Tesi etd-11142018-094234 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
TRIFIRO', ISABELLA
URN
etd-11142018-094234
Titolo
La percezione della luce come strumento per vivere l'architettura : applicazione della Human Centric Lighting all'interno del percorso espositivo del Museo di Storia Naturale della Certosa di Calci
Dipartimento
INGEGNERIA DELL'ENERGIA, DEI SISTEMI, DEL TERRITORIO E DELLE COSTRUZIONI
Corso di studi
INGEGNERIA EDILE-ARCHITETTURA
Relatori
relatore Prof. Leccese, Francesco
relatore Prof. Bevilacqua, Marco Giorgio
relatore Ing. Maccheroni, Dario
relatore Prof. Bevilacqua, Marco Giorgio
relatore Ing. Maccheroni, Dario
Parole chiave
- Certosa di Calci
- Human Centric Lighting
- illuminotecnica
- lighting design
- museo di storia naturale della Certosa di Calci
Data inizio appello
06/12/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
06/12/2088
Riassunto
La luce è l’elemento principale che ci permette di percepire, capire e usufruire dello spazio intorno a noi. Alcuni ricercatori indicano che la luce, insieme al cibo, sia il più importante stimolo esterno in grado di controllare la biologia del corpo umano ( Martini, 1970 ). Sebbene la sua funzione principale sia quella di consentire la visione, essa presenta anche importanti effetti di tipo fisiologico e psicologico. Attraverso la sua brillantezza, il suo colore e la sua intensità la luce modella la nostra interazione con la realtà, influenzando la nostra esperienza in maniera positiva o negativa.
In ambito museale, la luce contribuisce a dare il giusto risalto alle opere e arricchisce l’esperienza del visitatore con una valenza che deve essere prettamente psicologica, dinamica e emozionale.
Ma la percezione della luce può arrivare a condizionare l’intera esperienza di visita? E se sì, esiste una metodologia in grado di prevedere e controllare questo fenomeno?
Una prima parte di indagine è stata condotta all’interno del percorso espositivo del Museo di Storia Naturale della Certosa di Calci. Dopo una prima analisi dello stato di fatto, composta da una schedatura delle sale attualmente aperte al pubblico e delle misure di illuminamento, è stato elaborato un questionario valutativo diviso in due sezioni di valutazione: l’esperienza di visita e l’illuminazione.
Dai risultati ottenuti è risultata una diretta corrispondenza tra i giudizi complessivi dell’esperienza di visita e i giudizi riguardanti l’illuminazione, sia nel caso di illuminazione artificiale, naturale o degli oggetti esposti.
Avendo validato l’ipotesi iniziale, è seguito lo studio del fenomeno tramite la ricerca scientifica proposta dalla Human Centric Lighting.
La Human Centric Lighting sviluppa un approccio focalizzato sulle reazioni biologiche e psicologiche umane alla luce, andando a stilare standard applicativi per il conseguimento di un risultato ottimale sulla base della funzione dell’ambiente di progetto. La metodologia si basa sulla combinazione di tre aspetti della luce: visivo, biologico e psicologico. L’aspetto visivo, che avviene attraverso l’occhio, prevede l’assimilazione ottimale delle informazioni tramite standard minimi di illuminazione. L’ aspetto biologico interviene sulla secrezione ormonale e sulle funzioni del sistema nervoso centrale dovute allo stimolo luminoso. Il terzo fattore è l’aspetto psicologico, il quale, elaborando lo stimolo visivo e dei colori tramite il cervello, porta a un miglioramento dell’umore, dell’esperienza visiva e della soddisfazione del processo aspettativa-esperienza-memoria, molto importante nel campo delle esposizioni museali.
Segue quindi l'applicazione di questa metodologia al caso di studio. Attualmente il museo offre due tipologie di esperienza di visita: un’esperienza di visita prettamente didattica, rivolta soprattutto ai bambini e concentrata nelle ore della mattina, e un’esperienza rivolta ad un pubblico adulto, quindi a carattere più ricreativo. Dovendo calibrare la luce a seconda delle funzioni degli ambienti, sono stati creati due distinti scenari luminosi, i quali si alternano durante il giorno secondo una precisa timeline.
E' stato quindi sviluppato un focus progettuale dei differenti scenari luminosi su una sala del percorso, da intendersi come pattern da applicare in tutto il museo.
Infine, sono stati verificati gli standard minimi di tipo visivo e biologico imposti dalla letteratura scientifica, i quali vanno a validare in maniera definitiva il concept di progetto.
In ambito museale, la luce contribuisce a dare il giusto risalto alle opere e arricchisce l’esperienza del visitatore con una valenza che deve essere prettamente psicologica, dinamica e emozionale.
Ma la percezione della luce può arrivare a condizionare l’intera esperienza di visita? E se sì, esiste una metodologia in grado di prevedere e controllare questo fenomeno?
Una prima parte di indagine è stata condotta all’interno del percorso espositivo del Museo di Storia Naturale della Certosa di Calci. Dopo una prima analisi dello stato di fatto, composta da una schedatura delle sale attualmente aperte al pubblico e delle misure di illuminamento, è stato elaborato un questionario valutativo diviso in due sezioni di valutazione: l’esperienza di visita e l’illuminazione.
Dai risultati ottenuti è risultata una diretta corrispondenza tra i giudizi complessivi dell’esperienza di visita e i giudizi riguardanti l’illuminazione, sia nel caso di illuminazione artificiale, naturale o degli oggetti esposti.
Avendo validato l’ipotesi iniziale, è seguito lo studio del fenomeno tramite la ricerca scientifica proposta dalla Human Centric Lighting.
La Human Centric Lighting sviluppa un approccio focalizzato sulle reazioni biologiche e psicologiche umane alla luce, andando a stilare standard applicativi per il conseguimento di un risultato ottimale sulla base della funzione dell’ambiente di progetto. La metodologia si basa sulla combinazione di tre aspetti della luce: visivo, biologico e psicologico. L’aspetto visivo, che avviene attraverso l’occhio, prevede l’assimilazione ottimale delle informazioni tramite standard minimi di illuminazione. L’ aspetto biologico interviene sulla secrezione ormonale e sulle funzioni del sistema nervoso centrale dovute allo stimolo luminoso. Il terzo fattore è l’aspetto psicologico, il quale, elaborando lo stimolo visivo e dei colori tramite il cervello, porta a un miglioramento dell’umore, dell’esperienza visiva e della soddisfazione del processo aspettativa-esperienza-memoria, molto importante nel campo delle esposizioni museali.
Segue quindi l'applicazione di questa metodologia al caso di studio. Attualmente il museo offre due tipologie di esperienza di visita: un’esperienza di visita prettamente didattica, rivolta soprattutto ai bambini e concentrata nelle ore della mattina, e un’esperienza rivolta ad un pubblico adulto, quindi a carattere più ricreativo. Dovendo calibrare la luce a seconda delle funzioni degli ambienti, sono stati creati due distinti scenari luminosi, i quali si alternano durante il giorno secondo una precisa timeline.
E' stato quindi sviluppato un focus progettuale dei differenti scenari luminosi su una sala del percorso, da intendersi come pattern da applicare in tutto il museo.
Infine, sono stati verificati gli standard minimi di tipo visivo e biologico imposti dalla letteratura scientifica, i quali vanno a validare in maniera definitiva il concept di progetto.
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