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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11212011-101510


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TAMBELLINI, SIMONE
URN
etd-11212011-101510
Titolo
Studio litostratigrafico e idrogeologico della Piana di Lucca compresa tra S. Alessio e Filettole
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE GEOLOGICHE
Relatori
relatore Dott. Giannecchini, Roberto
controrelatore Prof. Puccinelli, Alberto
Parole chiave
  • stratigrafia
  • idrogeologia
  • carte piezometriche
  • piana di lucca
Data inizio appello
16/12/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
16/12/2051
Riassunto
Scopo di questa tesi è realizzare una ricostruzione stratigrafica e idrogeologica dell'area appartenente alla porzione occidentale della piana di Lucca, compresa tra S. Alessio a nord est e Filettole a sud-ovest, per evidenziare eventuali problematiche connesse allo sfruttamento della risorsa idrica: questo è stato possibile elaborando i dati raccolti dai database del progetto SIRA della RegioneToscana e dagli archivi della Provincia di Lucca per produrre due modelli concettuali riguardanti rispettivamente la stratigrafia e l'idrogeologia del sottosuolo e dell'orizzonte acquifero presente nell'area di studio.
Sono state inoltre condotte 10 campagne di monitoraggio piezometrico (svolte da agosto 2010 a maggio 2011) che hanno permesso di produrre altrettante carte piezometriche, strumento indispensabile per riuscire a descrivere in maniera adeguata morfologia e livelli relativi alla superficie piezometrica.
Dalle sezioni litostratigrafiche prodotte in questo studio emerge che l'orizzonte delle coperture limoso-sabbiose presenta spessori compresi da un minimo di 2-3 metri (porzione NE dell'area) ad un massimo di 15-18 metri (NO e S). I sottostanti depositi ghiaioso-ciottolosi-sabbiosi hanno spessore variabile da 5 metri ad un massimo di 25-30 metri, con un generale aumento da N a S, mentre al letto di questo orizzonte si ritrovano argille e argille sabbiose pleistoceniche, caratterizzate da un ottima continuità laterale.
L'acquifero è rappresentato dal litotipo dei ciottoli, sabbie e ghiaie, a cui è stata assegnata una permeabilità da alta a medio-alta con un coefficiente K compreso tra 10-4 e 10-3 m/s). Al suo interno si rinvengono localmente lenti argilloso-sabbiose. Al tetto di questo orizzonte, i depositi limo-sabbiosi rappresentano un acquitardo, con permeabilità media compresa tra 10-7 e 10-5 m/s, mentre le argille e argille sabbiose, che in genere costituiscono il letto dell'acquifero, sono definibili come acquiclude, con permeabilità da bassa a molto bassa (K compreso tra 10-10 e 10-8 m/s).
Sono state individuate tre possibili aree di ricarica del sistema acquifero nella zona indagata: area di ricarica dal subalveo del Fiume Serchio (fonte di ricarica principale), infiltrazione diretta delle precipitazioni attraverso i depositi di copertura di natura limoso-sabbiosa posti al tetto dell’orizzonte acquifero e un'area di ricarica profonda per afflussi provenienti dai rilievi circostanti la pianura.
Le carte piezometriche evidenziano elementi comuni come:
- Asse di drenaggio principale, con direzione NE-SO parallelo al corso del fiume Serchio; cinque assi di drenaggio secondari che si sviluppano nelle vallecole laterali di Maggiano e Balbano e dai rilievi a nord di Nozzano.
- Abbassamento piezometrico determinato dal campo pozzi di Filettole, determina un'evidente alterazione morfologica della tavola d'acqua a partire dall'area a sud di Nozzano (rottura di pendenza nel profilo della falda con gradienti che passano da 0,8-1,5 x 10-3 a monte di Nozzano ai valori dell'ordine di 3 x 10-3 nella zona a valle dell'abitato).
Si possono individuare tre zone con diverse caratteristiche nei rapporti tra la falda sotterranea e il fiume:
- Zona tra Sant'Alessio e Ponte San Pietro in cui l’ alimentazione della falda deriva dal subalveo del fiume;
- Zona tra Santa Maria a Colle e la confluenza del fosso Dogaia di Nozzano, con caratteristiche intermedie (acquifero semiconfinato): rapporti tra fiume e falda molto limitati.
- Zona, posta a valle di Nozzano, contraddistinta da una situazione di confinamento, in cui non sono più presenti rapporti diretti tra falda e fiume a causa della sempre più elevata presenza di una coltre superficiale limoso-sabbiosa (“Bellettone”) su cui si imposta il corso del fiume Serchio. La falda, che in questa zona ha caratteristiche di parziale confinamento trae comunque alimentazione in prevalenza dal F. Serchio a monte della zona di Filettole, attraverso una fascia di ricarica impostata nelle zone della pianura in cui l’attuale corso del fiume è in diretta connessione con le sue alluvioni.
Dal confronto tra il 2011 e gli anni precedenti (a partire dal 1975), l'area in esame non mostra situazioni di particolare depauperamento della falda in quanto, dai dati piezometrici ricavati in questo studio si può evidenziare come il livello piezometrico nella zona degli acquedotti di Filettole sia paragonabile a quella precedente gli eventi di abbassamento del 1969-1971, oscillando in media tra 3 e 4 metri s.l.m. Nella restante parte dell'area indagata non si evidenziano particolari situazioni legate a generalizzati minimi piezometrici in quanto l'acquifero, nonostante i numerosi campi pozzi di tipo acquedottistico, è caratterizzato da una significativa trasmissività. La situazione piezometrica monitorata in questo lavoro è stata certamente favorita dalle abbondanti precipitazioni che si sono riversate nella piana nell'anno 2010, pari a 1778,4 mm (secondo dato più elevato su 90 anni di rilevazioni) e che hanno determinato valori piezometrici superiori alla media.
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