Tesi etd-11172016-202453 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
LIONELLO, ROSARIA
URN
etd-11172016-202453
Titolo
Effeti acuti dell'inquinamento ambientale da particolato sulla funzione respiratoria e sulla lunghezza del telomero nella popolazone generale.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Celi, Alessandro
correlatore Dott.ssa Bollati, Valentina
correlatore Dott.ssa Bollati, Valentina
Parole chiave
- funzione respiratoria
- inquinamento ambientale
- lunghezza del telomero
- particolato
Data inizio appello
06/12/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Questo lavoro di tesi si affianca ai risultati ottenuti da un gruppo di ricerca milanese che ha realizzato lo studio ''SPHERE''.
SPHERE (''Susceptibility to Particle Health Effects, miRNAs and Exosomes'') è uno studio di durata quinquennale ( settembre 2010 – dicembre2015), effettuato su una popolazione di 2000 soggetti, in sovrappeso o obesi, residenti in Lombardia e classificati in base ai livelli di inquinamento da particolato cui giornalmente sono esposti.
Il campione di soggetti analizzato viene quindi studiato in rapporto alla sua esposizione ad agenti inquinanti (PM10), i cui valori sono rilevati da apposite stazioni distribuite in ben 154 siti di monitoraggio sparsi per la Lombardia.
Sono stati scelti i soggetti con un elevato BMI in quanto questi risultano più suscettibili all'inquinamento perché presentano un aumentato assorbimento del particolato ambientale.
Da questi soggetti, ai fini dello studio, sono stati raccolti campioni di sangue, urine, feci, ed è stata misurata la funzione polmonare con apparecchiature di ultima generazione.
Scopo di SPHERE è quello di scoprire quali siano i meccanismi a livello molecolare tramite cui il particolato ambientale (importante agente inquinante) esercita i suoi effetti sulla salute umana.
Tutti gli studi finora presenti sull'argomento hanno sì chiarito che l'inquinamento ambientale correla con l'insorgenza di malattie cardiovascolari, ma non si è ancora raggiunta una buona conoscenza dei potenziali meccanismi implicati a livello molecolare.
Lo studio parte dal presupposto che, pur sapendo che il particolato rappresenta un grosso fattore di rischio per malattie cardiovascolari, non si è riusciti a dimostrare che questo arrivi fisicamente al circolo sanguigno e vi si depositi danneggiandolo, aumentando così la suscettibilità alle sopraccitate malattie.
Quello che lo studio ipotizza è che il particolato ambientale, una volta penetrato nel sistema respiratorio, induca una serie di modificazioni nella produzione di alcune sostanze (definite vescicole extracellulari, EV) da parte di quest'ultimo.
Tali sostanze, verranno così secrete in quantità e qualità alterate rispetto alla norma, ed una volta raggiunta la circolazione sistemica, la danneggeranno, predisponendo all'insorgenza di malattia.
Il progetto SPHERE rappresenta il primo grande studio nel suo genere, sia per le ipotesi innovative che per l'ampiezza del campione di soggetti studiati.
Se l'ipotesi iniziale venisse confermata dai risultati dello studio, la misurazione plasmatica delle EV potrebbe rappresentare in futuro un nuovo ottimo indicatore di grande valore in termini preventivi diagnostici.
Il lavoro di tesi prende in considerazione, a partire dai dati raccolti nell'ambito del progetto SPHERE, i valori relativi alla funzione polmonare di questi soggetti, per poter capire in che modo l'esposizione al particolato nel breve termine possa influenzarla.
Dai risultati ottenuti emerge che un'esposizione ad alti livelli di inquinante pochi giorni prima della misurazione della funzione polmonare induce nell'immediato un apparente miglioramento della funzionalità stessa, evidenziato da un aumento della capacità vitale e conseguentemente da una riduzione del volume residuo.
In altri termini, subito dopo un'esposizione ad alti livelli di particolato ambientale, il polmone risponderebbe aumentando la capacità ventilatoria e riducendo il volume di aria intrappolato.
Altro parametro preso in considerazione dal nostro studio è la lunghezza dei telomeri, con l'obiettivo di studiarne il comportamento in risposta ad esposizioni al particolato nel breve periodo. Grazie al nostro lavoro di ricerca si è potuto verificare che questo parametro tende a diminuire in relazione ad esposizioni al particolato nel breve termine.
SPHERE (''Susceptibility to Particle Health Effects, miRNAs and Exosomes'') è uno studio di durata quinquennale ( settembre 2010 – dicembre2015), effettuato su una popolazione di 2000 soggetti, in sovrappeso o obesi, residenti in Lombardia e classificati in base ai livelli di inquinamento da particolato cui giornalmente sono esposti.
Il campione di soggetti analizzato viene quindi studiato in rapporto alla sua esposizione ad agenti inquinanti (PM10), i cui valori sono rilevati da apposite stazioni distribuite in ben 154 siti di monitoraggio sparsi per la Lombardia.
Sono stati scelti i soggetti con un elevato BMI in quanto questi risultano più suscettibili all'inquinamento perché presentano un aumentato assorbimento del particolato ambientale.
Da questi soggetti, ai fini dello studio, sono stati raccolti campioni di sangue, urine, feci, ed è stata misurata la funzione polmonare con apparecchiature di ultima generazione.
Scopo di SPHERE è quello di scoprire quali siano i meccanismi a livello molecolare tramite cui il particolato ambientale (importante agente inquinante) esercita i suoi effetti sulla salute umana.
Tutti gli studi finora presenti sull'argomento hanno sì chiarito che l'inquinamento ambientale correla con l'insorgenza di malattie cardiovascolari, ma non si è ancora raggiunta una buona conoscenza dei potenziali meccanismi implicati a livello molecolare.
Lo studio parte dal presupposto che, pur sapendo che il particolato rappresenta un grosso fattore di rischio per malattie cardiovascolari, non si è riusciti a dimostrare che questo arrivi fisicamente al circolo sanguigno e vi si depositi danneggiandolo, aumentando così la suscettibilità alle sopraccitate malattie.
Quello che lo studio ipotizza è che il particolato ambientale, una volta penetrato nel sistema respiratorio, induca una serie di modificazioni nella produzione di alcune sostanze (definite vescicole extracellulari, EV) da parte di quest'ultimo.
Tali sostanze, verranno così secrete in quantità e qualità alterate rispetto alla norma, ed una volta raggiunta la circolazione sistemica, la danneggeranno, predisponendo all'insorgenza di malattia.
Il progetto SPHERE rappresenta il primo grande studio nel suo genere, sia per le ipotesi innovative che per l'ampiezza del campione di soggetti studiati.
Se l'ipotesi iniziale venisse confermata dai risultati dello studio, la misurazione plasmatica delle EV potrebbe rappresentare in futuro un nuovo ottimo indicatore di grande valore in termini preventivi diagnostici.
Il lavoro di tesi prende in considerazione, a partire dai dati raccolti nell'ambito del progetto SPHERE, i valori relativi alla funzione polmonare di questi soggetti, per poter capire in che modo l'esposizione al particolato nel breve termine possa influenzarla.
Dai risultati ottenuti emerge che un'esposizione ad alti livelli di inquinante pochi giorni prima della misurazione della funzione polmonare induce nell'immediato un apparente miglioramento della funzionalità stessa, evidenziato da un aumento della capacità vitale e conseguentemente da una riduzione del volume residuo.
In altri termini, subito dopo un'esposizione ad alti livelli di particolato ambientale, il polmone risponderebbe aumentando la capacità ventilatoria e riducendo il volume di aria intrappolato.
Altro parametro preso in considerazione dal nostro studio è la lunghezza dei telomeri, con l'obiettivo di studiarne il comportamento in risposta ad esposizioni al particolato nel breve periodo. Grazie al nostro lavoro di ricerca si è potuto verificare che questo parametro tende a diminuire in relazione ad esposizioni al particolato nel breve termine.
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