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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11172019-215825


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CORTESE, LOREDANA
URN
etd-11172019-215825
Titolo
Il chirurgo pediatra e la preservazione della fertilità nei pazienti affetti da criptorchidismo e varicocele: studio di fattibilità
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Spinelli, Claudio
Parole chiave
  • varicocele
  • fertilità
  • criptorchidismo
Data inizio appello
10/12/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il termine criptorchidismo deriva dal greco “kryptos” (nascosto) nascosto e “orchis” (testicolo) e rappresenta la più comune alterazione congenita del tratto urogenitale. Nel criptorchidismo pertanto si verifica un difetto nel processo di discesa dei testicoli le cui cause sono sconosciute. Il criptorchidismo può essere isolato o essere associato ad altre anomalie congenite o far parte di sindromi malformative. Tra i fattori di rischio si riconoscono: peso alla nascita inferiore ai 2,5 Kg, parto prematuro.
Il criptorchidismo può avere delle conseguenze a lungo termine sulle funzioni testicolari come l’alterazione della spermatogenesi e il rischio di sviluppare un carcinoma testicolare. Il criptorchidismo si tratta con un intervento di orchidopessi e dal momento che è stato osservato che si verificano alterazioni nei testicoli dei bambini criptorcidi fin dai primi mesi di vita (6-12) si consiglia di effettuare l’orchidopessi entro i 18 mesi dalla nascita. L’orchidopessi precoce potrebbe prevenire alterazioni nello sviluppo del testicolo e quindi avere anche effetti positivi per quanto riguarda la fertilità.
Il 10% dei maschi infertili riporta storia di criptorchidismo. E’ stato dimostrato che l’infertilità nei pazienti con criptorchidismo monolaterale è due volte più frequente rispetto alla popolazione normale. L’infertilità nei pazienti con criptorchidismo bilaterale è circa 3,5 volte più frequente rispetto a quelli con criptorchidismo monolaterale e 6 volte più frequente rispetto alla popolazione normale.
Il varicocele è una anomala dilatazione del plesso venoso pampiniforme causato da un aumento della pressione nel sistema renale-spermatico (reflusso intrafunicolare nella vena spermatica interna) o nel sistema ileale-spermatico (reflusso extrafunicolare nelle vene cremasteriche, vene deferenti e vene gubernaculari) o in entrambi i sistemi. Basandosi su uno studio venografico, Coolsaet concluse che il varicocele è causato da un reflusso nelle vene intrafunicolari nel 67% dei casi, nelle vene extrafunicolari nel 20% dei casi, o entrambi le vene in un 14% dei casi. La patologia è rara nei bambini, mentre si ritrova nel 15-20% dei maschi adolescenti. In un gruppo di 4025 bambini e adolescenti turchi, la prevalenza era dello 0,8% nei bambini tra i 2 e i 6 anni, dell’1% in quelli tra i 7 e i 10 anni, 7,8% nei bambini tra gli 11 e i 14 anni e del 14,1% nei ragazzi tra i 15 e i 19 anni indicando un aumento della prevalenza all’inizio della pubertà. E’ una patologia progressiva e l’incidenza di atrofia testicolare aumenta con la pubertà. Dolore testicolare persistente e una discrepanza nel volume testicolare maggiore del 20% dopo un anno di follow-up con ecocolor doppler scrotale rappresenta l’indicazione corretta per il trattamento del varicocele.
Il management del varicocele negli adolescenti è un argomento molto dibattuto: il grado del varicocele non sembra essere correlato con lo stato di infertilità e non è pertanto adatto per la selezione dei candidati alla terapia. L’infertilità maschile dovuta al varicocele potrebbe essere causata da diversi meccanismi, come una aumentata temperatura intrascrotale, reflusso di metaboliti attraverso la vena renale, ischemia e ipossia testicolare. La sua prevalenza potrebbe essere più elevata del 40% dei maschi adulti che presentano infertilità primaria e dell’80% in quelli con infertilità secondaria.
Lo scopo del nostro progetto è quello di prelevare tessuto testicolare di bambini prepuberi con criptorchidismo e varicocele durante l’intervento di correzione chirurgica. Una volta prelevato, il tessuto testicolare, verrà destinato in parte all’analisi istologica e in parte alla criopreservazione. L’analisi istologica ci servirà per capire se nel tessuto prelevato sono presenti spermatogoni e se sarà possibile far progredire la spermatogenesi in vitro in modo da poter recuperare spermatozoi maturi. Successivamente si cercherà di capire se è possibile far progredire la spermatogenesi in vivo a partire dai campioni di tessuto testicolare. Questo perché, nel caso in cui i bambini sottoposti alle biopsie testicolari, una volta adulti, risultassero infertili, si potrebbe scongelare il tessuto criopreservato ed effettuare un trapianto autologo a livello dello scroto o del sottocute. A questo punto si cercherà di capire se gli spermatogoni presenti sono in grado di generare spermatozoi maturi in grado di fecondare ovociti.
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