Tesi etd-11122018-081557 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ALTAMORE, CLELIA
URN
etd-11122018-081557
Titolo
I vincoli ambientali all'attività di impresa.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SCIENZE DELLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
Relatori
relatore Prof.ssa Pizzanelli, Giovanna
Parole chiave
- AIA
- AUA
- command and control
- libertà di iniziativa economica
- poteri autorizzatori
- procedimenti amministrativi a valenza ambientale
- semplificazione amministrativa
- strumenti di tutela dell'ambiente attraverso il me
- sviluppo sostenibile
- tutela ambientale
- VIA
Data inizio appello
03/12/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’elaborato si inserisce all’interno del dibattito, acceso ormai da tempo, ma mai sentito così vivo come ai giorni nostri, che vede come protagonista il delicato rapporto che intercorre tra la normativa a tutela dell’ambiente e la libertà di iniziativa economica. Obiettivo del lavoro è quello di cercare di individuare come e in quale misura la normativa ambientale e i vincoli che da essa derivano possano influenzare la crescita economica e la produttività del nostro Paese.
Attraverso un’analisi critica del rapporto che lega gli attori principali di questo dibattito, pubblica amministrazione e imprese, si è cercato di dimostrare come l’approccio alla tutela ambientale, così com’è attualmente in essere, non riesca sempre a rispondere adeguatamente alle esigenze dei vari attori coinvolti. Centro della questione, infatti, risulta essere l’individuazione di un giusto punto di equilibrio tra gli interessi in gioco – cioè istanze produttive e istanze conservative, entrambe oggetto di tutela costituzionale – senza che nessuno di essi venga immotivatamente penalizzato; ed è proprio su questo punto che lo studio effettuato vuole stimolare un’attenta riflessione. In questo contesto assume notevole importanza il principio dello sviluppo sostenibile, volto a garantire un’equità intergenerazionale per lo sfruttamento delle risorse, che nel momento in cui trova applicazione nel nostro ordinamento comporta che, nella scelta comparativa di interessi pubblici e privati connotata da discrezionalità, gli interessi alla tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale debbano essere oggetto di prioritaria considerazione.
Partendo da queste considerazioni, inizialmente è stata analizzata la command and control regulation in quanto elemento cardine del sistema a tutela dell’ambiente e strumento amministrativo estremamente incisivo sull’attività imprenditoriale. Sono poi stati esaminati i procedimenti amministrativi a valenza ambientale ai quali viene riconosciuta maggiore rilevanza; quest’ultimi, infatti, risultano essere il «luogo» adatto in cui è possibile garantire un’adeguata conciliazione tra istanze produttive e istanze conservative. Nella parte conclusiva dell’elaborato, avendo preso atto della natura estremamente dinamica della «questione ambientale» e avendo, al contempo, sottolineato l’inadeguatezza del sistema a tutela dell’ambiente a causa della sua rigidità e staticità, sono state messe in luce le soluzioni predisposte dall'ordinamento volte a favorire un miglioramento del contesto imprenditoriale. Pertanto, sono state analizzate le novità in tema di semplificazione apportate dalla legge 7 agosto 2015, n. 124, la cd. riforma Madia. Successivamente, sono stati esaminati gli strumenti di tutela dell’ambiente attraverso il mercato in quanto in grado di implementare la c&c regulation e così sopperire, per quanto e come possibile, alle problematiche da essa presentate.
Attraverso un’analisi critica del rapporto che lega gli attori principali di questo dibattito, pubblica amministrazione e imprese, si è cercato di dimostrare come l’approccio alla tutela ambientale, così com’è attualmente in essere, non riesca sempre a rispondere adeguatamente alle esigenze dei vari attori coinvolti. Centro della questione, infatti, risulta essere l’individuazione di un giusto punto di equilibrio tra gli interessi in gioco – cioè istanze produttive e istanze conservative, entrambe oggetto di tutela costituzionale – senza che nessuno di essi venga immotivatamente penalizzato; ed è proprio su questo punto che lo studio effettuato vuole stimolare un’attenta riflessione. In questo contesto assume notevole importanza il principio dello sviluppo sostenibile, volto a garantire un’equità intergenerazionale per lo sfruttamento delle risorse, che nel momento in cui trova applicazione nel nostro ordinamento comporta che, nella scelta comparativa di interessi pubblici e privati connotata da discrezionalità, gli interessi alla tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale debbano essere oggetto di prioritaria considerazione.
Partendo da queste considerazioni, inizialmente è stata analizzata la command and control regulation in quanto elemento cardine del sistema a tutela dell’ambiente e strumento amministrativo estremamente incisivo sull’attività imprenditoriale. Sono poi stati esaminati i procedimenti amministrativi a valenza ambientale ai quali viene riconosciuta maggiore rilevanza; quest’ultimi, infatti, risultano essere il «luogo» adatto in cui è possibile garantire un’adeguata conciliazione tra istanze produttive e istanze conservative. Nella parte conclusiva dell’elaborato, avendo preso atto della natura estremamente dinamica della «questione ambientale» e avendo, al contempo, sottolineato l’inadeguatezza del sistema a tutela dell’ambiente a causa della sua rigidità e staticità, sono state messe in luce le soluzioni predisposte dall'ordinamento volte a favorire un miglioramento del contesto imprenditoriale. Pertanto, sono state analizzate le novità in tema di semplificazione apportate dalla legge 7 agosto 2015, n. 124, la cd. riforma Madia. Successivamente, sono stati esaminati gli strumenti di tutela dell’ambiente attraverso il mercato in quanto in grado di implementare la c&c regulation e così sopperire, per quanto e come possibile, alle problematiche da essa presentate.
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