Tesi etd-11132013-110837 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
CARRARI, ANDREA
URN
etd-11132013-110837
Titolo
Spazi pubblici della religione.
Edifici e luoghi di culto
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Consorti, Pierluigi
Parole chiave
- culto
- edificio
- luogo
- religione
Data inizio appello
09/12/2013
Consultabilità
Completa
Riassunto
Conclusioni
Con la tesi ho cercato di illustrare se pur brevemente la normativa italiana in materia di edificio di culto, partendo dal cercare di definire il concetto di edificio di culto. Mettendo in rilievo le variazioni che la normativa ha subito nel corso delle varie fasi storiche. Con questa analisi si denota un notevole interesse del legislatore nei confronti di questa materia nei cui confronti vengono messi in atto numerosi interventi. Vengono presi in esame i diversi aspetti della materia analizzando la proprietà degli edifici, quali sono i criteri che fanno di un edificio, un edificio di culto. Analizzando poi la successione di esso, il fatto che non possa essere sottratto al suo scopo salvo eventi particolari. Si è passati poi ad esaminare le appendici dell’edificio di culto se pur brevemente, come il campanile, gli oratori e via dicendo. Tutta la normativa ruota intorno ad un unico oggetto e cioè l’edificio. Ma la nostra normativa diventa molto più lacunosa quando ci si allontana da quel fulcro che è l’edificio di culto, e si comincia a parlare invece di luogo di culto. Nella tesi faccio riferimento ad alcuni esempi i quali mostrano la complessità della materia in materia di luogo di culto, nella complessità di dare una definizione a questo concetto così astratto. Sia nell’ipotesi in cui vi sia un soggetto nel caso specifico La Suprema Corte chiamato a dare una sentenza come nel caso del monumento di Summun, sia nella reazione suscita in Svizzera in seguito al referendum sui minareti dove emerge una paura insita nella popolazione alla costruzione di un edificio. Il tentativo di definirlo del diritto Ebraico con Eruv. Questi esempi dimostrano come la normativa italiana dovrebbe definire meglio il concetto di luogo di culto, esso deve essere riadattato alla società attuale e deve svincolarsi da quel cardini, limite rappresentato dell’edificio di culto.
Con la tesi ho cercato di illustrare se pur brevemente la normativa italiana in materia di edificio di culto, partendo dal cercare di definire il concetto di edificio di culto. Mettendo in rilievo le variazioni che la normativa ha subito nel corso delle varie fasi storiche. Con questa analisi si denota un notevole interesse del legislatore nei confronti di questa materia nei cui confronti vengono messi in atto numerosi interventi. Vengono presi in esame i diversi aspetti della materia analizzando la proprietà degli edifici, quali sono i criteri che fanno di un edificio, un edificio di culto. Analizzando poi la successione di esso, il fatto che non possa essere sottratto al suo scopo salvo eventi particolari. Si è passati poi ad esaminare le appendici dell’edificio di culto se pur brevemente, come il campanile, gli oratori e via dicendo. Tutta la normativa ruota intorno ad un unico oggetto e cioè l’edificio. Ma la nostra normativa diventa molto più lacunosa quando ci si allontana da quel fulcro che è l’edificio di culto, e si comincia a parlare invece di luogo di culto. Nella tesi faccio riferimento ad alcuni esempi i quali mostrano la complessità della materia in materia di luogo di culto, nella complessità di dare una definizione a questo concetto così astratto. Sia nell’ipotesi in cui vi sia un soggetto nel caso specifico La Suprema Corte chiamato a dare una sentenza come nel caso del monumento di Summun, sia nella reazione suscita in Svizzera in seguito al referendum sui minareti dove emerge una paura insita nella popolazione alla costruzione di un edificio. Il tentativo di definirlo del diritto Ebraico con Eruv. Questi esempi dimostrano come la normativa italiana dovrebbe definire meglio il concetto di luogo di culto, esso deve essere riadattato alla società attuale e deve svincolarsi da quel cardini, limite rappresentato dell’edificio di culto.
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