Tesi etd-11142013-202701 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
BERTAGGIA, ILARIA
URN
etd-11142013-202701
Titolo
Studio sulle isoforme di gamma-glutamiltransferasi (GGT) nei pazienti sottoposti a trapianto allogenico ed autologo di cellule staminali emopoietiche
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Dott. Benedetti, Edoardo
relatore Prof. Petrini, Mario
relatore Prof. Petrini, Mario
Parole chiave
- Graft-versus-host disease
- midollo osseo
Data inizio appello
03/12/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il trapianto di cellule staminali emopoietiche (CSE) è una procedura medica largamente impiegata al giorno d’oggi nel trattamento di molte patologie ematologiche, sia neoplastiche che non neoplastiche. Le due principali tipologie di trapianto vengono definite “allogenico” ed “autologo”, a seconda che le cellule staminali emopoietiche, reinfuse dopo opportune terapie di condizionamento, derivino rispettivamente da un donatore sano o dal paziente stesso.
La GVHD (Graft-versus-host disease, “malattia del trapianto contro l’ospite”) è la principale complicanza immunologica del trapianto allogenico, ed è caratterizzata da una reazione di cellule immunocompetenti del donatore contro tessuti del ricevente. Le manifestazioni di tale affezione possono colpire diversi tessuti e organi, come cute, fegato, intestino, stomaco, occhio e cavo orale. Fino ad oggi sono stati studiati molti biomarcatori diagnostici per la GVHD; lo studio delle isoforme della gamma-glutammiltranferasi (GGT) come potenziale biomarcatore della GVHD è stato l’oggetto di questo studio.
Abbiamo analizzato un totale di 65 pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche (51 trapianti allogenici e 14 autologhi) tra il 2008 e il 2013 presso la U.O. Ematologia Universitaria di Pisa, Centro Trapianti di Midollo. Per ciascun paziente abbiamo raccolto campioni di sangue venoso a tempi prestabiliti, a partire dal giorno d’inizio della chemioterapia di condizionamento.
Nella maggior parte dei soggetti analizzati, soprattutto gli allo-trapiantati, abbiamo osservato un incremento della GGT totale. La frazione con maggiore incremento percentuale rispetto al valore basale risulta essere la m-GGT, caratteristica che distingue il nostro gruppo di studio dalla popolazione generale dei soggetti sani, dove la frazione prevalente è la f-GGT, e da altri gruppi di soggetti malati, ad esempio affetti da malattie epatiche, dove prevalgono le forme b-GGT e s-GGT.
Si è poi valutato l’andamento delle frazioni di GGT nei pazienti che sviluppano GVHD, sia acuta che cronica, in seguito a trapianto allogenico. Abbiamo osservato come, soprattutto nei pazienti trattati con condizionamento mieloablativo, ci sia un aumento delle GGT totale al giorno +7 dal trapianto, correlato alla tossicità farmacologica, e come poi nel gruppo di pazienti che sviluppano GVHD si assiste ad un secondo picco di aumento della GGT totale, in corrispondenza della comparsa delle manifestazioni cliniche di GVHD, a cui contribuiscono maggiormente le isoforme b-GGT e s-GGT. Non abbiamo evidenziato differenze specifiche nell’incremento delle singole frazioni tra le varie manifestazioni cliniche di GVHD (cute, intestino, fegato, stomaco). I valori di GGT totale si normalizzano in seguito ad un’adeguata terapia immunosoppressiva nei pazienti responsivi al trattamento.
Abbiamo osservato un aumento della GGT totale al giorno +7 post-trapianto anche per i pazienti sottoposti a condizionamenti a ridotta intensità (RIC), ma i valori massimi raggiunti sono minori rispetto ai trapianti mieloablativi; anche in questo caso prevalgono le isoforme b-GGT e s-GGT. Nei trapianti autologhi, la GGT si mantiene nella maggior parte dei casi all’interno del range di riferimento; quando aumenta, si ha un incremento consensuale di tutte le frazioni.
Per quanto riguarda la mortalità trapianto correlata (TRM), abbiamo notato che nel gruppo dei pazienti deceduti, circa il 50% di tutti i soggetti indagati (molti dei quali erano ad alto rischio e pluritrattati), si ha un aumento di tutte le frazioni di GGT in corrispondenza del giorno +7 dal trapianto, dato che conferma precedenti studi sulla TRM; in particolare si ha un aumento della b-GGT rispetto alle altre isoforme.
In conclusione, lo studio delle frazioni della GGT plasmatica nei soggetti sottoposti a trapianto di CSE ha rivelato una notevole diversità nel comportamento delle stesse nelle fasi immediatamente precedenti e seguenti alla procedura. Sebbene i risultati, allo stato attuale, appaiano ancora preliminari a causa della modesta numerosità campionaria in esame, è già evidente che ciascuna frazione assume nel tempo andamenti diversi non solo rispetto alle altre frazioni, ma anche rispetto all’esito della procedura e agli eventi associati alla GVHD.
L’attribuzione di uno specifico significato fisiopatologico alle variazioni di ciascuna frazione di GGT potrebbe fornire in futuro un utile strumento diagnostico e prognostico nell’ambito dei trapianti di midollo.
La GVHD (Graft-versus-host disease, “malattia del trapianto contro l’ospite”) è la principale complicanza immunologica del trapianto allogenico, ed è caratterizzata da una reazione di cellule immunocompetenti del donatore contro tessuti del ricevente. Le manifestazioni di tale affezione possono colpire diversi tessuti e organi, come cute, fegato, intestino, stomaco, occhio e cavo orale. Fino ad oggi sono stati studiati molti biomarcatori diagnostici per la GVHD; lo studio delle isoforme della gamma-glutammiltranferasi (GGT) come potenziale biomarcatore della GVHD è stato l’oggetto di questo studio.
Abbiamo analizzato un totale di 65 pazienti sottoposti a trapianto di cellule staminali emopoietiche (51 trapianti allogenici e 14 autologhi) tra il 2008 e il 2013 presso la U.O. Ematologia Universitaria di Pisa, Centro Trapianti di Midollo. Per ciascun paziente abbiamo raccolto campioni di sangue venoso a tempi prestabiliti, a partire dal giorno d’inizio della chemioterapia di condizionamento.
Nella maggior parte dei soggetti analizzati, soprattutto gli allo-trapiantati, abbiamo osservato un incremento della GGT totale. La frazione con maggiore incremento percentuale rispetto al valore basale risulta essere la m-GGT, caratteristica che distingue il nostro gruppo di studio dalla popolazione generale dei soggetti sani, dove la frazione prevalente è la f-GGT, e da altri gruppi di soggetti malati, ad esempio affetti da malattie epatiche, dove prevalgono le forme b-GGT e s-GGT.
Si è poi valutato l’andamento delle frazioni di GGT nei pazienti che sviluppano GVHD, sia acuta che cronica, in seguito a trapianto allogenico. Abbiamo osservato come, soprattutto nei pazienti trattati con condizionamento mieloablativo, ci sia un aumento delle GGT totale al giorno +7 dal trapianto, correlato alla tossicità farmacologica, e come poi nel gruppo di pazienti che sviluppano GVHD si assiste ad un secondo picco di aumento della GGT totale, in corrispondenza della comparsa delle manifestazioni cliniche di GVHD, a cui contribuiscono maggiormente le isoforme b-GGT e s-GGT. Non abbiamo evidenziato differenze specifiche nell’incremento delle singole frazioni tra le varie manifestazioni cliniche di GVHD (cute, intestino, fegato, stomaco). I valori di GGT totale si normalizzano in seguito ad un’adeguata terapia immunosoppressiva nei pazienti responsivi al trattamento.
Abbiamo osservato un aumento della GGT totale al giorno +7 post-trapianto anche per i pazienti sottoposti a condizionamenti a ridotta intensità (RIC), ma i valori massimi raggiunti sono minori rispetto ai trapianti mieloablativi; anche in questo caso prevalgono le isoforme b-GGT e s-GGT. Nei trapianti autologhi, la GGT si mantiene nella maggior parte dei casi all’interno del range di riferimento; quando aumenta, si ha un incremento consensuale di tutte le frazioni.
Per quanto riguarda la mortalità trapianto correlata (TRM), abbiamo notato che nel gruppo dei pazienti deceduti, circa il 50% di tutti i soggetti indagati (molti dei quali erano ad alto rischio e pluritrattati), si ha un aumento di tutte le frazioni di GGT in corrispondenza del giorno +7 dal trapianto, dato che conferma precedenti studi sulla TRM; in particolare si ha un aumento della b-GGT rispetto alle altre isoforme.
In conclusione, lo studio delle frazioni della GGT plasmatica nei soggetti sottoposti a trapianto di CSE ha rivelato una notevole diversità nel comportamento delle stesse nelle fasi immediatamente precedenti e seguenti alla procedura. Sebbene i risultati, allo stato attuale, appaiano ancora preliminari a causa della modesta numerosità campionaria in esame, è già evidente che ciascuna frazione assume nel tempo andamenti diversi non solo rispetto alle altre frazioni, ma anche rispetto all’esito della procedura e agli eventi associati alla GVHD.
L’attribuzione di uno specifico significato fisiopatologico alle variazioni di ciascuna frazione di GGT potrebbe fornire in futuro un utile strumento diagnostico e prognostico nell’ambito dei trapianti di midollo.
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