Tesi etd-11192018-123330 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ESPOSITO LAMERA, SERENA
URN
etd-11192018-123330
Titolo
Induzione di resistenza in pomodoro causata da Trichoderma afroharzianum
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
BIOTECNOLOGIE VEGETALI E MICROBICHE
Relatori
relatore Prof. Vannacci, Giovanni
relatore Dott. Mariotti, Lorenzo
correlatore Prof. Cavallini, Andrea
relatore Dott. Mariotti, Lorenzo
correlatore Prof. Cavallini, Andrea
Parole chiave
- Acido Jasmonico
- Acido Salicilico
- Botrytis cinerea
- Fotosintesi
- Ormoni
- Pigmenti
- Pomodoro
- Trichoderma afroharzianum
Data inizio appello
10/12/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/12/2088
Riassunto
Trichoderma afroharzianum T6776 è stato isolato da un terreno a Pisa e i suoi effetti benefici su numerose piante di interesse agrario e contro patogeni fungini sono studiati da lungo tempo nel Plant Pathology & Mycology Lab (DISAAA-a, Università di Pisa), dove è stata svolta la presente tesi. Non solo T6776 è in grado di agire come agente di lotta biologica nei confronti di patogeni tellurici, ma si è dimostrato un promotore dell’emergenza e della crescita di diverse piante, tra cui pomodoro, soprattutto durante i primi stadi di sviluppo, ed é risultato essere un attivo colonizzatore della rizosfera e dell’apparato radicale (endofita). La capacità di colonizzare endofiticamente l’appparato radicale è uno dei requisiti perchè questi funghi benefici stabiliscano una interazione con la pianta dando luogo ad una serie di risposte che possono conferire resistenza al successivo attacco dei patogeni.
Uno dei più importanti patogeni del pomodoro è Botrytis cinerea. Questo fungo colpisce foglie, fusti e frutti, causando ingenti danni: la difesa dall’attacco di B. cinerea si basa soprattutto sull’impiego di fungicidi, tuttavia questo patogeno mostra un’elevata capacità ad acquisire resistenza ai prodotti di sintesi. In questo contesto, l’utilizzo di funghi benefici come T6776 sembra essere una valida alternativa – o integrazione – all’uso dei fungicidi di sintesi.
Lo scopo del presente lavoro è quello di studiare alcuni degli aspetti potenzialmente connessi con l’induzione di resistenza in pomodoro da parte di T. afroharzianum T6776 nei confronti di B. cinerea. Le prove sono state condotte su piante di pomodoro (Solanum lycopersicum (varietà Faino di Licata – Buttiglieddu o “Bottiglietta di Licata”) che, allo stadio di seconda foglia vera sono state trattate con l’isolato benefico T6776 (applicato nel terreno in prossimità dell’apparato radicale) e, dopo una settimana, inoculate a livello delle foglie con una sospensione di conidi di B. cinerea. Al momento dell’inoculazione del patogeno alcune piante sono state prelevate ed è stata confermata dalla presenza di T6776 all’interno delle radici.
Al fine di valutare l’eventuale induzione di resistenza a seguito dell’interazione tra T6776 e l’appararto radicale delle piante di pomodoro, sono stati misurati differenti parametri noti per il loro conivolgimento nella resistenza, quali: gravità dell’infezione (espressa come diametro delle lesioni fogliari), attività fotosintetica, contenuto in pigmenti e zuccheri e quantificazione di Acido Salicilico (SA e SAG) e di Acido Jasmonico (JA).
Dopo una settimana dall’inoculazione del patogeno, nelle piante precedentemente trattate con T6776 si è osservata una riduzione significativa del diametro delle lesioni fogliari, se confrontate con le piante inoculate solo con il patogeno. Sebbene l’attività fotosintetica non è risultata essere alterata dalla presenza del patogeno e/o dell’antagonista, è stato misurato un contenuto significativamente inferiore di pigmenti (clorofilla a, b e carotenoidi) nelle piante trattate con il solo fungo benefico, rispetto a quelle con il solo patogeno, mentre non si è osseravata nessuna differenza significativa tra le piante inoculate con il solo patogeno e quelle inoculate con il patogeno dopo il trattamento con T6776. Non si osservano, invece, differenze nel contenuto di zuccheri a livello radicale e fogliare tra le piante inoculate con il solo patogeno, il solo antagonista ed entrambi. Infine, si è osservato un aumento significativo del SA e JA nella piante trattate con T6776 e inoculate con B. cinerea, rispetto a quelle inoculate con il solo patogeno.
Tutti questi dati sono stati discussi nell’ottica dell’induzione della resistenza e dell’effetto benefico dovuto al trattamento con T6776 delle piante di pomodoro in presenza del patogeno.
Ulteriori studi sono sicuramente necessari al fine di valutare se e quali geni, connessi con l’induzione di resistenza, sono differenzialmente espressi in piante trattate con il patogeno da solo e in presenza di T. afroharzianum T6776.
Uno dei più importanti patogeni del pomodoro è Botrytis cinerea. Questo fungo colpisce foglie, fusti e frutti, causando ingenti danni: la difesa dall’attacco di B. cinerea si basa soprattutto sull’impiego di fungicidi, tuttavia questo patogeno mostra un’elevata capacità ad acquisire resistenza ai prodotti di sintesi. In questo contesto, l’utilizzo di funghi benefici come T6776 sembra essere una valida alternativa – o integrazione – all’uso dei fungicidi di sintesi.
Lo scopo del presente lavoro è quello di studiare alcuni degli aspetti potenzialmente connessi con l’induzione di resistenza in pomodoro da parte di T. afroharzianum T6776 nei confronti di B. cinerea. Le prove sono state condotte su piante di pomodoro (Solanum lycopersicum (varietà Faino di Licata – Buttiglieddu o “Bottiglietta di Licata”) che, allo stadio di seconda foglia vera sono state trattate con l’isolato benefico T6776 (applicato nel terreno in prossimità dell’apparato radicale) e, dopo una settimana, inoculate a livello delle foglie con una sospensione di conidi di B. cinerea. Al momento dell’inoculazione del patogeno alcune piante sono state prelevate ed è stata confermata dalla presenza di T6776 all’interno delle radici.
Al fine di valutare l’eventuale induzione di resistenza a seguito dell’interazione tra T6776 e l’appararto radicale delle piante di pomodoro, sono stati misurati differenti parametri noti per il loro conivolgimento nella resistenza, quali: gravità dell’infezione (espressa come diametro delle lesioni fogliari), attività fotosintetica, contenuto in pigmenti e zuccheri e quantificazione di Acido Salicilico (SA e SAG) e di Acido Jasmonico (JA).
Dopo una settimana dall’inoculazione del patogeno, nelle piante precedentemente trattate con T6776 si è osservata una riduzione significativa del diametro delle lesioni fogliari, se confrontate con le piante inoculate solo con il patogeno. Sebbene l’attività fotosintetica non è risultata essere alterata dalla presenza del patogeno e/o dell’antagonista, è stato misurato un contenuto significativamente inferiore di pigmenti (clorofilla a, b e carotenoidi) nelle piante trattate con il solo fungo benefico, rispetto a quelle con il solo patogeno, mentre non si è osseravata nessuna differenza significativa tra le piante inoculate con il solo patogeno e quelle inoculate con il patogeno dopo il trattamento con T6776. Non si osservano, invece, differenze nel contenuto di zuccheri a livello radicale e fogliare tra le piante inoculate con il solo patogeno, il solo antagonista ed entrambi. Infine, si è osservato un aumento significativo del SA e JA nella piante trattate con T6776 e inoculate con B. cinerea, rispetto a quelle inoculate con il solo patogeno.
Tutti questi dati sono stati discussi nell’ottica dell’induzione della resistenza e dell’effetto benefico dovuto al trattamento con T6776 delle piante di pomodoro in presenza del patogeno.
Ulteriori studi sono sicuramente necessari al fine di valutare se e quali geni, connessi con l’induzione di resistenza, sono differenzialmente espressi in piante trattate con il patogeno da solo e in presenza di T. afroharzianum T6776.
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