Tesi etd-11212010-132337 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
VITALIANI, LUCIA
URN
etd-11212010-132337
Titolo
Influenza dell'isolamento ambientale parziale nei pazienti in recovery room valutata attraverso l'analisi dei parametri di stress.
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Giunta, Francesco
Parole chiave
- ansia preoperatoria
- isolamento ambientale
- misurazione dolore
- musicoterapia
- stress detector
- dolore
Data inizio appello
14/12/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/12/2050
Riassunto
Il dolore è uno dei sintomi più importanti, un campanello di allarme di molte situazioni patologiche; tuttavia, una volta che ha indotto il paziente a rivolgersi al medico ed ha condotto ad una diagnosi, esso diviene un sintomo del tutto inutile, che influisce negativamente anche sullo stato psicologico dell’individuo e sul decorso postoperatorio.
Per questi motivi è importante valutarlo e alleviarlo, una volta che esso perde il suo ruolo protettivo.
La sua valutazione avviene attraverso diversi metodi, tra cui i più utilizzati sono la VAS e la NRS; in particolare la NRS (scala numerica verbale), consiste nel chiedere al paziente di attribuire al dolore che percepisce un numero compreso tra 0 e 10, dove 0 indica l’assenza di dolore e 10 indica il peggior dolore immaginabile.
Negli ultimi anni sono stati proposti nuovi metodi di valutazione del dolore, da utilizzare in pazienti in cui i metodi correnti non possono essere utilizzati, in quanto non è possibile attendere la sua collaborazione; si pensi ad esempio ai soggetti in anestesia totale e nelle unità di terapia intensiva, o ai neonati.
Il med-storm stress detector permette di effettuare una valutazione della percezione del dolore attraverso la misurazione delle variazioni della conduttanza cutanea, che si verificano a causa dell’attivazione del sistema simpatico cutaneo in risposta allo stress, determinando un aumento dell’umidità della cute glabra del palmo delle mani.
Per quanto riguarda la terapia del dolore, oltre ai farmaci, molti studi hanno evidenziato un duplice ruolo della musica nell’analgesia: essa ha da un lato la capacità di distrarre i pazienti dal dolore e dall’ambiente ospedaliero, e dall’altro ha la proprietà di liberare oppioidi endogeni a livello del sistema nervoso centrale, determinando un effetto analgesico vero e proprio.
Lo studio, condotto all’interno della recovery room su 40 pazienti sottoposti ad intervento di tiroidectomia, ha come obiettivi:
- la valutazione del ruolo dell’isolamento ambientale parziale, ottenuto tramite l’applicazione di cuffie stereofoniche e somministrazione di oli essenziali per via inalatoria, nella terapia del dolore postoperatorio, paragonato ad un trattamento esclusivamente farmacologico;
- il confronto tra la valutazione strumentale del dolore, con il med-storm stress detector, e la sua valutazione soggettiva con la scala numerica.
- la relazione tra l’ansia preoperatoria e la percezione del dolore postoperatorio.
A questo scopo i soggetti arruolati sono stati divisi in due gruppi: un gruppo di studio che ha seguito un trattamento standard, ed un gruppo di controllo posto in isolamento ambientale parziale, consistente nell’applicazione di cuffie stereofoniche e nel’inalazione di oli essenziali all’interno di una miscela di aria e ossigeno.
Lo studio non ha mostrato alcuna relazione tra i livelli di ansia preoperatoria e l’intensità del dolore.
Allo stesso modo non è stata riscontrata, durante la degenza nella recovery room, nessuna relazione tra l’intensità del dolore e parametri quali la pressione arteriosa (sistolica, diastolica e media), la frequenza cardiaca e la saturazione di ossigeno.
Ha dimostrato invece una corrispondenza significativa tra i due metodi di valutazione del dolore che sono stati utilizzati: la scala numerica verbale e il numero di picchi al secondo della conduttanza cutanea, espressione dell’attivazione del sistema nervoso simpatico cutaneo e della sudorazione emozionale in risposta allo stress.
Entrambi i metodi di valutazione hanno mostrato un miglioramento della sintomatologia dolorosa dal momento in cui le pazienti fanno ingresso nella recovery room al momento in cui ne vengono dimesse.
Tale miglioramento è risultato essere sovrapponibile nel gruppo di pazienti in trattamento standard e nel gruppo in isolamento ambientale parziale, pur essendoci delle differenze nel trattamento ricevuto all’interno della recovery room.
Infatti lo studio ha mostrato una marcata riduzione dell’uso di oppioidi nel gruppo sottoposto ad ascolto musicale rispetto ai pazienti in trattamento standard.
Si può quindi ritenere che la musica sostituisce in parte la necessità di somministrare oppioidi, e che essa sia un utile mezzo di ausilio nella terapia antalgica postoperatoria.
Per questi motivi è importante valutarlo e alleviarlo, una volta che esso perde il suo ruolo protettivo.
La sua valutazione avviene attraverso diversi metodi, tra cui i più utilizzati sono la VAS e la NRS; in particolare la NRS (scala numerica verbale), consiste nel chiedere al paziente di attribuire al dolore che percepisce un numero compreso tra 0 e 10, dove 0 indica l’assenza di dolore e 10 indica il peggior dolore immaginabile.
Negli ultimi anni sono stati proposti nuovi metodi di valutazione del dolore, da utilizzare in pazienti in cui i metodi correnti non possono essere utilizzati, in quanto non è possibile attendere la sua collaborazione; si pensi ad esempio ai soggetti in anestesia totale e nelle unità di terapia intensiva, o ai neonati.
Il med-storm stress detector permette di effettuare una valutazione della percezione del dolore attraverso la misurazione delle variazioni della conduttanza cutanea, che si verificano a causa dell’attivazione del sistema simpatico cutaneo in risposta allo stress, determinando un aumento dell’umidità della cute glabra del palmo delle mani.
Per quanto riguarda la terapia del dolore, oltre ai farmaci, molti studi hanno evidenziato un duplice ruolo della musica nell’analgesia: essa ha da un lato la capacità di distrarre i pazienti dal dolore e dall’ambiente ospedaliero, e dall’altro ha la proprietà di liberare oppioidi endogeni a livello del sistema nervoso centrale, determinando un effetto analgesico vero e proprio.
Lo studio, condotto all’interno della recovery room su 40 pazienti sottoposti ad intervento di tiroidectomia, ha come obiettivi:
- la valutazione del ruolo dell’isolamento ambientale parziale, ottenuto tramite l’applicazione di cuffie stereofoniche e somministrazione di oli essenziali per via inalatoria, nella terapia del dolore postoperatorio, paragonato ad un trattamento esclusivamente farmacologico;
- il confronto tra la valutazione strumentale del dolore, con il med-storm stress detector, e la sua valutazione soggettiva con la scala numerica.
- la relazione tra l’ansia preoperatoria e la percezione del dolore postoperatorio.
A questo scopo i soggetti arruolati sono stati divisi in due gruppi: un gruppo di studio che ha seguito un trattamento standard, ed un gruppo di controllo posto in isolamento ambientale parziale, consistente nell’applicazione di cuffie stereofoniche e nel’inalazione di oli essenziali all’interno di una miscela di aria e ossigeno.
Lo studio non ha mostrato alcuna relazione tra i livelli di ansia preoperatoria e l’intensità del dolore.
Allo stesso modo non è stata riscontrata, durante la degenza nella recovery room, nessuna relazione tra l’intensità del dolore e parametri quali la pressione arteriosa (sistolica, diastolica e media), la frequenza cardiaca e la saturazione di ossigeno.
Ha dimostrato invece una corrispondenza significativa tra i due metodi di valutazione del dolore che sono stati utilizzati: la scala numerica verbale e il numero di picchi al secondo della conduttanza cutanea, espressione dell’attivazione del sistema nervoso simpatico cutaneo e della sudorazione emozionale in risposta allo stress.
Entrambi i metodi di valutazione hanno mostrato un miglioramento della sintomatologia dolorosa dal momento in cui le pazienti fanno ingresso nella recovery room al momento in cui ne vengono dimesse.
Tale miglioramento è risultato essere sovrapponibile nel gruppo di pazienti in trattamento standard e nel gruppo in isolamento ambientale parziale, pur essendoci delle differenze nel trattamento ricevuto all’interno della recovery room.
Infatti lo studio ha mostrato una marcata riduzione dell’uso di oppioidi nel gruppo sottoposto ad ascolto musicale rispetto ai pazienti in trattamento standard.
Si può quindi ritenere che la musica sostituisce in parte la necessità di somministrare oppioidi, e che essa sia un utile mezzo di ausilio nella terapia antalgica postoperatoria.
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