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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11112021-181506


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
VENTINI, MARIAGRAZIA
URN
etd-11112021-181506
Titolo
Le Sanzioni Internazionali: i casi di studio di Russia e Iran
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Calossi, Enrico
Parole chiave
  • sanzioni internazionali
  • Russia
  • Iran
Data inizio appello
29/11/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
29/11/2091
Riassunto
L’obiettivo di questa tesi è quello di verificare se le sanzioni internazionali siano efficaci e raggiungano l’obiettivo prefissato. Individuare e valutare gli impatti positivi e negativi delle sanzioni finora è risultata un'impresa ostica a causa delle variabili macroeconomiche. Nella parte iniziale della tesi si esegue una distinzione tra sanzioni sociali non codificate e sanzioni giuridiche coercitive definendone il concetto. Si sintetizzano poi alcuni casi di sanzioni avvenuti nella storia come strumento alternativo e dissuasivo all’uso della forza. La Società delle Nazioni sanzionò sia l’Italia in relazione all’occupazione dell’Etiopia che il Giappone per la sua politica estera aggressiva nei confronti della Cina. Le sanzioni in entrambi i casi si dimostrarono inefficaci per bloccare le mire espansionistiche. Soprattutto in Italia furono sfruttate come campagna propagandistica e contribuirono a compattare il popolo a sostegno del governo. Analoga situazione si verificò nel 1962 quando gli Stati Uniti decretarono l’embargo contro il governo castrista con l’intenzione di rovesciarlo. In tempi più recenti, UE e USA, a causa degli eventi del 2014 accaduti in Crimea e Sebastopoli, in seguito alla violazione degli Accordi di Minsk ed in seguito alle modalità di relazione tra governo centrale e opposizioni (vedi caso Navalny), imposero nuove sanzioni alla Russia, la quale rispose con contro-sanzioni. Alcuni Paesi europei registrarono un crollo delle esportazioni in Russia tanto che i più colpiti iniziarono a dubitarne dell’efficacia e a discutere la possibilità di un allentamento delle sanzioni. Anche l’Iran fu oggetto di sanzioni sia da parte degli USA che dell’UE. La motivazione principale fu il non allineamento di Teheran alle posizioni occidentali in merito alla proliferazione di armi di distruzione di massa, anche se in realtà i membri dell’AIEA nei controlli effettuati non riscontrarono produzione di uranio arricchito. Inoltre, l’Iran, anche per il supporto a movimenti politici come Hezbollah e Hamas, ha suscitato la più vasta reazione di Arabia Saudita, Israele, Stati Uniti e Monarchie del Golfo, i quali hanno formato un vero e proprio fronte anti-iraniano. Le sanzioni extraterritoriali, considerate dall’Europa non conformi alle norme del diritto internazionale, rimanevano una materia controversa tra USA e UE. Per proteggere le imprese dagli effetti nefasti delle sanzioni statunitensi la Commissione imponeva lo “statuto di blocco” ma le aziende europee nel timore di incorrere in punizioni rinunciavano a commerciare con gli Stati sanzionati. Le sanzioni avevano avuto un ruolo essenziale per scoraggiare violazioni del diritto internazionale ma in pratica i paesi target non avevano modificato la loro condotta.
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