tutto ciò è, probabilmente, dovuto anche alla modestia del numero dei pazienti, al tipo di studio, necessariamente retrospettivo, e forse anche all’impossibilità di raccogliere dati più specifici (ad esempio le complicanze legate alla ventilazione invasiva) utili a comprendere la valenza e l’effettiva efficacia delle due metodiche.
Malgrado i limiti di un lavoro retrospettivo e monocentrico, tutti i dati ottenuti hanno rilevato come tale metodica si sia dimostrata non inferiore a quella chirurgica in termini di efficacia, sicurezza ed affidabilità.
Sebbene altri studi siano assolutamente necessari per confermare tali risultati, questa metodica può ragionevolmente essere considerata una possibile alternativa alla chirurgia, anche se solo nelle stenosi tracheobronchiali brevi.
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Tesi non consultabile. |