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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11112016-105410


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LA GROTTERIA, NICOLETTA
URN
etd-11112016-105410
Titolo
Biopotere, capitalismo cognitivo e mobilita sociale
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI
Relatori
relatore Prof. Tomei, Gabriele
Parole chiave
  • lagrotteria
  • nicoletta
Data inizio appello
28/11/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il percorso di analisi è iniziato dalla definizione e descrizione di ogni argomento trattato. Partendo dal concetto di biopotere, che é collegato al termine di “biopolitica”, (bios vita e polis città), usato per la prima volta dal filosofo e scrittore francese George Bataille agli inizi del novecento, e ripreso poi da Michel Foucault il quale definì la biopolitica come “il modo in cui si è cercato, dal XVIII secolo di razionalizzare i problemi posti dalla pratica governamentale dai fenomeni specifici di un insieme di esseri viventi costituiti in popolazione: salute, natalità, longevità, razze...”, ho proseguito il percorso passando a descrivere le trasformazioni del capitalismo, in quanto è proprio in questa epoca che la biopolitica e il biopotere si ramificano al massimo sino a creare una rete di poteri volti a controllare i processi biologici e gli andamenti demografici della popolazione.
Con l'avvento del capitalismo cognitivo, con il quale si fa riferimento alla nuova fase di accumulazione che si sta sostituendo a quella industriale-fordista a seguito della crisi del sistema e lo sviluppo delle nuove tecnologie, si assiste alla nascita di una nuova configurazione capitalistica che tende a individuare nella merce conoscenza” e nello “spazio” (geografico e virtuale) i cardini su cui fondare una nuova dinamica di capacità di accumulazione. Parallelamente a questi processi e precisamente con l'era dell'industrializzazione ampie masse di popolazioni rurali, lasciano il lavoro agricolo per trovare un impiego nell'industria, dando vita così al fenomeno della mobilità sociale inteso come quel movimento di persone che si sposta da una posizione all'altra nell'ambito di una qualsiasi suddivisione o stratificazione della società”. Questo meccanismo tuttavia non è libero ma bensì regolato da meccanismi sistematici che esprimono e producono disuguaglianza sociale in quanto posizioni sociali diverse offrono risorse materiali e simboliche diverse che si traducono a sua volta in differenti opportunità di vita e di accesso a beni e servizi essenziali.
Terminata la parte descrittiva, ho cercato di evidenziare il ruolo chiave che riveste il potere all'interno di ciascuno dei tre argomenti, illustrando situazioni all'interno delle quali si possono riscontrare alcune tesi esposte.
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