Tesi etd-11142016-184811 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
CERRI, FLAVIA
URN
etd-11142016-184811
Titolo
Monitoraggio cetacei lungo il transetto campione tra Livorno e Golfo Aranci nel quadriennio 2012-2015:
presenza, distribuzione spazio-temporale e tasso di incontro
Dipartimento
BIOLOGIA
Corso di studi
BIOLOGIA MARINA
Relatori
relatore Dott. Castelli, Alberto
relatore Dott.ssa Arcangeli, Antonella
correlatore Prof. Verni, Franco
correlatore Prof. Maltagliati, Ferruccio
relatore Dott.ssa Arcangeli, Antonella
correlatore Prof. Verni, Franco
correlatore Prof. Maltagliati, Ferruccio
Parole chiave
- ArcGIS
- cetacei
- FLT MED
- mammiferi marini
- monitoraggio
- Past
- tasso di incontro
- traghetti
Data inizio appello
12/12/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
I Cetacei sono organismi molto sensibili alle variazioni ambientali di varia origine e natura che occupano diversi livelli delle catene alimentari da filtratori a top predatori; tali caratteristiche fanno sì che questi organismi possano annoverarsi tra i migliori bio-indicatori dello stato di salute del mare.
Molti studi e nuove tecnologie sono stati sviluppati negli ultimi anni grazie all’accresciuta consapevolezza del mondo scientifico, anche se molte aree del Mar Mediterraneo risultano ancora scarse di dati relativi alla distribuzione dei Cetacei e loro correlazione con i parametri ambientali.
Sebbene in Mediterraneo la caccia ai Cetacei sia stato un fenomeno poco diffuso, molte sono le problematiche che insistono negativamente sulla sopravvivenza di questi mammiferi come ad esempio episodi di catture accidentali generalmente legate alla competizione delle risorse ittiche, varie tipologie di inquinamento delle acque, traffico navale e rischi di collisione, malattie e più in generale la progressiva distruzione del loro habitat. La sommatoria di tutto questo ha portato inevitabilmente all’inserimento della totalità delle specie di Cetacei presenti nel Mediterraneo all’interno della red list dell’IUCN (International Union for Conservation of Nature). Per garantire la tutela e la conservazione di questi organismi sono state istituite negli anni alcune normative sia Internazionali che Nazionali (Direttiva Habitat, Convenzione di Bonn, CITES, Convenzione di Barcellona protocollo ASPIM, Direttiva Mare, Accordo Accobams, Santuario Pelagos).
Lo studio dei mammiferi marini e del loro habitat permette di ottenere informazioni estremamente importanti per la loro conservazione e sui rapporti che li legano alle pressioni generate dalle attività antropiche.
Il monitoraggio cetacei utilizzando i traghetti di linea come piattaforma di osservazione, rientra all’interno del Progetto di monitoraggio cetacei coordinato dall’ISPRA, grazie ad un lavoro svolto e ripreso nel 2007, che ad oggi riesce a coinvolge direttamente più di 20 organizzazioni (Università, Gruppi di ricerca, Onlus e compagnie navali).
Con l’utilizzo di un protocollo sperimentato tra il 1989-1991 (Marini et. al, 1991) è stata standardizzata la metodologia denominata Fixed Line Transectc, che mira a rispondere agli obblighi normativi in materia di conservazione delle popolazioni (Arcangeli et al, 2010).
Il presente studio riporta i dati ottenuti nei quattro anni (2012-2015) di campagna di monitoraggio lungo il transetto campione Livorno-Golfo Aranci (ISPRA-UNIPI), zona compresa tra il Mar Ligure orientale ed il Mar Tirreno settentrionale. Vari studi svolti nelle immediate vicinanze evidenziano l’importanza ecologica di questa zona non solo per l’elevata varietà di specie di cetacei avvistati (Aissi et al., 2015) ma anche per l’interessante variabilità dei parametri oceanografici come ad esempio la presenza di un’area di alta produttività dovuta ad un vortice freddo ad est delle Bocche di Bonifacio che crea, congiuntamente ai venti da sud-ovest e nord-overt, zone di upwelling a nord e zone di downwelling a sud (Astraldi et al, 1994). Anche i profili batimetrici mostrano una area molto interessante, con variabili profili batimetrici: partendo da Livorno infatti si passa da zone di secche (Meloria) a zone di piattaforma continentale delle isole più a Nord dell’Arcipelago Toscano (Gorgona, Capraia) per poi proseguire nel Canale di Corsica fino ad arrivare alla zona di scarpata (con profondità variabili tra i 300 e gli 872 m), caratterizzata spesso da canyon e seamount.
Il lavoro svolto ha portato alla raccolta di dati meteo-marini e di avvistamento delle specie di Cetacei che poi sono stati successivamente analizzati in relazione con parametri ambientali. Durante i quattro anni di monitoraggio, svoltosi prevalentemente durante la stagione estiva con alcune eccezioni in autunno-inverno, sono state avvistate 7 delle 8 specie di Cetacei regolari in Mediterraneo (Balaenoptera physalus, Stenella ceruleoalba, Physeter macrocephalus, Tursiops truncatus, Ziphius cavirostris, Grampus griseus, Delphinus delphis) e su queste è stata calcolata l’abbondanza relativa, il tasso di incontro (Encounter Rate), ovvero il numero di avvistamenti per specie rispetto ai km percorsi con buone condizioni meteo-marine (mare con forza < o uguale al terzo grado della scala Beaufort), e la distribuzione spazio-temporale. Per le analisi statistiche e la distribuzione spaziale dei mammiferi sono stati utilizzati i programmi Past ed il software ArcGIS.
Sebbene lo studio dimostri e confermi la ricchezza di biodiversità e nostante rientri per i ¾ all’interno del Santuario Pelagos, prima di questo studio l’area risultava inesplorata e senza alcuna indagine sistematica. Nonostante sia necessario continuare ad implementare i dati con altri anni di monitoraggio questo studio si è potuto inserire nel quadro generale di crescente interesse verso i mammiferi marini in modo da fornire un ulteriore supporto informativo per la pianificazione di azioni di tutela e la gestione degli ecosistemi marini.
Molti studi e nuove tecnologie sono stati sviluppati negli ultimi anni grazie all’accresciuta consapevolezza del mondo scientifico, anche se molte aree del Mar Mediterraneo risultano ancora scarse di dati relativi alla distribuzione dei Cetacei e loro correlazione con i parametri ambientali.
Sebbene in Mediterraneo la caccia ai Cetacei sia stato un fenomeno poco diffuso, molte sono le problematiche che insistono negativamente sulla sopravvivenza di questi mammiferi come ad esempio episodi di catture accidentali generalmente legate alla competizione delle risorse ittiche, varie tipologie di inquinamento delle acque, traffico navale e rischi di collisione, malattie e più in generale la progressiva distruzione del loro habitat. La sommatoria di tutto questo ha portato inevitabilmente all’inserimento della totalità delle specie di Cetacei presenti nel Mediterraneo all’interno della red list dell’IUCN (International Union for Conservation of Nature). Per garantire la tutela e la conservazione di questi organismi sono state istituite negli anni alcune normative sia Internazionali che Nazionali (Direttiva Habitat, Convenzione di Bonn, CITES, Convenzione di Barcellona protocollo ASPIM, Direttiva Mare, Accordo Accobams, Santuario Pelagos).
Lo studio dei mammiferi marini e del loro habitat permette di ottenere informazioni estremamente importanti per la loro conservazione e sui rapporti che li legano alle pressioni generate dalle attività antropiche.
Il monitoraggio cetacei utilizzando i traghetti di linea come piattaforma di osservazione, rientra all’interno del Progetto di monitoraggio cetacei coordinato dall’ISPRA, grazie ad un lavoro svolto e ripreso nel 2007, che ad oggi riesce a coinvolge direttamente più di 20 organizzazioni (Università, Gruppi di ricerca, Onlus e compagnie navali).
Con l’utilizzo di un protocollo sperimentato tra il 1989-1991 (Marini et. al, 1991) è stata standardizzata la metodologia denominata Fixed Line Transectc, che mira a rispondere agli obblighi normativi in materia di conservazione delle popolazioni (Arcangeli et al, 2010).
Il presente studio riporta i dati ottenuti nei quattro anni (2012-2015) di campagna di monitoraggio lungo il transetto campione Livorno-Golfo Aranci (ISPRA-UNIPI), zona compresa tra il Mar Ligure orientale ed il Mar Tirreno settentrionale. Vari studi svolti nelle immediate vicinanze evidenziano l’importanza ecologica di questa zona non solo per l’elevata varietà di specie di cetacei avvistati (Aissi et al., 2015) ma anche per l’interessante variabilità dei parametri oceanografici come ad esempio la presenza di un’area di alta produttività dovuta ad un vortice freddo ad est delle Bocche di Bonifacio che crea, congiuntamente ai venti da sud-ovest e nord-overt, zone di upwelling a nord e zone di downwelling a sud (Astraldi et al, 1994). Anche i profili batimetrici mostrano una area molto interessante, con variabili profili batimetrici: partendo da Livorno infatti si passa da zone di secche (Meloria) a zone di piattaforma continentale delle isole più a Nord dell’Arcipelago Toscano (Gorgona, Capraia) per poi proseguire nel Canale di Corsica fino ad arrivare alla zona di scarpata (con profondità variabili tra i 300 e gli 872 m), caratterizzata spesso da canyon e seamount.
Il lavoro svolto ha portato alla raccolta di dati meteo-marini e di avvistamento delle specie di Cetacei che poi sono stati successivamente analizzati in relazione con parametri ambientali. Durante i quattro anni di monitoraggio, svoltosi prevalentemente durante la stagione estiva con alcune eccezioni in autunno-inverno, sono state avvistate 7 delle 8 specie di Cetacei regolari in Mediterraneo (Balaenoptera physalus, Stenella ceruleoalba, Physeter macrocephalus, Tursiops truncatus, Ziphius cavirostris, Grampus griseus, Delphinus delphis) e su queste è stata calcolata l’abbondanza relativa, il tasso di incontro (Encounter Rate), ovvero il numero di avvistamenti per specie rispetto ai km percorsi con buone condizioni meteo-marine (mare con forza < o uguale al terzo grado della scala Beaufort), e la distribuzione spazio-temporale. Per le analisi statistiche e la distribuzione spaziale dei mammiferi sono stati utilizzati i programmi Past ed il software ArcGIS.
Sebbene lo studio dimostri e confermi la ricchezza di biodiversità e nostante rientri per i ¾ all’interno del Santuario Pelagos, prima di questo studio l’area risultava inesplorata e senza alcuna indagine sistematica. Nonostante sia necessario continuare ad implementare i dati con altri anni di monitoraggio questo studio si è potuto inserire nel quadro generale di crescente interesse verso i mammiferi marini in modo da fornire un ulteriore supporto informativo per la pianificazione di azioni di tutela e la gestione degli ecosistemi marini.
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