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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11212011-122416


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
LAZZERINI, ILARIA
URN
etd-11212011-122416
Titolo
Trattamento chirurgico delle fratture di polso con placca volare: revisione clinica e radiografica
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Guido, Giulio
Parole chiave
  • estremità distale del radio
  • fratture
  • placca volare
  • polso
Data inizio appello
13/12/2011
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
13/12/2051
Riassunto
Data la loro frequenza, le fratture dell’epifisi distale del radio possono essere considerate una “malattia sociale”, rappresentano infatti una su sei fratture che vengono osservate in un pronto soccorso traumatologico.
La principale metodica per la diagnosi di tali fratture è l’esame radiografico, eseguito nelle due proiezioni antero-posteriore e laterale. Esso inoltre fornisce informazioni sulla stabilità della lesione ed utili indicazioni per il trattamento. Infine esso è utilizzato frequentemente per la valutazione dei risultati a distanza.
Gli indici radiografici più utilizzati nella valutazione anatomica di queste fratture sono:
• inclinazione palmare (volar tilt) dell’estremità distale del radio
• inclinazione ulnare (ulnar tilt)
• variante ulnare (ulnar variance)
Esistono numerose classificazioni delle fratture di polso, ma fra quelle maggiormente utilizzate sicuramente c’è la classificazione di Frykman, la quale considera individualmente il coinvolgimento delle articolazioni radio-carpica e radio-ulnare distale e la presenza o meno della frattura del processo stiloideo dell’ulna.
Le fratture dell’estremità distale di radio possono essere trattate in vario modo a seconda delle caratteristiche della frattura stessa:
- Trattamento conservativo (riduzione e apparecchio gessato)
- Trattamento chirurgico, che a sua volta comprende varie metodiche tra cui le più utilizzate sono l’osteosintesi percutanea con fili di K., la riduzione a cielo aperto seguita dalla sintesi con placca e l’utilizzo del fissatore esterno.

Per quanto riguarda l’utilizzo delle placche, ne esistono di vari tipi, in particolare la prima distinzione va fatta tra quelle dorsali e quelle volari; quest’ultime presentano numerosi vantaggi rispetto alle altre e per questo vengono maggiormente utilizzate.
Delle fratture dell’estremo distale trattate presso la Seconda Clinica Ortopedica dell’Università di Pisa con osteosintesi con placca volare, è stato possibile revisionarne 20. La valutazione degli esiti al follow-up si è basata sui risultati di tipo oggettivo e soggettivo utilizzando il Mayo Wrist Score e il DASH score; sono stati, inoltre, valutati anche i parametri radiografici.
I risultati sono stati soddisfacenti-buoni nelle valutazioni oggettive a dispetto di risultati buono-ottimi in quelle soggettive.
In conclusione, in generale l’utilizzo della placca volare si dimostra una metodica che dà buoni risultati associati ad una piena soddisfazione del paziente legata anche alla precoce ripresa funzionale dell’articolazione.

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