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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11202019-123905


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
PIETRAGALLA, ALESSANDRA
URN
etd-11202019-123905
Titolo
Valutazione clinico-laboratoristica nei pazienti con infezione da germi Multidrug-Resistant in Medicina d'Urgenza
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Ghiadoni, Lorenzo
Parole chiave
  • antibiotico-resistenza
  • germi multidrug-resistant
  • infezione
  • medicina d'urgenza
  • sepsi
Data inizio appello
10/12/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/12/2089
Riassunto
La sepsi è una condizione dalla gravità tempo-dipendente largamente diffusa e di frequente riscontro nei reparti di medicina d’Urgenza. È una sindrome con sintomi e segni poco specifici e con una patogenesi non completamente conosciuta. La definizione più recente è stata proposta dalla terza conferenza internazionale di consenso (SEPSIS-3) nel 2016: la sepsi è un’infezione con evidenza di danno d’organo, che può comparire anche lontano dalla sede primaria d’infezione.
Le infezioni correlate all’assistenza (ICA) sono la complicanza più frequente e grave dell’assistenza sanitaria e la circolazione di infezioni da germi con frequente e complessa resistenza agli antibiotici in uso è un fenomeno sempre più preoccupante e diffuso. Alcune condizioni correlate all’assistenza delineano il profilo di rischio per l’acquisizione di un’infezione da germi multi-resistenti: la prolungata ospedalizzazione, le procedure diagnostico-terapeutiche invasive, il cateterismo vescicale, l’uso di devices intravascolari, l’assunzione prolungata di terapia antibiotica ad ampio spettro.
Tra i patogeni antibiotico-resistenti che sono motivo di attenzione e preoccupazione a livello globale, negli ultimi anni sono emersi ceppi di batteri resistenti ai carbapenemi. L’Italia da anni è tra i Paesi in Europa con le più alte percentuali di resistenza alle principali classi di antibiotici utilizzate in ambito ospedaliero: gli ienterobatteri resistenti ai carbapenemi (CRE) hanno iniziato a diffondersi dal 2010, e oggi il nostro Paese può essere definito “iperendemico” per le infezioni sostenute da questi microrganismi.
Lo scopo di questa tesi è stato quello di valutare le caratteristiche di una popolazione ricoverata presso l’U.O. di Medicina d’Urgenza Universitaria dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana per problematiche infettive, con particolare interesse alle infezioni da germi multiresistenti, valutando l’andamento di parametri clinici e laboratoristici nella popolazione generale e in quella affetta da infezioni da germi multiresistenti ed analizzando gli outcomes in termini di mortalità, durata media della degenza e nuova ospedalizzazione a trenta giorni dalla dimissione, identificando eventuali elementi prognostici negativi nell’ambito della gestione ospedaliera del paziente.
Lo studio, di tipo retrospettivo osservazionale, ha coinvolto pazienti selezionati dalle segnalazioni del D.A.I. Medicina di Laboratorio, risultati positivi alla ricerca di colonizzazioni e/o infezioni da germi comuni e germi multiresistenti tra maggio 2018 e giugno 2019, per un periodo totale osservato di 13 mesi. In totale sono stati osservati 53 pazienti, di cui 33 casi e 20 controlli. Per ciascun paziente sono stati indagati i seguenti dati: demografici (età e sesso), anamnestici (e la presenza o meno di fattori di rischio e di comorbidità), esiti microbiologici di: tamponi rettali, campioni provenienti da altre sedi di infezione e prelievi di sangue, nuova ospedalizzazione a 30 giorni per motivi infettivi. È stato, poi, osservato l’andamento di parametri clinici e laboratoristici in tre tempi di
I pazienti infetti o colonizzati da germi multiresistenti hanno lo score di Charlson (indice di complessità) più elevato e sono caratterizzati dalla maggiore presenza di fattori di rischio per lo sviluppo di infezioni nosocomiali da germi multiresistenti (BPCO, l’utilizzo di sondino naso-gastrico e l’ospedalizzazione nei tre mesi precedenti il ricovero, l’assunzione di terapia antibiotica nei trenta giorni precedenti, la presenza di catetere vescicale e di devices intravascolari) rispetto ai controlli.
I valori di proteina C reattiva si sono sempre mantenuti più bassi nei pazienti con infezioni da MDR rispetto ai pazienti con infezioni da germi sensibili e non è stata riscontrata differenza significativa neanche rispetto alla divisione dei pazienti sulla base del punteggio qSOFA maggiore o minore di 1, suggerendo che il decorso clinico delle infezioni da germi Multidrug-resistant non sia peggiore delle infezioni sostenute da germi non MDR. È stato osservato che l’impostazione di una terapia che ha apportato miglioramento clinico è più precoce negli infetti da germi MDR e che un ritardo terapeutico è uno dei determinanti di outcomes negativi in questi pazienti, assumendo che l’aumento della degenza media ne sia un indicatore: nel gruppo di pazienti infetti in cui la terapia è stata impostata precocemente la degenza media è stata più breve. Dalla stessa analisi effettuata per i decessi è emerso che il 100% dei pazienti deceduti appartiene al gruppo di pazienti in cui la terapia è stata impostata tardivamente.
Tali risultati suggeriscono che l’adozione delle strategie di individuazione precoce dei pazienti a rischio e l’applicazione delle pratiche terapeutiche e di contenimento dell’infezione suggerite dalle principali linee guida possano determinare un decorso clinico dei pazienti colonizzati o infetti da germi multiresistenti non peggiore e una durata media della degenza non superiore rispetto ai pazienti infetti da germi sensibili.
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