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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11162011-120430


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
MUGUERZA PORCELLA, DAVID GUSTAVO
URN
etd-11162011-120430
Titolo
Fine del "miracolo": la crisi economica italiana del 1963-1964
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
POLITICHE E RELAZIONI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Cini, Marco
Parole chiave
  • centro sinistra
  • industria
  • recessione
  • restrizione
Data inizio appello
05/12/2011
Consultabilità
Parziale
Data di rilascio
05/12/2051
Riassunto
Il lavoro realizzato ha come finalità l’analisi della crisi economica che colpì l'Italia nel 1963-‘64. Si è provveduto ad analizzare gli eventi storici in maniera ampia; infatti è parso subito evidente come sarebbe stato riduttivo dare un’interpretazione esclusivamente economica della situazione. La crisi, per certi versi, risulta emblematica delle virtù e dei vizi del sistema economico-politico italiano.

Nel primo capitolo, si è analizzato il sistema economico italiano degli anni cinquanta e i primi anni sessanta, quello che è passato alla storia come “miracolo economico”. L’Italia, che era uscita sconfitta dalla seconda guerra mondiale, si ritrova con dati molto positivi dal punto di vista della crescita, produttività ed esportazioni, grazie alla presenza di salari bassi e alla pressoché illimitata disponibilità di forza lavoro. Questi stessi dati, però, non erano distribuiti uniformemente in tutto il Paese, sia dal punto di vista geografico che industriale.

Il secondo capitolo, evidenzia innanzitutto come gli elementi che avevano condotto ad una forte crescita, sono stati i medesimi che hanno impedito allo sviluppo economico di proseguire con gli stessi numeri anche nel decennio successivo. Il 1963 può essere indicato come il punto nel quale si conclude il “miracolo economico”, al blocco salariale degli anni cinquanta ha fatto seguito una crescita nella retribuzione dei lavoratori che ha ben presto messo in crisi un sistema basato sui bassi salari. Gli aumenti dei salari fecero aumentare i consumi, di conseguenza i prezzi salirono, stimolando l’inflazione e mettendo in crisi il sistema dualista di produzione industriale. Ancora a causa degli aumenti salariali, anche le imprese subirono degli effetti negativi, perché i loro profitti si ridussero e non riuscirono più a finanziare come in precedenza le loro attività di investimento. Difatti, in questo frangente si verificò una maggiore dinamicità delle importazioni rispetto alle esportazioni, indebolendo pesantemente la bilancia dei pagamenti e determinando il punto più critico della congiuntura. Si era, infatti, dovuto far fronte all’aumento della domanda interna, per evitare una più forte lievitazione dei prezzi, attraverso un incremento delle importazioni.

In questo quadro, entrò in scena anche la Banca d’Italia, con il governatore dell’epoca, Guido Carli. Insieme a quest’ultimo, gli industriali decisero inizialmente per una manovra espansionista del credito. Tuttavia, questa manovra risultò errata perché contribuì ad incrementare la spinta inflazionistica. Solo in un secondo momento, e pressoché da un’idea esclusiva del governatore Carli, si pose rimedio alla situazione e, mediante una politica restrittiva del credito, si tornò ad avere effetti positivi sui prezzi e sulla bilancia dei pagamenti, spianando così la strada ad una lenta ripresa economica nella seconda metà degli anni sessanta.

Il terzo capitolo prende in considerazione gli aspetti politici degli anni in questione. In particolare, non si è dimenticato che proprio nel periodo trattato per la prima volta i socialisti entrano a far parte del governo. Per risolvere gli squilibri del sistema economico, i suggerimenti dei socialisti consistevano in maggiori riforme sociali ed in un tangibile intervento pubblico nelle questioni economiche. Non a caso, in questi anni si arrivò alla nazionalizzazione dell’industria elettrica e alla creazione dell’Enel. La crisi, comunque, mostrava di avere aspetti soprattutto politici, consistenti in un gruppo di governo scarsamente coeso, ed inoltre la coalizione governativa non godeva della piena fiducia della classe dirigente economica. Anche questa circostanza contribuì ad acuire le difficoltà nell’attuare il programma e rese necessario l’intervento da parte della Banca d’Italia.

Il quarto capitolo ha lo scopo di analizzare la posizione economica, con riferimento alla crisi del 1963-’64, del Partito Comunista Italiano, permettendo di dare uno sguardo anche a quello che era l’atteggiamento del maggiore partito d’opposizione dell’epoca.
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