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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11152023-164025


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
BARRA, FABIOLA
URN
etd-11152023-164025
Titolo
Qualità di vita nell'oftalmopatia basedowiana: correlazione tra OSDI e GO-QoL
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Posarelli, Chiara
correlatore Dott.ssa Maglionico, Maria Novella
Parole chiave
  • Patologia della superficie oculare
  • GO-QoL
  • Qualità di vita
  • Oftalmopatia basedowiana
  • OSDI
Data inizio appello
05/12/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/12/2093
Riassunto
L'Oftalmopatia di Basedow (OB) è la manifestazione extratiroidea più comune nella maggior parte dei pazienti con morbo di Basedow.
L’OB si associa alla Dry Eye Syndrome (DES) nel 65-85% dei casi; tra i principali fattori di rischio per lo sviluppo di DES si riconoscono l’esoftalmo, l’aumento dell’ampiezza della rima palpebrale e le modificazioni qualitative e quantitative del film lacrimale.
I cambiamenti a carico della superficie oculare comportano un discomfort tale da avere un impatto importante sulla qualità di vita dei pazienti con OB, sia dal punto di vista funzionale che psicosociale.
L’obiettivo primario del nostro studio è stato quello di valutare la qualità di vita nei pazienti affetti da oftalmopatia basedowiana attraverso i risultati dei questionari OSDI (Ocular Surface Disease Index) e GO-QoL (Graves’ Ophthalmopathy Quality of Life Questionnaire) e studiare le eventuali differenze tra i due scores e l’attività di malattia; gli obiettivi secondari sono stati valutare l’esistenza o meno di una correlazione tra i punteggi dei due questionari e i segni oggettivi di sofferenza della superficie oculare (BUT e Schirmer).
Lo studio osservazionale cross-sectional è stato condotto presso l’ambulatorio interdipartimentale per la diagnosi e terapia delle oftalmopatie endocrino-metaboliche con la collaborazione delle U.O di Oculistica ed Endocrinologia 2 dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Pisa, nel periodo compreso tra aprile e novembre 2023.
Sono stati analizzati i dati di 224 occhi di 112 pazienti affetti da oftalmopatia basedowiana; il gruppo di studio includeva 88 donne e 24 uomini con età compresa tra 21 e 77 anni (media 55.09 ± 11.90).
I criteri di inclusione dei pazienti nello studio sono stati età > 18 anni e < 80 anni e diagnosi di oftalmopatia basedowiana attiva (CAS 4-7) e inattiva (CAS 0-3).
I criteri di esclusione dei pazienti dallo studio sono stati: presenza di distrofie corneali, presenza di patologie interferenti quali ad esempio diabete mellito, sindrome di Sjogren, terapia locale e/o sistemica con farmaci a nota tossicità oculare, trattamento con iodio radioattivo nell’anno precedente, pregressa chirurgia oculare, trattamento con radioterapia.
Tutti i pazienti sono stati sottoposti a visita oculistica completa con anamnesi, esame obiettivo ed esami strumentali ponendo particolare attenzione ai sintomi e segni di
malattia, all’aumento della rima palpebrale, all’esoftalmo misurato con l’esoftalmometro di Hertel e all’attività di malattia valutata secondo lo score CAS; durante la visita sono stati eseguiti il test di Schirmer I (SIt) e il Break Up Time (BUT) per la valutazione dei parametri oculari funzionali, quali stabilità e quantità del film lacrimale prodotto; infine, sono stati somministrati a tutti i pazienti, il questionario OSDI e il questionario GO-QoL.
Nell’analisi statistica, la distribuzione normale delle variabili continue è stata valutata mediante il test di Shapiro-Wilk; le variabili parametriche e non sono state presentate rispettivamente come media e deviazione standard e come mediana e intervallo interquartile (IQR).
Il t-test per dati non appaiati e il test U di Mann-Whitney sono stati utilizzati in base alla distribuzione dei dati.
La correlazione tra variabili continue è stata valutata mediante il test di Spearman.
I grafici di correlazione sono stati generati utilizzando il livellamento del grafico a dispersione stimato localmente (LOESS).
Tutti i test erano a due code e un valore P di 0,05 è stato considerato significativo; tutte le analisi e i grafici sono stati generati in R (v.4.3.2).
Dall’analisi dei dati è emerso che la popolazione di pazienti presentava sia una condizione severa di sofferenza della superficie oculare (OSDI: 33.98 ± 23.20) che un impatto importante sulla qualità di vita (GO-QoL: 75.81 ± 14.84).
Il punteggio medio OSDI è risultato più alto nelle pazienti di sesso femminile mentre non sono emerse diversità in base al sesso per quanto riguarda il punteggio GO-QoL.
Un’ulteriore differenza tra i due scores è stata rilevata valutando l’attività di malattia, con punteggi OSDI più alti e GO-QoL più bassi riscontrati in pazienti con CAS 4-7, sintomi e segni di attività, rispetto al gruppo di pazienti con CAS 0-3.
Inoltre, è stata individuata una correlazione positiva tra GO-QoL totale e i valori di BUT, confermata anche valutando GO funzionale e stratificando i dati in base all’attività di malattia; GO funzionale è risultato correlato negativamente con i valori di Schirmer.
I punteggi dei due questionari (OSDI e GO-QoL) si sono rivelati sempre inversamente correlati, dimostrando che una qualità di vita migliore si associa ad una superficie oculare normale.
Lo studio si pone all’interno di un contesto, quale quello dell’analisi della qualità di vita, che ha acquisito un’importanza crescente in ambito medico negli ultimi decenni.
I risultati suggeriscono che la valutazione dell’OB e della DES dovrebbero essere eseguite insieme e che i questionari OSDI e GO-QoL potrebbero essere dei validi strumenti per valutare l'impatto delle due condizioni cliniche sulla qualità di vita di questi pazienti.
I punteggi dei questionari insieme potrebbero aiutare il medico a scegliere la miglior terapia incentrata sul paziente, in modo da ottenere effetti sempre più concreti in termini di miglioramento del benessere del paziente.
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