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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11162022-111303


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
QUARANTA, FRANCESCO
URN
etd-11162022-111303
Titolo
Terapie adiuvanti nella sepsi e nello shock settico: studio retrospettivo
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Forfori, Francesco
Parole chiave
  • immunoglobuline
  • sepsi
  • shock settico
  • terapie adiuvanti
Data inizio appello
06/12/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
06/12/2092
Riassunto
La sepsi rappresenta una condizione pericolosa per la vita caratterizzata da disfunzione d’organo e causata da una risposta disregolata dell’ospite all’infezione1. È caratterizzata da un’alta mortalità che aumenta con l’aggravarsi del quadro clinico fino a raggiungere percentuali intorno al 40% in caso di shock settico.
Essendo la prognosi fortemente condizionata dalla tempestività e dalla adeguatezza delli approcci diagnostico-terapeutici, nel corso degli anni, grazie ad un progetto “Surving Sepsis Campaign”2 si è cercato di uniformarne e facilitarne il riconoscimento e di ottimizzarne e standardizzarne la terapia, allo scopo di migliorarne la prognosi e diminuirne le conseguenze a lungo termine.
Nonostante l’aderenza alle Linea Guida abbia portato ad una riduzione della mortalità ad essa associata, questa si mantiene comunque elevata.
In ragione di ciò e grazie ai progressi ottenuti in merito alla comprensione dei meccanismi responsabili della patogenesi, la ricerca scientifica ha cercato di identificare nuove strategie terapeutiche che, agendo di supporto alla terapia standard, potessero migliorarne il trattamento. Ad oggi, queste non sono ancora consigliate dalle Linee Guida a causa della mancanza di forti evidenze o risultati contrastanti.
Tra le varie terapie adiuvanti, la somministrazione endovenosa di Immunoglobuline arricchite in IgM ha mostrato risultati molto incoraggianti. Lo scopo di questa tesi è stato quello di verificare l’efficacia di questo trattamento in pazienti chirurgici che hanno sviluppato sepsi o shock settico.
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