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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11212016-225517


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
BONINU, LORENZA
Indirizzo email
lboninu@gmail.com
URN
etd-11212016-225517
Titolo
La marginalizzazione dei saperi umanistici nel sistema di istruzione. Percezione sociale e strategie di resistenza.
Settore scientifico disciplinare
SPS/08
Corso di studi
SCIENZE POLITICHE E SOCIALI
Relatori
tutor Dott. Mele, Vincenzo
Parole chiave
  • Bildung
  • humanities
  • intellettuali
  • Rete.
  • scuola classica
  • società della conoscenza
  • università
Data inizio appello
29/11/2016
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
29/11/2019
Riassunto
La principale domanda di ricerca alla quale il mio lavoro tenta di dare risposta si articola rispetto alla progressiva marginalizzazione dei saperi umanistici tradizionali, che trova la sua più eclatante manifestazione nella perdita di prestigio dello studio delle lingue classiche. Ho seguito tre piste che hanno via via ristretto il campo di indagine: la ricostruzione storica della crisi delle Humanities, ricostruzione che ha contemplato in parte anche gli aspetti più recenti del fenomeno; l’analisi della marginalizzazione della scuola classica in Italia e delle caratteristiche assunte dal dibattito pubblico a questo proposito; infine una ricerca empirica che desse conto del vissuto dei primi (e negletti, almeno nel discorso mediatico e nelle decisioni politiche) protagonisti delle trasformazioni, ovvero i docenti.
La prima parte tratta del controverso passaggio dalla tradizionele Bildung umanistica alla cosidddetta Società della Conoscenza, riservando particolare attenzione alla crisi del ruolo intellettuale, ipotizzando che all’eclisse dell’intellettuale legislatore corrisponda simmetricamente il tramonto del professore inteso come depositario di una conoscenza consacrata, a favore di un insegnamento interpretato sempre più frequentemente come facilitazione di apprendimenti individualizzati nell’ottica del cosiddetto "imparare ad imparare". Il quadro è integrato da una riflessione sui processi di disintermediazione del sapere veicolati dalla Rete e da un approfondimento sulle trasformazioni del sistema scolastico e universitario dagli anni Novanta dello scorso secolo a oggi.
La seconda parte affronta più specificatamente il tema della scuola classica (non solo il liceo classico ma, in una prospettiva più ampia, ogni indirizzo che preveda l’obbligatorietà dello studio della lingua e della letteratura latina, dal momento che lo studio del greco è sempre stato, in Italia come in Europa, sicuramente più marginale) nel contesto del pubblico dibattito a proposito dell’opportunità o meno di mantenere questo genere di insegnamento nei curricula scolastici. In questa sezione si propone una ricognizione storica a partire dalla legge Casati (1859) fino alla riforma Gelmini (2010) che sembra, di fatto, aver condannato il liceo classico ad una veloce estinzione per favorire altri indirizzi liceali in cui il latino o è presente in forma del tutto marginale o è del tutto assente. La consunzione degli studi classici e l’inesorabile fine della loro centralità nei sistemi educativi europei è poi analizzata in una prospettiva sociologica che tiene conto di suggestioni weberiane e della loro interpretazione da parte di Randall Collins, nonché di spunti provenienti dall’analisi sistemica di Luhmann e dalla sociologia di Veblen. Infine si esaminano le caratteristiche specifiche delle retoriche a proposito del “valore” o del “disvalore” degli studi classici, retoriche che per molti versi appaiono speculari e ugualmente stereotipate. A questo proposito sono state confrontate analoghe argomentazioni che almeno dal XVIII secolo in poi sembrano aver colonizzato le ragioni dei detrattori e degli avvocati difensori degli studi classici, ipotizzando che la persistenza di questi veri e propri tòpoi riveli l’influsso giocato dall'inconscio scolastico nelle prese di posizione degli attori sociali, nonostante le trasformazioni che il campo scolastico (e accademico) ha subito e la svalutazione del capitale simbolico rappresentato dal possesso vero o presunto della cultura classica.
La terza e ultima parte consiste nell’analisi di cento interviste a docenti di discipline umanistiche, interviste raccolte online in parte da gennaio a marzo 2013, in parte da gennaio a marzo 2014. Il questionario (proposto utilizzando lo strumento Moduli di Google) si intitolava “Luci e ombre nell'insegnamento delle discipline umanistiche” e si configurava, in realtà, come una vera e propria “intervista in profondità” (solo parzialmente strutturata) in cui veniva lasciato volutamente largo spazio alla libera espressione dei partecipanti a proposito del tema in oggetto. I dati sono stati successivamente codificati utilizzando suggestioni provenienti dalla metodologia della Grounded Theory, con l'ausilio del software online Dedoose, che si è rivelato strumento duttile ed estremamente efficace. Le interviste sono state integrate da un ulteriore questionario, questa volta strutturato, somministrato a 47 partecipanti alla Summer School “Nuove prospettive sull’insegnamento delle materie classiche nella scuola” (28 – 30 agosto 2013) organizzato dal .Centro Interdipartimentale di Studi di Antropologia del Mondo Antico (AMA) dell'Università di Siena: si chiedeva di dichiarare il proprio accordo, su una scala da 1 (per niente d’accordo) a 5 (del tutto d’accordo), rispetto ad una serie di affermazioni significative estrapolate dalle risposte raccolte durante l'indagine online. .
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