Thesis etd-11152014-003551 |
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Thesis type
Tesi di specializzazione (5 anni)
Author
PIU, MICHELA
URN
etd-11152014-003551
Thesis title
Esperienze di valutazione e gestione del rischio da movimenti ripetitivi arti superiori in lavanderie ospedaliere
Department
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Course of study
MEDICINA DEL LAVORO
Supervisors
relatore Prof. Foddis, Rudy
Keywords
- ATTIVITA' SANIFICAZIONE OSPEDALIERA
- LAVANDERIE OSPEDALIERE
- MOVIMENTI RIPETITIVI ARTI SUPERIORI
- OCRA
Graduation session start date
03/12/2014
Availability
Withheld
Release date
03/12/2084
Summary
Le patologie e le alterazioni muscoloscheletriche o osteoarticolari, in particolare degli arti superiori, negli ultimi anni sono risultate di crescente importanza nel campo della medicina occupazionale.
Osservando i tipi di malattie professionali tra i lavoratori dei 15 paesi della UE si conferma che le più frequenti sono le malattie che colpiscono l’apparato muscoloscheletrico (38.1%); seguite da malattie neurologiche (20.9%), respiratorie (14.3%), neurosensoriali (12.8%), cutanee (7.1%), neoplastiche (5.1%), e infettive (0.5%).
Nel presente lavoro si illustrano i risultati di una indagine volta all’analisi del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori in addetti ad attività di sanificazione e lavanderia nel comparto sanitario. La valutazione del rischio è stata condotta attraverso l’utilizzo della metodologia OCRA, indicata come da preferire dagli standard internazionali (EN 1005-5 ed ISO 1128-3) relativi alla movimentazione manuale di carichi non pesanti eseguita ad “alta frequenza” i quali indicano tale metodologia come la più affidabile per la valutazione parametrica del livello di esposizione e per orientare le azioni di “riduzione del rischio”. Il primo passo dell’indagine riportata è stato quello di studiare in maniera rigorosa l’attività lavorativa individuando macro-fasi, fasi e compiti. Quest’ultimi, come prevede il metodo OCRA, sono stati filmati e analizzati con check-list OCRA individuando così l’indice di rischio legato alle caratteristiche intrinseche dell’attività .
Questa procedura ci ha permesso di identificare, all'interno dell'azienda, quali fossero i compiti a rischio, classificando il livello di rischio per ciascuno dei compiti, come "assente", "borderline", "presente" o "alto".
Modulando poi il risultato così ottenuto con i dati organizzativi del turno effettivamente svolto dagli operatori presi in esame, si sono ottenuti gli indici espositivi finali.
L’indice espositivo finale dei vari gruppi omogenei di lavoratori è risultato quasi sempre in fascia rossa ed alcune volte in fascia viola indicando, quindi, un’esposizione certa al rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori con livello lieve, medio e, alle volte, elevato.
Dalla visualizzazione di tutti i compiti con i rispettivi schemi riassuntivi di check-list, si sono poi evidenziati gli elementi risultati maggiormente responsabili del sovraccarico biomeccanico degli arti superiori in particolare per quei compiti con indice intrinseco di Chec-klist più alto e quindi a più alta priorità di intervento. Si sono così individuati una serie di possibili interventi atti a ridurre l’esposizione al rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori per gli addetti a tali attività.
In seguito alle modifiche apportate, dalle più semplici (di natura organizzativa) alle più complesse (strutturali) si è proceduto ad un aggiornamento della valutazione osservando una riduzione del rischio, anche se alle volte non quantitativamente elevata, dei vari compiti analizzati, ma sicuramente importante passando anche, in alcuni casi, da rischio elevato a borderline o a rischio medio con conseguente notevole riduzione, quindi, della probabilità di sviluppare od aggravare patologie da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori per gli addetti a tali attività.
L’applicazione di tale metodo nelle attività esaminate, ci ha permesso non solo di identificare con sufficiente precisione il livello di rischio da sovraccarico biomeccanico, ma anche di raccogliere importanti informazioni per la gestione sia del rischio che del danno. Diverse sono state le indicazioni preventive in grado di incidere positivamente su una riduzione del livello di rischio espositivo dalle più semplici, quali quelle di tipo organizzativo come la migliore gestione delle pause non ufficiali e la standardizzazione della metodologia di lavoro delle operatrici, a quelli più complessi applicati attraverso una rimodulazione delle postazioni lavorative, ed ancor più attraverso una rimodulazione della turnistica. In termini di “gestione del danno, infine, la possibilità di avere una fine mappatura delle condizioni di rischio per l’apparato muscolo-scheletrico degli arti superiori è risultata potenzialmente molto importante in vista del reinserimento lavorativo dei lavoratori e delle lavoratrici con pregressa patologia osteoarticolare.
Osservando i tipi di malattie professionali tra i lavoratori dei 15 paesi della UE si conferma che le più frequenti sono le malattie che colpiscono l’apparato muscoloscheletrico (38.1%); seguite da malattie neurologiche (20.9%), respiratorie (14.3%), neurosensoriali (12.8%), cutanee (7.1%), neoplastiche (5.1%), e infettive (0.5%).
Nel presente lavoro si illustrano i risultati di una indagine volta all’analisi del rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori in addetti ad attività di sanificazione e lavanderia nel comparto sanitario. La valutazione del rischio è stata condotta attraverso l’utilizzo della metodologia OCRA, indicata come da preferire dagli standard internazionali (EN 1005-5 ed ISO 1128-3) relativi alla movimentazione manuale di carichi non pesanti eseguita ad “alta frequenza” i quali indicano tale metodologia come la più affidabile per la valutazione parametrica del livello di esposizione e per orientare le azioni di “riduzione del rischio”. Il primo passo dell’indagine riportata è stato quello di studiare in maniera rigorosa l’attività lavorativa individuando macro-fasi, fasi e compiti. Quest’ultimi, come prevede il metodo OCRA, sono stati filmati e analizzati con check-list OCRA individuando così l’indice di rischio legato alle caratteristiche intrinseche dell’attività .
Questa procedura ci ha permesso di identificare, all'interno dell'azienda, quali fossero i compiti a rischio, classificando il livello di rischio per ciascuno dei compiti, come "assente", "borderline", "presente" o "alto".
Modulando poi il risultato così ottenuto con i dati organizzativi del turno effettivamente svolto dagli operatori presi in esame, si sono ottenuti gli indici espositivi finali.
L’indice espositivo finale dei vari gruppi omogenei di lavoratori è risultato quasi sempre in fascia rossa ed alcune volte in fascia viola indicando, quindi, un’esposizione certa al rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori con livello lieve, medio e, alle volte, elevato.
Dalla visualizzazione di tutti i compiti con i rispettivi schemi riassuntivi di check-list, si sono poi evidenziati gli elementi risultati maggiormente responsabili del sovraccarico biomeccanico degli arti superiori in particolare per quei compiti con indice intrinseco di Chec-klist più alto e quindi a più alta priorità di intervento. Si sono così individuati una serie di possibili interventi atti a ridurre l’esposizione al rischio da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori per gli addetti a tali attività.
In seguito alle modifiche apportate, dalle più semplici (di natura organizzativa) alle più complesse (strutturali) si è proceduto ad un aggiornamento della valutazione osservando una riduzione del rischio, anche se alle volte non quantitativamente elevata, dei vari compiti analizzati, ma sicuramente importante passando anche, in alcuni casi, da rischio elevato a borderline o a rischio medio con conseguente notevole riduzione, quindi, della probabilità di sviluppare od aggravare patologie da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori per gli addetti a tali attività.
L’applicazione di tale metodo nelle attività esaminate, ci ha permesso non solo di identificare con sufficiente precisione il livello di rischio da sovraccarico biomeccanico, ma anche di raccogliere importanti informazioni per la gestione sia del rischio che del danno. Diverse sono state le indicazioni preventive in grado di incidere positivamente su una riduzione del livello di rischio espositivo dalle più semplici, quali quelle di tipo organizzativo come la migliore gestione delle pause non ufficiali e la standardizzazione della metodologia di lavoro delle operatrici, a quelli più complessi applicati attraverso una rimodulazione delle postazioni lavorative, ed ancor più attraverso una rimodulazione della turnistica. In termini di “gestione del danno, infine, la possibilità di avere una fine mappatura delle condizioni di rischio per l’apparato muscolo-scheletrico degli arti superiori è risultata potenzialmente molto importante in vista del reinserimento lavorativo dei lavoratori e delle lavoratrici con pregressa patologia osteoarticolare.
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