logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11132018-221526


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
MARINARO, ANNA
URN
etd-11132018-221526
Titolo
La comunicazione non finanziaria: una leva per la competitività delle banche italiane.
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof.ssa Bruno, Elena
Parole chiave
  • banche
  • comunicazione no finanziaria
  • Corporate Social Responsibility (CSR)
  • disclosure non finanziaria
  • Italia
  • non financial information
Data inizio appello
10/12/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/12/2088
Riassunto
Negli ultimi decenni si sono sviluppati numerosi filoni di ricerca aventi come oggetto lo sviluppo sostenibile e la Corporate Social Responsibility (CSR). In un primo momento la disclosure non finanziaria è stata caratterizzata da un carattere volontario, a discrezione totale dell’azienda anche per quanto riguarda le modalità con cui veniva effettuata. Tuttavia tale componente di discrezionalità ha causato via via numerose difficoltà nel comparare i report delle varie aziende, specie fra stati diversi. Per questo motivo, all’inizio del ventunesimo secolo in Europa si diffonde un dibattito riguardante il ruolo dell’Unione Europea in tale contesto. A tale scopo, la Commissione Europea emana la direttiva 2014/95/UE al fine di aumentare la trasparenza, la consistenza, la comparabilità e la rilevanza delle informazioni non finanziarie pubblicate dalle aziende. A livello italiano tale direttiva è stata recepita tramite il d.lsg. 254/2016, che ha imposto il carattere obbligatorio della disclosure non finanziaria per le società quotate che presentano determinati requisiti.
Si è assistito, dunque, a un importante cambio di paradigma: dall’approccio volontario e non regolamentato della disclosure non finanziaria ad un approccio obbligatorio e normativo. Lo scopo di questo lavoro è valutare l’impatto della disclosure non finanziaria sulle banche italiane, cercando di individuare gli aspetti positivi che potrebbero contribuire a rendere le banche italiane maggiormente competitive.
File