Tesi etd-11132023-175029 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
SAVARESE, CHIARA
URN
etd-11132023-175029
Titolo
il trattamento conservativo delle fratture di omero prossimale a 3 e 4 frammenti nei pazienti over 65:
valutazione e confronto a medio termine con il trattamento chirurgico
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Parchi, Paolo Domenico
correlatore Scaglione, Michelangelo
correlatore Scaglione, Michelangelo
Parole chiave
- fratture
- omero prossimale
- over 65
- trattamento conservativo
Data inizio appello
05/12/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/12/2093
Riassunto
Introduzione
Le fratture di omero prossimale rappresentano il 6% del totale delle fratture dell’adulto, sono quindi un tipo di frattura che si riscontra frequentemente e la cui incidenza aumenta in maniera sostanziale con l’età. Si tratta infatti di fratture che rientrano nelle fratture da fragilità correlate all’osteoporosi e rappresentano le fratture più frequenti nel paziente anziano dopo la frattura del collo del femore e quella del radio distale. Nel corso del tempo varie pubblicazioni si sono concentrate sulle modalità di trattamento chirurgico di queste fratture, ma poche hanno affrontato in maniera esaustiva il trattamento conservativo, che rimane ad oggi il trattamento maggiormente utilizzato; questo perché la maggior parte delle fratture di omero prossimale risultano composte o minimamente scomposte. Per quanto riguarda le fratture di maggior complessità, le indicazioni al trattamento rimangono ancora più incerte. Tra gli studi su questo argomento, il ProFHER trial, il più ampio studio randomizzato sulle fratture di omero prossimale, ha riscontrato che il trattamento chirurgico non garantisce un risultato migliore nel trattamento delle fratture scomposte e che il trattamento non chirurgico potrebbe quindi rappresentare un miglior standard di cura anche in queste casistiche. Lo scopo di questo studio è di andare ad analizzare i dati dell’U. O. di Ortopedia e Traumatologia di Cisanello riguardanti il trattamento conservativo delle fratture di omero prossimale a 3 e 4 frammenti nei pazienti di età superiore a 65 anni; si andrà quindi a valutare l’outcome di questo tipo di trattamento sia dal punto di vista radiografico che mediante score di valutazione di funzionalità della spalla (UCLA shoulder score). I dati raccolti verranno poi messi a confronto con quelli ottenuti per il trattamento chirurgico dello stesso tipo di fratture, in modo da comparare i risultati dei due trattamenti.
Materiali e metodi
Per questo studio sono state prese in esame le immagini RX di 185 pazienti over 65 con frattura di omero prossimale registrati presso l’U.O. di Ortopedia e Traumatologia di Cisanello tra il 2020 e il 2022 compreso. Sulla base delle immagini radiografiche i pazienti sono stati classificati seguendo la classificazione di Neer delle fratture di omero prossimale in modo da includere nello studio pazienti over 65 con fratture a 3 o 4 frammenti. Successivamente i pazienti individuati sono stati suddivisi in due gruppi, nel gruppo A abbiamo i pazienti trattati in modo conservativo mentre il gruppo B comprende pazienti sottoposti a trattamento chirurgico. È stato quindi incluso nello studio un campione di 114 pazienti over 65 con frattura di omero prossimale a 3 o 4 frammenti secondo Neer, di cui 87 sono stati trattati in maniera conservativa mentre i restanti 27 sono stati sottoposti ad intervento chirurgico. Per la valutazione dell’outcome a medio termine del trattamento conservativo sono state prese in esame le visite di controllo dei pazienti con le relative RX; è stata inoltre svolta un’indagine telefonica utilizzando lo UCLA shoulder score per ricavare informazioni sulle capacità funzionali dei pazienti, l’eventuale sintomatologia dolorosa e il grado di soddisfazione riguardo alla guarigione della frattura. I risultati ottenuti nei due gruppi, pazienti sottoposti ad intervento chirurgico e pazienti trattati in modo conservativo, sono poi stati messi a confronto per ottenere una comparazione dell’outcome del trattamento conservativo rispetto al trattamento invasivo nelle fratture di omero prossimale a 3 o 4 frammenti nei pazienti over 65 trattati presso l’AOUP.
Il confronto tra gli outcome di trattamento nei due gruppi è stato fatto sia a breve termine, ovvero entro i primi 6 mesi dal trauma, che a medio termine, oltre il primo anno dall’evento. Per confrontare i dati si è utilizzato il T test a variabili indipendenti assumendo uguale la varianza del gruppo A e del gruppo B. Mediante questo test si sono confrontati i valori medi dello UCLA shoulder score del gruppo A con quelli del gruppo B sia a breve che a medio termine, per determinare o meno una significativa differenza statistica tra le medie dei valori nei due gruppi con un alfa di 0,05.
Conclusioni
L'outcome clinico e funzionale del trattamento chirurgico e del trattamento conservativo sono sovrapponibili ad un anno di distanza dal trauma.La scelta del tipo di trattamento deve quindi basarsi su una valutazione completa del paziente, delle sue comorbidità, complicanze anestesiologiche, necessità funzionali e non su regole rigide e standardizzate.
Le fratture di omero prossimale rappresentano il 6% del totale delle fratture dell’adulto, sono quindi un tipo di frattura che si riscontra frequentemente e la cui incidenza aumenta in maniera sostanziale con l’età. Si tratta infatti di fratture che rientrano nelle fratture da fragilità correlate all’osteoporosi e rappresentano le fratture più frequenti nel paziente anziano dopo la frattura del collo del femore e quella del radio distale. Nel corso del tempo varie pubblicazioni si sono concentrate sulle modalità di trattamento chirurgico di queste fratture, ma poche hanno affrontato in maniera esaustiva il trattamento conservativo, che rimane ad oggi il trattamento maggiormente utilizzato; questo perché la maggior parte delle fratture di omero prossimale risultano composte o minimamente scomposte. Per quanto riguarda le fratture di maggior complessità, le indicazioni al trattamento rimangono ancora più incerte. Tra gli studi su questo argomento, il ProFHER trial, il più ampio studio randomizzato sulle fratture di omero prossimale, ha riscontrato che il trattamento chirurgico non garantisce un risultato migliore nel trattamento delle fratture scomposte e che il trattamento non chirurgico potrebbe quindi rappresentare un miglior standard di cura anche in queste casistiche. Lo scopo di questo studio è di andare ad analizzare i dati dell’U. O. di Ortopedia e Traumatologia di Cisanello riguardanti il trattamento conservativo delle fratture di omero prossimale a 3 e 4 frammenti nei pazienti di età superiore a 65 anni; si andrà quindi a valutare l’outcome di questo tipo di trattamento sia dal punto di vista radiografico che mediante score di valutazione di funzionalità della spalla (UCLA shoulder score). I dati raccolti verranno poi messi a confronto con quelli ottenuti per il trattamento chirurgico dello stesso tipo di fratture, in modo da comparare i risultati dei due trattamenti.
Materiali e metodi
Per questo studio sono state prese in esame le immagini RX di 185 pazienti over 65 con frattura di omero prossimale registrati presso l’U.O. di Ortopedia e Traumatologia di Cisanello tra il 2020 e il 2022 compreso. Sulla base delle immagini radiografiche i pazienti sono stati classificati seguendo la classificazione di Neer delle fratture di omero prossimale in modo da includere nello studio pazienti over 65 con fratture a 3 o 4 frammenti. Successivamente i pazienti individuati sono stati suddivisi in due gruppi, nel gruppo A abbiamo i pazienti trattati in modo conservativo mentre il gruppo B comprende pazienti sottoposti a trattamento chirurgico. È stato quindi incluso nello studio un campione di 114 pazienti over 65 con frattura di omero prossimale a 3 o 4 frammenti secondo Neer, di cui 87 sono stati trattati in maniera conservativa mentre i restanti 27 sono stati sottoposti ad intervento chirurgico. Per la valutazione dell’outcome a medio termine del trattamento conservativo sono state prese in esame le visite di controllo dei pazienti con le relative RX; è stata inoltre svolta un’indagine telefonica utilizzando lo UCLA shoulder score per ricavare informazioni sulle capacità funzionali dei pazienti, l’eventuale sintomatologia dolorosa e il grado di soddisfazione riguardo alla guarigione della frattura. I risultati ottenuti nei due gruppi, pazienti sottoposti ad intervento chirurgico e pazienti trattati in modo conservativo, sono poi stati messi a confronto per ottenere una comparazione dell’outcome del trattamento conservativo rispetto al trattamento invasivo nelle fratture di omero prossimale a 3 o 4 frammenti nei pazienti over 65 trattati presso l’AOUP.
Il confronto tra gli outcome di trattamento nei due gruppi è stato fatto sia a breve termine, ovvero entro i primi 6 mesi dal trauma, che a medio termine, oltre il primo anno dall’evento. Per confrontare i dati si è utilizzato il T test a variabili indipendenti assumendo uguale la varianza del gruppo A e del gruppo B. Mediante questo test si sono confrontati i valori medi dello UCLA shoulder score del gruppo A con quelli del gruppo B sia a breve che a medio termine, per determinare o meno una significativa differenza statistica tra le medie dei valori nei due gruppi con un alfa di 0,05.
Conclusioni
L'outcome clinico e funzionale del trattamento chirurgico e del trattamento conservativo sono sovrapponibili ad un anno di distanza dal trauma.La scelta del tipo di trattamento deve quindi basarsi su una valutazione completa del paziente, delle sue comorbidità, complicanze anestesiologiche, necessità funzionali e non su regole rigide e standardizzate.
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