Tesi etd-11182023-172903 |
Link copiato negli appunti
Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
CALISSI, OLGA RACHELE
URN
etd-11182023-172903
Titolo
La confisca di prevenzione
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Gargani, Alberto
correlatore Prof. Notaro, Domenico
correlatore Prof. Notaro, Domenico
Parole chiave
- codice antimafia
- confisca di prevenzione
- diritto concorsuale
- diritto penale
- impresa mafiosa
- mafia
- revocazione
- sequestro
- Tognoni La Torre
Data inizio appello
04/12/2023
Consultabilità
Completa
Riassunto
La tesi ha come oggetto di trattazione l’istituto della confisca di prevenzione, disciplinata dall’art. 24 del d. lgs. n. 159 del 2011. Si tratta, com’è noto, di una misura di prevenzione patrimoniale, disposta dal tribunale sui beni sequestrati di cui una persona sottoposta a procedimento non possa giustificare la legittima provenienza o di cui risulti avere la disponibilità in valore sproporzionato al proprio reddito o alla propria attività economica, nonché sui beni frutto di attività illecita o che ne costituiscono il reimpiego.
L’istituto in esame presenta notevoli profili problematici, soprattutto per quanto riguarda la compatibilità della sua applicazione con il rispetto di alcuni principi fondamentali caratterizzanti il nostro ordinamento democratico. Particolare rilievo riveste, infatti, la possibilità di disporre la confisca di prevenzione, in presenza di determinati presupposti, nei confronti di soggetti indiziati di condotte delittuose, a prescindere da una preventiva condanna penale. Tale peculiare elemento connota l’istituto in esame rispetto ad altre tipologie di misure ablatorie, sollevando, peraltro, anche aspetti di incertezza circa un suo univoco inquadramento giuridico.
L’elaborato, articolato in sette capitoli, conduce un’analisi completa della confisca di prevenzione, con particolare riguardo alle problematiche della sua applicazione in merito ad una possibile incompatibilità con i principi dello Stato di diritto. Nello sviluppo dell’argomento sarà, infatti, rivolta un’attenzione particolare alle gravi implicazioni di una gestione distorta dell’istituto, capace di mettere a rischio il rispetto delle garanzie fondamentali della giustizia penale.
La tesi prende le mosse da un inquadramento generale del sistema delle misure di prevenzione e da un’analisi comparativa tra misure di prevenzione e misure di sicurezza e tra i diversi modelli di confisca presenti nel nostro ordinamento. Successivamente, la disamina si sofferma sull’istituto al centro della trattazione: la confisca di prevenzione. Viene ripercorsa l’evoluzione storica della misura ablatoria di prevenzione, ne vengono ricostruiti i presupposti oggettivi e soggettivi di applicazione, vengono messi a fuoco gli aspetti critici della normativa vigente.
Preliminarmente all’approfondimento dei profili caratterizzanti dell’istituto, ne viene esaminato il contesto storico di introduzione e le istanze che hanno sollecitato il ricorso a tale strumento, stimolandone l’elaborazione. Viene dettagliatamente analizzata la fisionomia della confisca di prevenzione, i suoi elementi strutturali anche con riferimento alla dinamica processuale di applicazione, con particolare attenzione al coordinamento con le procedure concorsuali, - anche alla luce dell’ultima riforma in tema di liquidazione giudiziale-, con le azioni esecutive individuali e con eventuali altre misure disposte nell’ambito del procedimento penale. Attraverso lo studio dell’istituto secondo tali chiavi di lettura risulterà evidente la doppia ratio assunta dalle misure preventive, quali strumenti rivolti, da un lato, all’impedimento del reiterarsi di azioni delittuose, dall’altro lato a garantire una maggiore difesa sociale.
Al soddisfacimento di tali istanze, fa da contraltare, tuttavia, l’esigenza irrinunciabile di assicurare l’osservanza dei principi cardine nel nostro ordinamento, quali la par condicio creditorum e altri principi propri del giusto processo.
Come avremo modo di rilevare, infatti, l’applicazione della confisca di prevenzione, così come accade rispetto ad altri procedimenti di prevenzione, non solo è suscettibile di riverberare i propri effetti nell’ambito dell’ordinamento penale, ma anche di determinare significative conseguenze sul piano processuale civile, come anche dal punto di vista del diritto commerciale e rispetto ad eventuali procedimenti concorsuali.
Particolare rilievo assume la criticità di un inquadramento giuridico dell’istituto che, date le sue caratteristiche, ha generato in molti il dubbio che si tratti di una sorta di pena senza delitto e non di una vera e propria misura di prevenzione. Saranno analizzate le risposte che la dottrina e la giurisprudenza hanno elaborato rispetto a tale profilo controverso, inquadrando la tematica nell’ambito della contrapposizione tra il diritto penale classico, fondato sulla colpevolezza del fatto, ed il diritto penale moderno, legato alle misure di prevenzione. Oggigiorno, infatti, il diritto penale viene utilizzato non solo come mezzo di risoluzione di specifici conflitti sociali, ma anche come sistema di prevenzione generalizzata della conflittualità.
Anche a proposito di tale discussione emergerà e sarà approfondita la problematica inerente alla contrapposizione tra una compressione delle garanzie penalistiche e le istanze preventive che sollecitano una espansione applicativa delle misure di prevenzione praeter delictum, soprattutto in relazione alle misure di prevenzione patrimoniali.
Nella parte finale dell’elaborato, l’approfondimento di una recente e controversa vicenda giudiziaria offrirà importanti spunti circa la necessità di riflettere, con una maggiore attenzione, in merito alle implicazioni correlate ad un uso distorto della misura preventiva. Verranno delineate, conclusivamente, alcune possibili prospettive di riforma dell’istituto in esame, in grado di assicurarne una maggiore compatibilità con i principi costituzionali del diritto e del processo penale.
L’istituto in esame presenta notevoli profili problematici, soprattutto per quanto riguarda la compatibilità della sua applicazione con il rispetto di alcuni principi fondamentali caratterizzanti il nostro ordinamento democratico. Particolare rilievo riveste, infatti, la possibilità di disporre la confisca di prevenzione, in presenza di determinati presupposti, nei confronti di soggetti indiziati di condotte delittuose, a prescindere da una preventiva condanna penale. Tale peculiare elemento connota l’istituto in esame rispetto ad altre tipologie di misure ablatorie, sollevando, peraltro, anche aspetti di incertezza circa un suo univoco inquadramento giuridico.
L’elaborato, articolato in sette capitoli, conduce un’analisi completa della confisca di prevenzione, con particolare riguardo alle problematiche della sua applicazione in merito ad una possibile incompatibilità con i principi dello Stato di diritto. Nello sviluppo dell’argomento sarà, infatti, rivolta un’attenzione particolare alle gravi implicazioni di una gestione distorta dell’istituto, capace di mettere a rischio il rispetto delle garanzie fondamentali della giustizia penale.
La tesi prende le mosse da un inquadramento generale del sistema delle misure di prevenzione e da un’analisi comparativa tra misure di prevenzione e misure di sicurezza e tra i diversi modelli di confisca presenti nel nostro ordinamento. Successivamente, la disamina si sofferma sull’istituto al centro della trattazione: la confisca di prevenzione. Viene ripercorsa l’evoluzione storica della misura ablatoria di prevenzione, ne vengono ricostruiti i presupposti oggettivi e soggettivi di applicazione, vengono messi a fuoco gli aspetti critici della normativa vigente.
Preliminarmente all’approfondimento dei profili caratterizzanti dell’istituto, ne viene esaminato il contesto storico di introduzione e le istanze che hanno sollecitato il ricorso a tale strumento, stimolandone l’elaborazione. Viene dettagliatamente analizzata la fisionomia della confisca di prevenzione, i suoi elementi strutturali anche con riferimento alla dinamica processuale di applicazione, con particolare attenzione al coordinamento con le procedure concorsuali, - anche alla luce dell’ultima riforma in tema di liquidazione giudiziale-, con le azioni esecutive individuali e con eventuali altre misure disposte nell’ambito del procedimento penale. Attraverso lo studio dell’istituto secondo tali chiavi di lettura risulterà evidente la doppia ratio assunta dalle misure preventive, quali strumenti rivolti, da un lato, all’impedimento del reiterarsi di azioni delittuose, dall’altro lato a garantire una maggiore difesa sociale.
Al soddisfacimento di tali istanze, fa da contraltare, tuttavia, l’esigenza irrinunciabile di assicurare l’osservanza dei principi cardine nel nostro ordinamento, quali la par condicio creditorum e altri principi propri del giusto processo.
Come avremo modo di rilevare, infatti, l’applicazione della confisca di prevenzione, così come accade rispetto ad altri procedimenti di prevenzione, non solo è suscettibile di riverberare i propri effetti nell’ambito dell’ordinamento penale, ma anche di determinare significative conseguenze sul piano processuale civile, come anche dal punto di vista del diritto commerciale e rispetto ad eventuali procedimenti concorsuali.
Particolare rilievo assume la criticità di un inquadramento giuridico dell’istituto che, date le sue caratteristiche, ha generato in molti il dubbio che si tratti di una sorta di pena senza delitto e non di una vera e propria misura di prevenzione. Saranno analizzate le risposte che la dottrina e la giurisprudenza hanno elaborato rispetto a tale profilo controverso, inquadrando la tematica nell’ambito della contrapposizione tra il diritto penale classico, fondato sulla colpevolezza del fatto, ed il diritto penale moderno, legato alle misure di prevenzione. Oggigiorno, infatti, il diritto penale viene utilizzato non solo come mezzo di risoluzione di specifici conflitti sociali, ma anche come sistema di prevenzione generalizzata della conflittualità.
Anche a proposito di tale discussione emergerà e sarà approfondita la problematica inerente alla contrapposizione tra una compressione delle garanzie penalistiche e le istanze preventive che sollecitano una espansione applicativa delle misure di prevenzione praeter delictum, soprattutto in relazione alle misure di prevenzione patrimoniali.
Nella parte finale dell’elaborato, l’approfondimento di una recente e controversa vicenda giudiziaria offrirà importanti spunti circa la necessità di riflettere, con una maggiore attenzione, in merito alle implicazioni correlate ad un uso distorto della misura preventiva. Verranno delineate, conclusivamente, alcune possibili prospettive di riforma dell’istituto in esame, in grado di assicurarne una maggiore compatibilità con i principi costituzionali del diritto e del processo penale.
File
Nome file | Dimensione |
---|---|
TESI_MIA...re_uv.pdf | 1.49 Mb |
Contatta l’autore |