logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11152016-170049


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
BARTOLOMEI, LUCA
URN
etd-11152016-170049
Titolo
Studio del microcircolo periferico in un modello murino di malattia di Alzheimer
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Virdis, Agostino
Parole chiave
  • miografo a pressione
  • SAMP8
  • endotelio
Data inizio appello
06/12/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
In condizioni fisiologiche l’endotelio rappresenta una fonte di molecole che contribuiscono all’omeostasi del tono e della struttura vascolare.
La principale molecola coinvolta in questa funzione è l’ossido nitrico (NO), una sostanza gassosa, altamente diffusibile, prodotta dall’ossido nitrico sintasi endoteliale (eNOS) a partire dall’aminoacido L-arginina.
Fisiologicamente dà luogo a vasodilatazione, inibizione dell’aggregazione piastrinica, della proliferazione delle cellule muscolari lisce dei vasi, dell’espressione di molecole di adesione, dell’adesione dei monociti e della sintesi di endotelina-1.
Quando questo meccanismo di omeostasi viene meno si ha una situazione patologica denominata “disfunzione endoteliale” che è caratteristica di diversi fattori di rischio cardiovascolari quali Ipertensione, Diabete Mellito, Obesità.
Essa è dovuta principalmente ad una ridotta biodisponibilità di NO che porta ad una preponderanza di fattori vasocostrittori e alla perdita del meccanismo di regolazione del tono vascolare.
L’endotelio, in questa maniera, diventa un fattore pro-aterogeno che contribuisce alla progressione delle patologie cardiovascolari.

La Malattia di Alzheimer è la più comune forma di Demenza nell’anziano. Questa malattia è causa di forte disabilità dell’individuo affetto, esordisce tipicamente come un deficit mnemonico e, con un decorso assai variabile riguardo alla durata, va ad inficiare tutte le funzioni cognitive e comportamentali.

È una patologia classicamente collegata alla presenza di peculiari caratteristiche anatomopatologiche quali: placche senili formate principalmente da β-amiloide, ammassi neurofibrillari formati da proteina Tau iperfosforilata e angiopatia amiloide (deposizione di Aβ nelle pareti dei vasi).
La diagnosi di questa malattia infatti è definibile come certa solo in sede anatomopatologica in quanto, molte delle caratteristiche cognitivo-comportamentali di questi soggetti, sono presenti anche in altre tipologie di demenza.
L’eziopatogenesi della malattia è stata molto studiata ma le basi fisiopatologiche non sono state completamente chiarite.
Le ultime teorie si concentrano sul fatto che il primo fattore che va ad avviare la patogenesi della malattia sembrerebbe essere l’ipoperfusione del circolo cerebrale.
Ciò porterebbe ad una progressiva degenerazione della barriera emato-encefalica, a morte neuronale, disfunzione dell’endotelio, produzione di radicali liberi dell’ossigeno e all’alterazione della produzione e del trasporto della β-amiloide che portano all’accumulo tipico di questa sostanza nella malattia.
Per lo studio della malattia di Alzheimer è disponibile un modello murino denominato SAMP8 che presenta deficit cognitivi e comportamentali paragonabili a quelli degli individui affetti da malattia di Alzheimer.

Questo modello è stato ampiamente studiato per quanto riguarda la parte neurologica, ma non sono presenti molti studi riguardo alla funzione endoteliale a livello del circolo periferico.

Scopo della presente tesi è stato quello di studiare la funzione endoteliale a livello delle piccole arterie di resistenza mesenteriche di topi SAMP8, individuare le componenti preponderanti alla base di questa disfunzione e se il trattamento con Donepezil, farmaco principe nel trattamento sintomatico della malattia di Alzheimer, oltre alla ben nota inibizione dell’acetilcolinesterasi a livello centrale, avesse una qualche azione anche a livello vascolare periferico.

Il disegno sperimentale quindi ha preso in considerazione due gruppi di esemplari di SAMP 8, uno dei quali non trattato e uno trattato con Donepezil ed un gruppo di esemplari SAMR1 che rappresentano il controllo negativo di questo modello murino, essendo del tutto sani e privi di caratteristiche di malattia di Alzheimer.
Sono stati trattati dai 4 fino ai 6 mesi ed infine sacrificati. Dall’intestino di questi topi sono state isolate le arterie mesenteriche e sono stati eseguiti studi di reattività vascolare tramite l’utilizzo di un miografo a pressione. Per ogni esemplare è stata valutata la risposta vasodilatante all’acetilcolina dopo vasocostrizione con norepinefrina. La stessa curva è stata valutata anche dopo incubazione 30’con Acido Ascorbico (che rappresenta un forte agente antiossidante), in seguito dopo incubazione 30’ con L-NAME (un inibitore diretto della eNOS che riduce la biodisponibilità del NO) ed infine è stata valutata la coincubazione di Acido Ascorbico e di L-NAME.

I risultati di questo studio evidenziano come negli esemplari SAMP8 sia sicuramente presente disfunzione endoteliale a livello del microcircolo periferico, causata da una diminuita biodisponibilità di NO e un aumento di stress ossidativo.
Il trattamento con Donepezil migliora la risposta vasodilatante periferica aumentando la biodisponibilità di NO. In presenza di Donepezil, l’effetto potenziante da parte dell’acido ascorbico sulla funzione endoteliale scompare, suggerendo che il farmaco, in accordo con precedenti studi in vitro, possa avere una attività antiossidante a livello del microcircolo periferico.
In considerazione dei risultati ottenuti nella presente tesi, sarebbe auspicabile, tenuto conto delle numerose evidenze che pongono all’origine della malattia di Alzheimer una disfunzione di tipo vascolare, che ulteriori studi futuri andassero a valutare se gli effetti protettivi che abbiamo evidenziato a livello del microcircolo periferico esistano anche a livello centrale.
File