Tesi etd-11142019-111657 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
PANICUCCI, RACHELE
URN
etd-11142019-111657
Titolo
Libertà di coscienza e divieto di discriminazione in base all'orientamento sessuale.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Sperti, Angioletta
Parole chiave
- discriminazione
- discriminazione per orientamento sessuale
- divieto di discriminazione
- libertà di coscienza
- obiezione
- obiezione di coscienza
Data inizio appello
09/12/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/12/2089
Riassunto
L'elaborato introduce al capitolo I l'istituto dell'obiezione di coscienza, quale strumento collegato alla libertà di coscienza propria di ogni individuo. Si ha prima un'introduzione in chiave storica e filosofica fino ad arrivare alla posizione assunta dalla Corte costituzionale italiana in materia attraverso la sua giurisprudenza, che è arrivata a riconoscere un diritto alla libertà di coscienza, come diritto fondamentale dell'individuo, e all'obiezione di coscienza come diritto strettamente connesso al primo e non autonomo.
Si è passati al capitolo II ad analizzare le nuove istanze di obiezione di coscienza che, non solo nell'ordinamento italiano, sono state prospettate negli ultimi anni e tra queste abbiamo le obiezioni dei funzionari pubblici alla celebrazione delle unioni civili o dei matrimoni omosessuali. Ci si sofferma sui caratteri propri dell'obiezione, assenti in queste ipotesi, fino ad arrivare a contestare anche la posizione dei funzionari pubblici che non permetterebbe di riconoscere un simile diritto. Inoltre, si ha un piccolo confronto tra la posizione italiana e quelle invece assunte dalle Corti degli altri ordinamenti in materia.
Dopo una breve trattazione sulle nuove istanze di tutela dei diritti, sempre più ampie in tutti gli ordinamenti, si passa nel capitolo III a trattare delle richieste di obiezione di coscienza da parte di soggetti privati, titolari di attività che forniscono beni o servizi al pubblico e che hanno utilizzato tale istituto per opporsi ai matrimoni omosessuali o alle unioni civili. Sono descritti alcuni casi giurisprudenziali, soprattutto delle corti supreme inglese e statunitense, per poi confrontare il diverso atteggiamento assunto da entrambe nel corso degli anni.
Infine, il capitolo IV è intitolato appositamente "Obiezione o discriminazione?" perché si sofferma sulla necessità di limitare, o meglio evitare, un uso strumentalizzato del diritto all'obiezione di coscienza, soprattutto in ambiti in cui il suo esercizio potrebbe ledere ad altri soggetti, e soprattutto quando viene invocato nei confronti di caratteristiche personali proprie di altri soggetti. Si cerca di fornire una soluzione, anche se difficilmente riscontrabile, che tenga conto dell'importanza del bilanciamento dei vari diritti in gioco quando si ha un simile conflitto in cui entrambe le parti lamentano una lesione di un proprio diritto fondamentale, per cercare appunto un equilibrio.
In conclusione, si sottolinea l'importanza del bilanciamento dei diritti in gioco, che dovrà essere operata dalle istituzioni e dalle Corti in futuro, per evitare che un diritto prevalga su un altro e che quindi, quei diritti che faticosamente si sono affermati e sono stati riconosciuti, non perdano il loro peso negli ordinamenti e tra le comunità.
Si è passati al capitolo II ad analizzare le nuove istanze di obiezione di coscienza che, non solo nell'ordinamento italiano, sono state prospettate negli ultimi anni e tra queste abbiamo le obiezioni dei funzionari pubblici alla celebrazione delle unioni civili o dei matrimoni omosessuali. Ci si sofferma sui caratteri propri dell'obiezione, assenti in queste ipotesi, fino ad arrivare a contestare anche la posizione dei funzionari pubblici che non permetterebbe di riconoscere un simile diritto. Inoltre, si ha un piccolo confronto tra la posizione italiana e quelle invece assunte dalle Corti degli altri ordinamenti in materia.
Dopo una breve trattazione sulle nuove istanze di tutela dei diritti, sempre più ampie in tutti gli ordinamenti, si passa nel capitolo III a trattare delle richieste di obiezione di coscienza da parte di soggetti privati, titolari di attività che forniscono beni o servizi al pubblico e che hanno utilizzato tale istituto per opporsi ai matrimoni omosessuali o alle unioni civili. Sono descritti alcuni casi giurisprudenziali, soprattutto delle corti supreme inglese e statunitense, per poi confrontare il diverso atteggiamento assunto da entrambe nel corso degli anni.
Infine, il capitolo IV è intitolato appositamente "Obiezione o discriminazione?" perché si sofferma sulla necessità di limitare, o meglio evitare, un uso strumentalizzato del diritto all'obiezione di coscienza, soprattutto in ambiti in cui il suo esercizio potrebbe ledere ad altri soggetti, e soprattutto quando viene invocato nei confronti di caratteristiche personali proprie di altri soggetti. Si cerca di fornire una soluzione, anche se difficilmente riscontrabile, che tenga conto dell'importanza del bilanciamento dei vari diritti in gioco quando si ha un simile conflitto in cui entrambe le parti lamentano una lesione di un proprio diritto fondamentale, per cercare appunto un equilibrio.
In conclusione, si sottolinea l'importanza del bilanciamento dei diritti in gioco, che dovrà essere operata dalle istituzioni e dalle Corti in futuro, per evitare che un diritto prevalga su un altro e che quindi, quei diritti che faticosamente si sono affermati e sono stati riconosciuti, non perdano il loro peso negli ordinamenti e tra le comunità.
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