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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11102021-203009


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
DERI, CHIARA
URN
etd-11102021-203009
Titolo
Ruolo prognostico della congestione polmonare ecografica in pazienti con scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta e preservata
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Ghiadoni, Lorenzo
correlatore Dott.ssa Gargani, Luna
Parole chiave
  • scompenso cardiaco
  • ecografia polmonare
  • congestione polmonare
Data inizio appello
01/12/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
01/12/2091
Riassunto
Lo scompenso cardiaco è una sindrome clinica, cronica e progressiva, soggetta a riacutizzazioni. Rappresenta la prima causa di ospedalizzazione sopra i 65 anni di età e, nonostante durante il decorso ospedaliero si assista normalmente ad un significativo miglioramento dei segni e sintomi, la prognosi dei pazienti dopo la dimissione rimane insoddisfacente a causa di frequenti ricadute e dell’elevato tasso di mortalità.
Evidenze suggeriscono che il peggioramento o la comparsa di congestione rappresentino il principale meccanismo fisiopatologico delle ospedalizzazioni per scompenso cardiaco acuto e che in molti pazienti, alla dimissione, si abbia persistenza di congestione polmonare subclinica.
L’ecografia polmonare consente una valutazione indiretta ma accurata della presenza di acqua polmonare extra-vascolare, tramite la visualizzazione delle linee B.

Scopo dello studio. Questo studio multicentrico osservazionale intende valutare il valore prognostico delle linee B alla dimissione e delle loro variazioni durante il ricovero (tasso di decongestione), nel predire il rischio di ri-ospedalizzazione e la morte cardiovascolare in pazienti affetti da scompenso cardiaco a frazione di eiezione ridotta e preservata.

Materiali e metodi. Sono stati reclutati 188 pazienti ospedalizzati per scompenso cardiaco acuto, indipendentemente dalla frazione di eiezione (età media 76  11 anni, 62% HFrEF, 38% HFpEF). In questo campione sono state valutate le linee B tramite ecografia polmonare eseguita all’ammissione ed alla dimissione, dopo la quale i pazienti sono stati seguiti per 180 giorni.

Risultati. Il trattamento dei pazienti con scompenso acuto ha determinato una riduzione significativa del numero di linee B durante il ricovero, passando da una mediana di 38 (IQR: 19-58) ad una mediana di 15 (IQR 5-37), p<0.001, in accordo con i valori di NT-proBNP. Dopo un follow-up di 180 giorni, l’endpoint composito, definito come nuova ospedalizzazione per scompenso cardiaco acuto o morte per cause cardiovascolari, si è verificato in 32 pazienti (17%). L’analisi Receiver Operating Characteristic (ROC) ha identificato nel valore di 28 linee B alla dimissione il cut-off più accurato per discriminare i pazienti a rischio di eventi avversi (AUC=0.76, p<0.001). Inoltre, all’analisi multivariata, le linee B alla dimissione si sono rivelate l’unico parametro in grado di predire in modo indipendente, in particolare dal valore di NT-proBNP, il verificarsi dell’endpoint composito nei 180 giorni successivi alla dimissione, sia nei pazienti con scompenso a frazione di eiezione ridotta, sia in quelli con scompenso a frazione di eiezione preservata.

Conclusioni. La presenza di congestione subclinica residua, indagabile con l’ecografia polmonare alla dimissione, predice il verificarsi di eventi avversi nell’intero spettro dei pazienti con scompenso cardiaco acuto, indipendentemente dai parametri bioumorali ed ecografici impiegati di routine. Il tasso di decongestione, definito come rapporto tra la riduzione di linee B durante il ricovero e la sua durata, non apporta benefici alla stratificazione prognostica.
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