Tesi etd-11132009-162557 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
MECIANI, TIZIANA
URN
etd-11132009-162557
Titolo
Forte Apollonia e le fortificazioni europee in Costa d’Oro: definizione di un quadro analitico per la conservazione
Settore scientifico disciplinare
ICAR/12
Corso di studi
SCIENZE E TECNICHE DELL'INGEGNERIA CIVILE
Relatori
tutor Prof. Dringoli, Massimo
Parole chiave
- architettura militare
- conservazione
- fortezze
- forti
- fortificazioni
- ICOMOS
- recupero
- restauro
- riuso
Data inizio appello
18/12/2009
Consultabilità
Completa
Riassunto
Oggetto della presente ricerca é lo studio delle fortificazioni costiere della Costa d’Oro – l’odierno Ghana – e l’applicazione, nella seconda parte di questo lavoro, dell’approccio metodologico proposto dalla Carta di Burra (ICOMOS Australia, 1999) alla conservazione e valorizzazione di Forte Apollonia, l'ultimo e più remoto forte costruito in Costa d'Oro.
Partendo dallo studio storico, architettonico e strutturale dei forti e castelli che furono costruiti sulle coste del Ghana nel corso di tre secoli dalle maggiori potenze europee dell’epoca - inseriti nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO fin dal 1979 -, viene definito un quadro conoscitivo generale per l’analisi di questi monumenti. Esso vuole essere sufficientemente generale e comprensivo per costituire una base di riferimento per successivi approfondimenti specifici sui singoli forti.
Quindi, definito il quadro conoscitivo generale, la seconda parte di questo lavoro affronta le tematiche specifiche connesse alla conservazione di Forte Apollonia alla luce della metodologia enunciata dalla Carta di Burra per l’analisi delle significatività del monumento e l’individuazione di politiche per la sua conservazione e valorizzazione.
Tale metodo parte dalla conoscenza del bene storico – architettonica, strutturale, storica - e del contesto in cui esso si trova per individuarne le significatività, ossia un set di valori, materiali o meno, che ne caratterizzano l'importanza culturale. A questo segue l'analisi delle vulnerabilità, ossia della suscettibilità del bene storico a pressioni esterne o intrinseche – ambientali, materiche, economiche o sociali - che possano avere un impatto negativo sulla significatività. Dalla combinazione di significatività e vulnerabilità si fanno quindi discendere politiche di conservazione, comprendenti opportunità e vincoli per la tutela, valorizzazione e gestione del bene. Alcuni estratti dal progetto per la conservazione ed il riuso di Forte Apollonia sono riportati in appendice.
Tale metodo si configura quindi come un approccio logico ed olistico alla conservazione del bene storico e, come tale, si propone come un interessante esempio per analoghi studi sui singoli forti e castelli del Ghana.
Le fonti
Le fonti su cui è basato il presente studio sono fonti bibliografiche prevalentemente inglesi ed olandesi per quanto riguarda la parte storica ed architettonica generale. A queste si aggiunge la documentazione cartografica dei vari manufatti acquisita tramite ricerche d'archivio, sia in Ghana che in Inghilterra, e tramite consultazione di letteratura specialistica. I forti e castelli costieri del Ghana sono infatti da tempo ben conosciuti e studiati dalla comunità scientifica internazionale, con pubblicazioni di autori prevalentemente inglesi, olandesi e francesi. Ampie evidenze documentali, sia cartografiche che in forma di lettere e rapporti, ne documentano le fasi, i materiali e le tecniche costruttive e danno una chiara idea del contesto in cui furono edificati.
Non altrettanta abbondanza di studi e documentazione è invece disponibile per lo studio specifico di Forte Apollonia. Se l'area in cui esso sorge è stata nel corso degli ultimi cinquanta anni oggetto di numerosi studi antropologici e storici soprattutto da parte di studiosi italiani, poche sono le fonti documentali che testimoniano le vicende costruttive e le successive trasformazioni subite da Forte Apollonia. Di questo, praticamente nulla è disponibile in Ghana, come è stato confermato da una breve inchiesta svolta presso la direzione del Ghana Museums and Monuments Board a Cape Coast e ad Accra. Soltanto un autore, A.W. Lawrence, dà conto di alcuni aspetti relativi alla costruzione del forte ed alla sua struttura, ma molte delle fasi dell'evoluzione del monumento rimangono in ombra. A questo si è cercato di ovviare con ulteriori ricerche al Public Record Office di Londra e con il materiale messo a disposizione nel corso di una missione sul campo dal professor Pierluigi Valsecchi dell'Università di Teramo, ma ampi margini di ulteriore approfondimento rimangono disponibili.
Per quanto riguarda lo studio sulla conservazione e riuso di Forte Apollonia si è fatto ricorso a varie pubblicazioni ICOMOS, fra cui ovviamente la Carta di Burra stessa, per i principi generali di conservazione, e a consolidata letteratura scientifica per l'analisi strutturale del monumento e per la definizione di una strategia di conservazione. Lo studio diretto del forte è stato fatto nel corso di due campagne sul posto, nel 2002 e 2008 rispettivamente, volte a rilevarne lo stato di conservazione ed a definire obiettivi per il suo uso futuro. La parte tecnica è stata svolta dalla scrivente in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Università di Pisa, mentre la definizione degli obiettivi culturali del riuso di Forte Apollonia è frutto della collaborazione con il COSPE di Firenze, promotore di un progetto più ampio per lo sviluppo economico e culturale dell'area in cui il forte si trova, e con i professori Mariano Pavanello dell'Università La Sapienza di Roma e Pierluigi Valsecchi dell'Università di Teramo.
Il presente lavoro è inteso come un primo passo verso la definizione di politiche di conservazione per un numero di edifici il cui valore di gruppo è ampiamente riconosciuto dalla comunità internazionale ma la maggior parte dei quali non è oggetto di strategie di conservazione. Il quadro conoscitivo generale sui forti e castelli costieri del Ghana ed il metodo per l'approccio alla conservazione e riuso di Forte Apollonia vogliono quindi essere il punto di partenza per futuri studi sul resto del patrimonio architettonico del paese.
Ulteriori studi specifici su Forte Apollonia, come messo in evidenza nella seconda parte di questo lavoro, sarebbero inoltre auspicabili per una più completa comprensione dell'edificio, e costituiscono perciò interessanti possibilità di ricerca.
Partendo dallo studio storico, architettonico e strutturale dei forti e castelli che furono costruiti sulle coste del Ghana nel corso di tre secoli dalle maggiori potenze europee dell’epoca - inseriti nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO fin dal 1979 -, viene definito un quadro conoscitivo generale per l’analisi di questi monumenti. Esso vuole essere sufficientemente generale e comprensivo per costituire una base di riferimento per successivi approfondimenti specifici sui singoli forti.
Quindi, definito il quadro conoscitivo generale, la seconda parte di questo lavoro affronta le tematiche specifiche connesse alla conservazione di Forte Apollonia alla luce della metodologia enunciata dalla Carta di Burra per l’analisi delle significatività del monumento e l’individuazione di politiche per la sua conservazione e valorizzazione.
Tale metodo parte dalla conoscenza del bene storico – architettonica, strutturale, storica - e del contesto in cui esso si trova per individuarne le significatività, ossia un set di valori, materiali o meno, che ne caratterizzano l'importanza culturale. A questo segue l'analisi delle vulnerabilità, ossia della suscettibilità del bene storico a pressioni esterne o intrinseche – ambientali, materiche, economiche o sociali - che possano avere un impatto negativo sulla significatività. Dalla combinazione di significatività e vulnerabilità si fanno quindi discendere politiche di conservazione, comprendenti opportunità e vincoli per la tutela, valorizzazione e gestione del bene. Alcuni estratti dal progetto per la conservazione ed il riuso di Forte Apollonia sono riportati in appendice.
Tale metodo si configura quindi come un approccio logico ed olistico alla conservazione del bene storico e, come tale, si propone come un interessante esempio per analoghi studi sui singoli forti e castelli del Ghana.
Le fonti
Le fonti su cui è basato il presente studio sono fonti bibliografiche prevalentemente inglesi ed olandesi per quanto riguarda la parte storica ed architettonica generale. A queste si aggiunge la documentazione cartografica dei vari manufatti acquisita tramite ricerche d'archivio, sia in Ghana che in Inghilterra, e tramite consultazione di letteratura specialistica. I forti e castelli costieri del Ghana sono infatti da tempo ben conosciuti e studiati dalla comunità scientifica internazionale, con pubblicazioni di autori prevalentemente inglesi, olandesi e francesi. Ampie evidenze documentali, sia cartografiche che in forma di lettere e rapporti, ne documentano le fasi, i materiali e le tecniche costruttive e danno una chiara idea del contesto in cui furono edificati.
Non altrettanta abbondanza di studi e documentazione è invece disponibile per lo studio specifico di Forte Apollonia. Se l'area in cui esso sorge è stata nel corso degli ultimi cinquanta anni oggetto di numerosi studi antropologici e storici soprattutto da parte di studiosi italiani, poche sono le fonti documentali che testimoniano le vicende costruttive e le successive trasformazioni subite da Forte Apollonia. Di questo, praticamente nulla è disponibile in Ghana, come è stato confermato da una breve inchiesta svolta presso la direzione del Ghana Museums and Monuments Board a Cape Coast e ad Accra. Soltanto un autore, A.W. Lawrence, dà conto di alcuni aspetti relativi alla costruzione del forte ed alla sua struttura, ma molte delle fasi dell'evoluzione del monumento rimangono in ombra. A questo si è cercato di ovviare con ulteriori ricerche al Public Record Office di Londra e con il materiale messo a disposizione nel corso di una missione sul campo dal professor Pierluigi Valsecchi dell'Università di Teramo, ma ampi margini di ulteriore approfondimento rimangono disponibili.
Per quanto riguarda lo studio sulla conservazione e riuso di Forte Apollonia si è fatto ricorso a varie pubblicazioni ICOMOS, fra cui ovviamente la Carta di Burra stessa, per i principi generali di conservazione, e a consolidata letteratura scientifica per l'analisi strutturale del monumento e per la definizione di una strategia di conservazione. Lo studio diretto del forte è stato fatto nel corso di due campagne sul posto, nel 2002 e 2008 rispettivamente, volte a rilevarne lo stato di conservazione ed a definire obiettivi per il suo uso futuro. La parte tecnica è stata svolta dalla scrivente in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria Civile dell'Università di Pisa, mentre la definizione degli obiettivi culturali del riuso di Forte Apollonia è frutto della collaborazione con il COSPE di Firenze, promotore di un progetto più ampio per lo sviluppo economico e culturale dell'area in cui il forte si trova, e con i professori Mariano Pavanello dell'Università La Sapienza di Roma e Pierluigi Valsecchi dell'Università di Teramo.
Il presente lavoro è inteso come un primo passo verso la definizione di politiche di conservazione per un numero di edifici il cui valore di gruppo è ampiamente riconosciuto dalla comunità internazionale ma la maggior parte dei quali non è oggetto di strategie di conservazione. Il quadro conoscitivo generale sui forti e castelli costieri del Ghana ed il metodo per l'approccio alla conservazione e riuso di Forte Apollonia vogliono quindi essere il punto di partenza per futuri studi sul resto del patrimonio architettonico del paese.
Ulteriori studi specifici su Forte Apollonia, come messo in evidenza nella seconda parte di questo lavoro, sarebbero inoltre auspicabili per una più completa comprensione dell'edificio, e costituiscono perciò interessanti possibilità di ricerca.
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