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La crescente preoccupazione riguardo alle sorti del pianeta ha comportato la presa di coscienza da parte degli Stati sulla necessità di promuovere uno sviluppo sostenibile.
In questo contesto si inseriscono le tematiche ESG, ossia Environmental, Social and Governance.
Il sistema produttivo dovrebbe infatti garantire una crescita della ricchezza mondiale cercando di avere un impatto zero sull’ambiente, di tutelare la società e di governare l’impresa seguendo i principi di buona amministrazione.
Per raggiungere tale obiettivo è necessaria una cooperazione internazionale che coinvolga tutti i Paesi non potendo essere plausibile che vi siano dei porti franchi.
Un ruolo fondamentale per conseguire tale obiettivo è senza dubbio quello di responsabilizzare l’attività delle imprese, le quali dovranno adattare i loro sistemi operativi alle nuove esigenze.
L’effettivo impegno delle stesse è verificabile tramite l’analisi delle rendicontazioni non finanziarie prodotte che devono diventare parte integrante dell’informativa aziendale.
In tal senso il trattato procede con una descrizione dell’attuale sistema normativo in merito alla disclosure non finanziaria nei principali Paesi evidenziando le differenze che ancora, purtroppo, sussistono.
Nel testo si evidenzia come ancora troppo margine di discrezionalità sia lasciato alle imprese nel riportare le informazioni e come ci sia ancora una grande discrepanza fra le normative internazionali.
Si prosegue, poi, esaminando l’impatto dei fattori ESG sulla valutazione d’azienda, ripercorrendo i principali modelli di valutazione e come l’ambiente, il sociale e la governance possano essere inseriti negli stessi; citando infine anche il ruolo dell’ESG rating, un punteggio che viene assegnato alle aziende sulla base delle performance delle stesse in merito alle tematiche ESG.
Nel corso degli ultimi anni, le imprese per far fronte alle impellenti richieste da parte degli enti regolatori, dei consumatori e in generale della vasta platea di stakeholder, si sono rese protagoniste di comportamenti scorretti fingendo di essere coinvolte in un processo di cambiamento quando in realtà non era così.
Viene quindi approfondito il tema del greenwashing e nello specifico il caso della società petrolifera britannica BP plc che nel corso della sua storia è stata sotto i riflettori per diverse controversie riguardanti i temi ambientali, culminate nell’aprile del 2010 con il disastro della DeepWater Horizon in cui morirono 11 persone e vennero sversate nelle acque del Golfo del Messico enormi quantità di petrolio. L’accaduto ha scaturito una serie di indagini che hanno rivelato l’attitudine della società a privilegiare il profitto a discapito della sicurezza; inoltre confrontando le comunicazioni pubbliche e le azioni della stessa, ci si è accorti di importanti incongruenze che concretizzavano il greenwashing.
Infine, si è riportato l’impatto economico dell’evento sulla società che nei due mesi successivi all’accaduto ha perso il circa il 50% della propria capitalizzazione di borsa non riuscendo dopo l’evento a ritornare sui valori azionari pre – disastro.