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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11102021-230408


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CALVANI, GABRIELLA
URN
etd-11102021-230408
Titolo
Ecografia ad altissima frequenza delle ghiandole salivari minori nella Sindrome di Sjögren: esperienza monocentrica
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof.ssa Baldini, Chiara
Parole chiave
  • ecografia
  • Sjögren
  • UHFUS
Data inizio appello
01/12/2021
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
La sindrome di Sjögren è una malattia autoimmune sistemica caratterizzata dal coinvolgimento parenchimale delle ghiandole esocrine salivari e lacrimali da parte di un infiltrato cronico linfocitico. I sintomi riscontrabili nella maggior parte dei pazienti sono xerostomia e xeroftalmia (sindrome sicca) e possono essere accompagnati da altri sintomi di impegno ghiandolare (es. ricorrente tumefazione delle parotidi) e sistemico (fatigue e poliartralgia): in tre quarti dei pazienti con sindrome di Sjögren primaria è presente almeno una manifestazione extraghiandolare, in alcuni casi anche potenzialmente letale (linfoma).
Diagnosi La diagnosi di pSS è ottenuta dall’integrazione degli esami proposti dai criteri classificativi ACR/EULAR 2016, tra cui items da 3 punti (biopsia delle ghiandole salivari minori e presenza degli anticorpi anti-SSA) e items da 1 punto (flusso salivare non stimolato, test oculari del film lacrimale). Dal momento che la diagnosi si avvale ancora della biopsia, che rimane una tecnica invasiva e non indenne da variabilità inter e intra-lettore, l’ecografia delle GS maggiori è stata proposta a livello internazionale come tecnica sensibile e specifica per la diagnosi di sindrome di Sjögren. Negli ultimi anni, l’ecografia ad altissima frequenza (UHFUS) è stata proposta come surrogato dell’istologia di strutture anatomiche superficiali, tra cui anche le ghiandole salivari minori.
Scopi Materiali e Metodi In questo studio di tipo cross-sectional effettuato su una coorte di 205 pazienti, si esplorano le potenzialità dell’UHFUS mediante l’utilizzo del dispositivo VEVO MD (VisualSonics, Toronto, Canada). Elaborando uno score analogo all’OMERACT scoring system utilizzato per SGUS, è stata valutata la distribuzione dei VEVO score nei pazienti affetti da pSS e nei controlli, l’associazione del VEVO score ai singoli items dei criteri ACR/EULAR 2016, ai parametri istologici complementari (numero di foci, presenza e numero di centri germinativi), l’accuratezza diagnostica di VEVO nella totalità dei pazienti e nei sottogruppi stratificati in base alla presenza o meno degli Ab anti-SSA, l’associazione con i patient reported outcomes, e i biomarkers di attivazione B linfocitaria.
Risultati La diagnosi di pSS è stata confermata in 117 su 205 pazienti. Le caratteristiche cliniche che si associano in modo statisticamente significativo alla pSS sono: Ab anti-Ro/SSA (Ro52 e Ro60; p-value<0,001), Ab anti-La/SSB (p-value<0,001), parametri istologici (FS, numero di foci, presenza e numero di centri germinativi; p-value<0,001) e test oculari del film lacrimale (p-value=0,014). All’UHFUS, la distribuzione degli score ecografici si associa alla pSS con un p-value<0,001.

Da questo studio emerge un’associazione statisticamente significativa tra UHFUS e
- Sierologia (Ab anti-SSA; p-value<0,001): per un VEVO score=0 nessun paziente è SSA positivo, pertanto, si può ipotizzare di evitare la biopsia in questi pazienti; per uno score=3 si ha una netta prevalenza di pazienti SSA positivi, pertanto, la biopsia potrebbe risultare un’indagine ridondante ai fini della diagnosi
- Istologia: numero di foci (p-value<0,001), focus score (p-value<0,001), presenza (p-value<0,05) e numero (p-value<0,001) di centri germinativi. In particolare, la presenza di centri germinativi nella biopsia, in letteratura, è considerata uno dei parametri istologici più significativi da valutare in relazione al rischio di linfoma nei pazienti con pSS.
- Numero di criteri ACR/EULAR 2016 collezionato da ciascun paziente (p-value<0,001): ad uno score=0 non corrisponde mai una diagnosi di pSS, mentre ad uno score=3 si associa sempre la diagnosi di pSS
- Biomarkers di attivazione B linfocitaria (aumento delle IgG; p-value=0,001) e tumefazione ghiandolare (p-value=0,036)
Per quanto riguarda l’accuratezza diagnostica di VEVO rispetto ai criteri ACR/EULAR 2016 e alla biopsia emerge che per un cut-off=1 la sensibilità e il VPN sono molto elevati (rispettivamente 98% e 88,2%; fino al 95,7% e 88,2% nei sieronegativi), mentre un cut-off=2 costituisce il miglior compromesso tra sensibilità (63%) e specificità (68%); il cut-off=2 nei sieropositivi si distingue per un elevato VPP (intorno all’80%), mentre nei sieronegativi per un elevato VPN (75% circa).
Conclusioni Da questo studio emergono la notevole sensibilità, specificità, VPP e VPN di VEVO e la sua forte associazione con l’istologia. Sebbene siano necessari ulteriori studi, tali caratteristiche potranno consentire l’impiego di questa tecnica in ambito diagnostico per ridurre il numero di falsi negativi e biopsie inutili, nel follow-up per intercettare precocemente un’evoluzione in linfoma e nella decisione del trattamento del paziente affetto da pSS.
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