Tesi etd-11152022-122637 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CORRARO, SERENA
URN
etd-11152022-122637
Titolo
Caratterizzazione del profilo di espressione di PRAME nel nevo displastico
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Dott. Scatena, Cristian
correlatore Dott. Fanelli, Giuseppe Nicolò
correlatore Dott. Fanelli, Giuseppe Nicolò
Parole chiave
- nevi displastici
- PRAME
Data inizio appello
06/12/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
06/12/2092
Riassunto
Le proliferazioni melanocitarie atipiche e nello specifico i nevi displastici costituiscono un tema dibattuto con importanti implicazioni clinico-terapeutiche e rappresentano lesioni spesso di difficile interpretazione per l’anatomopatologo. L’incidenza è del 2-18%, tuttavia questa potrebbe essere sottostimata in quanto, spesso, tali lesioni presentano caratteristiche macroscopiche e dermoscopiche non sospette, e pertanto non vengono escisse. Il riconoscimento del nevo displastico risulta fondamentale in quanto costituisce un fattore di rischio per lo sviluppo di melanoma cutaneo, soprattutto negli individui affetti da Sindrome del nevo displastico o FAMMM- Familial Atypical Multiple Mole Melanoma.
I nevi displastici vengono identificati e classificati, secondo le indicazioni WHO del 2018, basate su criteri quali il disordine architetturale e l’atipia citologica. Tuttavia, tali lesioni possono presentarsi con caratteristiche morfologiche di difficile interpretazione. Sulla base di queste osservazioni, lo studio di nuovi biomarcatori rappresenta un fronte di ricerca importante, sia per un miglioramento degli attuali standard di diagnosi, sia come punto di partenza per lo sviluppo di terapie a bersaglio molecolare.
Negli ultimi anni, dalla letteratura emerge un crescente interesse per PRAME (PReferentially expressed Antigen in MElanoma): marcatore estremamente specifico per le cellule melanocitarie maligne, ma solo moderatamente sensibile. La sua espressione è stata studiata estesamente nel contesto dei melanomi, sia primari che metastatici, mentre il suo ruolo diagnostico nelle lesioni neviche displastiche è ancora inesplorato. Pertanto, lo scopo principale del progetto è quello di studiare l’espressione di tale biomarcatore nei nevi con displasia di basso grado (LGD) e di alto grado (HGD) e analizzarne le eventuali associazioni con le caratteristiche clinico-patologiche.
Nel presente studio, dall’archivio dell’Anatomia Patologica 1 Universitaria dell’AOU Pisana, sono stati selezionati 137 casi così suddivisi: 22 nevi comuni, 48 nevi LGD, 40 nevi HGD e 27 melanomi. Per ogni caso sono stati valutati sia gli aspetti morfologici tramite colorazione con ematossilina-eosina, sia l’espressione di PRAME tramite colorazione immunoistochimica. La valutazione semiquantitativa dell’espressione di PRAME è stata effettuata da due dermatopatologi, in maniera indipendente, stimando la percentuale di nuclei positivi.
Più della metà dei nevi comuni (13/22 casi - 59,09%) non esprime PRAME (score 0) o lo esprime in meno del 50% delle cellule (score 2; 2/22 casi - 9,09%); nessuno ha riportato score 3 e score 4. Questi dati dimostrano come le lesioni di natura benigna abbiano una bassa espressione dell’antigene PRAME. Al contrario, il 77,77% dei melanomi ha riportato uno score 4.
Nel contesto dei nevi displastici, la valutazione di PRAME ci ha consentito di definire per la prima volta un trend di espressione del biomarcatore: i nevi HGD più frequentemente esprimono elevati livelli di PRAME rispetto ai nevi LGD. Infatti, 18/48 (37,50%) nevi LGD non esprimono PRAME (score 0) e 23/48 (48,91%) lo esprimono in bassa percentuale (score 1 e score 2). Mentre 10/40 (25%) nevi HGD lo esprimono diffusamente (score 4) o in alta percentuale (score 3). Inoltre, dalla valutazione attenta dei risultati statistici (χ² dicotomizzato) è emerso che esiste una differenza statisticamente significativa nell’espressione di PRAME tra i nevi displastici di alto grado e i melanomi, ponendo come threshold lo score 4 (p value=0,0001). Dalle analisi condotte in questo studio risulta che la sensibilità e la specificità di PRAME sono, rispettivamente, dell’80% e dell’85% confermando, visti gli alti valori di sensibilità e specificità, che PRAME può essere utilizzato nella routine clinica se si ha un dubbio diagnostico rilevante fra nevo displastico di alto grado e melanoma.
Alla luce dei dati ottenuti, il PRAME si conferma un marcatore estremamente specifico, anche se, non particolarmente sensibile: una lesione che esprime diffusamente PRAME orienta per una diagnosi di melanoma, mentre una bassa espressione di PRAME non esclude, vista la non elevata sensibilità, la malignità della lesione. Pertanto, la diagnosi deve essere il frutto principalmente della valutazione morfologica, mentre le indagini ancillari (valutazione immunoistochimica e molecolare di specifici biomarcatori) devono essere utilizzate solo come supporto e non come guida.
I nevi displastici vengono identificati e classificati, secondo le indicazioni WHO del 2018, basate su criteri quali il disordine architetturale e l’atipia citologica. Tuttavia, tali lesioni possono presentarsi con caratteristiche morfologiche di difficile interpretazione. Sulla base di queste osservazioni, lo studio di nuovi biomarcatori rappresenta un fronte di ricerca importante, sia per un miglioramento degli attuali standard di diagnosi, sia come punto di partenza per lo sviluppo di terapie a bersaglio molecolare.
Negli ultimi anni, dalla letteratura emerge un crescente interesse per PRAME (PReferentially expressed Antigen in MElanoma): marcatore estremamente specifico per le cellule melanocitarie maligne, ma solo moderatamente sensibile. La sua espressione è stata studiata estesamente nel contesto dei melanomi, sia primari che metastatici, mentre il suo ruolo diagnostico nelle lesioni neviche displastiche è ancora inesplorato. Pertanto, lo scopo principale del progetto è quello di studiare l’espressione di tale biomarcatore nei nevi con displasia di basso grado (LGD) e di alto grado (HGD) e analizzarne le eventuali associazioni con le caratteristiche clinico-patologiche.
Nel presente studio, dall’archivio dell’Anatomia Patologica 1 Universitaria dell’AOU Pisana, sono stati selezionati 137 casi così suddivisi: 22 nevi comuni, 48 nevi LGD, 40 nevi HGD e 27 melanomi. Per ogni caso sono stati valutati sia gli aspetti morfologici tramite colorazione con ematossilina-eosina, sia l’espressione di PRAME tramite colorazione immunoistochimica. La valutazione semiquantitativa dell’espressione di PRAME è stata effettuata da due dermatopatologi, in maniera indipendente, stimando la percentuale di nuclei positivi.
Più della metà dei nevi comuni (13/22 casi - 59,09%) non esprime PRAME (score 0) o lo esprime in meno del 50% delle cellule (score 2; 2/22 casi - 9,09%); nessuno ha riportato score 3 e score 4. Questi dati dimostrano come le lesioni di natura benigna abbiano una bassa espressione dell’antigene PRAME. Al contrario, il 77,77% dei melanomi ha riportato uno score 4.
Nel contesto dei nevi displastici, la valutazione di PRAME ci ha consentito di definire per la prima volta un trend di espressione del biomarcatore: i nevi HGD più frequentemente esprimono elevati livelli di PRAME rispetto ai nevi LGD. Infatti, 18/48 (37,50%) nevi LGD non esprimono PRAME (score 0) e 23/48 (48,91%) lo esprimono in bassa percentuale (score 1 e score 2). Mentre 10/40 (25%) nevi HGD lo esprimono diffusamente (score 4) o in alta percentuale (score 3). Inoltre, dalla valutazione attenta dei risultati statistici (χ² dicotomizzato) è emerso che esiste una differenza statisticamente significativa nell’espressione di PRAME tra i nevi displastici di alto grado e i melanomi, ponendo come threshold lo score 4 (p value=0,0001). Dalle analisi condotte in questo studio risulta che la sensibilità e la specificità di PRAME sono, rispettivamente, dell’80% e dell’85% confermando, visti gli alti valori di sensibilità e specificità, che PRAME può essere utilizzato nella routine clinica se si ha un dubbio diagnostico rilevante fra nevo displastico di alto grado e melanoma.
Alla luce dei dati ottenuti, il PRAME si conferma un marcatore estremamente specifico, anche se, non particolarmente sensibile: una lesione che esprime diffusamente PRAME orienta per una diagnosi di melanoma, mentre una bassa espressione di PRAME non esclude, vista la non elevata sensibilità, la malignità della lesione. Pertanto, la diagnosi deve essere il frutto principalmente della valutazione morfologica, mentre le indagini ancillari (valutazione immunoistochimica e molecolare di specifici biomarcatori) devono essere utilizzate solo come supporto e non come guida.
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