logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11102022-131835


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
PANELLI, ANNALISA
URN
etd-11102022-131835
Titolo
Analisi di genere sui limiti del diritto al velo nella dimensione europea
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Stradella, Elettra
Parole chiave
  • genere (gender)
  • velo (veil)
  • Europa (Europe)
  • donna (woman)
Data inizio appello
05/12/2022
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Attraverso questa tesi si intende affrontare ed analizzare la questione del controllo del corpo della donna islamica ed in particolare la dibattuta questione del “velo islamico” in Europa, l’approccio occidentale nei confronti di questo simbolo e le crescenti limitazioni al suo uso introdotte da numerosi Paesi europei. Sul corpo delle donne musulmane si combatte una battaglia ideologica e politica tra chi si contende il diritto di dire alle donne come vestirsi, pensare e vivere e nell’Europa odierna, dove le comunità musulmane rappresentano una minoranza crescente, il velo si configura come il simbolo per eccellenza dello scontro tra Oriente e Occidente. Le donne musulmane si trovano a dover affrontare molteplici difficoltà e sono soggette a forti discriminazioni raramente causate da un unico motivo, nella maggior parte dei casi si tratta infatti di una discriminazione multipla dovuta ad una pluralità di fattori quali il genere, la religione, l’etnia, la classe sociale. Nella tesi si procede quindi ad un dibattito teorico circa l'uso del velo, accompagnato da un'analisi del carattere polisemico di quest'indumento che si configura come strumento di comunicazione non verbale che può assumere vari significati e veicolari messaggi diversi a seconda di chi e di come lo si indossa. Si prosegue quindi con una ricostruzione storica circa l'uso del velo, dalle sue origini al ruolo centrale assunto dalla donna velata in epoca coloniale nella giustificazione del colonialismo, per poi passare ad esaminare il fenomeno della generale dismissione del velo che ha caratterizzato il '900 e quello della sua rinascita a partire dalla seconda metà degli anni '70. Si analizzano inoltre i principali provvedimenti in materia adottati dalla Francia e gli effetti prodotti nei confronti della donna islamica a seguito della loro introduzione. In particolare si fa riferimento e si analizza la legge anti-velo negli istituti scolastici, seguita dalla legge anti-burqa, sull'occultamento del volto nello spazio pubblico, oltre al più recente dibattito sull’uso del burkini. Si conclude con una disamina della giurisprudenza delle Corti europee, a partire dalle principali pronunce della Corte europea dei diritti dell'uomo sui divieti europei al velo, facendo riferimento anche alla normativa belga e a quella svizzera che hanno introdotto, sul modello francese, analoghe limitazioni al velo. Nella quasi totalità dei casi esaminati, la decisione della Corte ha finito per accogliere le ragioni degli Stati e quindi legittimare il divieto di sfoggiare questo simbolo religioso, mostrando una certa resistenza ad inglobare le identità multiple, abbracciando le complessità degli individui. Si esaminano infine le più importanti sentenze della Corte di Giustizia dell'Unione europea che affronta in particolare il tema del velo nei luoghi di lavoro privati a partire dal caso belga e da quello francese per poi passare al più recente caso tedesco. Si conclude interrogandosi sull'efficacia dell'approccio europeo volto a limitare l'uso del velo evidenziando come chi si batte per la liberazione della donna dal suo uso sembri perseguire lo stesso obiettivo di chi impone questo simbolo: sopprimere l'agency della donna per esaltare la propria, rinnegando la diversità e imponendo la propria visione della libertà e dei diritti umani. Per aprire la strada alla democrazia e all’emancipazione femminile, sembra invece preferibile un diverso approccio fondato sul riconoscimento e l'ascolto delle donne, in un dialogo privo di imposizioni.
File