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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11102004-120832


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
Paperini, Matteo
URN
etd-11102004-120832
Titolo
Rilevamento geologico e analisi strutturale delle unità tettoniche alpine nella bassa Valle del Golo (Corsica Settentrionale).
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE GEOLOGICHE
Relatori
relatore Prof. Marroni, Michele
Parole chiave
  • scisti blu
  • Schistes Lustrès
  • eclogiti
  • deformazioni
  • Corsica Alpina
  • tettonica
Data inizio appello
26/11/2004
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nel Mediterraneo Occidentale la Corsica rappresenta un blocco di litosfera continentale limitato da due bacini di retroarco oceanici (il bacino Ligure-Provenzale e il Mar Tirreno) circondati da catene orogeniche collisionali. Questa particolare posizione è il risultato della complessa evoluzione geodinamica alpina, di cui la Corsica ha subito sia le fasi compressionali (Cretaceo sup.-Oligocene), connesse alla subduzione dell’antico bacino Ligure-Piemontese ed alla successiva collisione continentale fra Adria e Europa, sia le fasi estensionali (Oligocene-Miocene), connesse al collasso del cuneo orogenico alpino ed all’apertura dei bacini di retroarco Ligure-Provenzale e Tirreno.
La sequenza di eventi geodinamici che hanno interessato questa isola è registrata nel suo assetto geologico attuale. La Corsica è divisa in due domini distinti, profondamente diversi sia nelle caratteristiche geologiche che quelle geomorfologiche. Il settore nord-orientale (Corsica Alpina), pari a circa 1/3 dell’isola, consiste in una complessa pila di falde alpine prevalentemente oceaniche in cui sono interposte delle scaglie tettoniche di origine continentale. Il settore occidentale (Corsica Ercinica), è costituito da un basamento composito, che include delle vulcaniti permiane associate ad un grande batolite granitoide (Carbonifero-Permiano) intruso in rocce paleozoiche e precambriane. Lungo il limite orientale della Corsica Ercinica, i resti di una copertura sedimentaria prevalentemente silicoclastica, di età Mesozoico-Eocene superiore, sono situati in discordanza stratigrafica su questo basamento. Un lineamento tettonico NNW-SSE lungo circa 100 km separa la Corsica Alpina da quella Ercinica. Questo lineamento, coincidente con una depressione morfologica, rappresenta il fronte del thrust principale che sovrappone la pila di falde alpine al basamento composito (o alla relativa copertura sedimentaria) dell’avampaese ercinico.
Dall’alto al basso le unità maggiori della Corsica Alpina sono: la falda della Balagne e del Nebbio, la falda degli Schistes Lustrés, il Massiccio Cristallino del Tenda e le scaglie di Corte. Delle unità parautoctone sono situate fra la falda degli Schistes Lustrés, sovrastante, e il margine orientale delle Corsica Ercinica. Queste unità, rappresentative del paleomargine continentale europeo sono, dall’alto al basso: a) la falda di Santa Lucia di Mercurio, b) l’unità Caporalino-Pedani. Le falde della Balagne e del Nebbio, caratterizzate da un metamorfismo di grado molto basso, sono costituite da ofioliti giurassiche e dalle relative coperture sedimentarie oceaniche. La falda della Balagne, posta ad ovest del Tenda, è sovrapposta al basamento e alla copertura sedimentaria (Eocene) della Corsica Ercinica. La falda del Nebbio, ad Est del Tenda, è situata sopra la Falda degli Schistes Lustrés. Questa ultima corrisponde ad una pila di unità, costituite da ofioliti giurassiche, con le relative coperture, e da scaglie minori di gneiss continentali. È caratterizza da un’impronta metamorfica di AP/BT in facies scisti blu o, in alcune unità, eclogitica. Il Massiccio Cristallino del Tenda e le scaglie di Corte rappresentano dei frammenti del basamento continentale europeo e della relativa copertura mesozoica, metamorfizzati durante l’orogenesi alpina in condizioni di facies scisti blu.
In questa tesi sono state studiate le unità della falda degli Schistes Lustrès situate nella bassa Valle del Golo. In questa area è stato eseguito un rilevamento geologico-strutturale di dettaglio che ha consentito di realizzare una carta geologica alla scala 1:10000 e di definire la litostratigrafia e l’organizzazione strutturale ettonica delle unità presenti. Da Ovest ad Est e dalla posizione strutturale superiore a quella inferiore sono presenti: a) un gruppo di unità superiori oceaniche (Massiccio di Serra Debbione, unità Ligure Inferiore, unità a trondhjemiti, unità Lento-Casaluna), composte da un basamento ofiolitico giurassico e dalle relative coperture metasedimentarie giurassico-cretacee, b) un gruppo di unità composite (unità Vallecalle-Pope, unità Campitello-Morosaglia, unità Cima di Tanoria, unità Morteda-Farinole-Volpajola) costituite da rocce continentali (ortogneiss e paragneiss) e oceaniche (ofioliti giurassiche e relative coperture), c) un’unità inferiore oceanica composta da una importante monoclinale di metabasalti ofiolitici (unità Mandriale-Lavasina). Le ofioliti, con le relative coperture metasedimentarie delle unità oceaniche, rappresentano i resti della litosfera dell’antico bacino oceanico Ligure-Piemontese. Le unità oceaniche superiori sono sovrapposte, verso Nord, alla terminazione periclinale del Massiccio Cristallino del Tenda e, verso Sud, alle unità non metamorfiche di Caporalino-Pedani e del Pineto (unità equivalente alla falda della Balagne). Questo gruppo di unità oceaniche è caratterizzato da un gradiente metamorfico crescente da Ovest ad Est. Delle associazioni mineralogiche in facies scisti blu sono presenti nelle unità più orientali. Le unità composite oceanichecontinentali sono considerate rappresentative di un dominio di transizione fra la crosta continentale e la litosfera oceanica Ligure-Piemontese. Queste unità sono caratterizzate da un impronta metamorfica in facies scisti blu a lawsonite, oppure (unità Morteda-Farinole-Volpajola, MFV) in facies eclogitica. Le condizioni Pmax.-T del picco metamorfico eclogitico sono pari a 2 GPa e 480°C. Una datazione radiometrica (Sm-Nd) fornisce per questo metamorfismo un’età di 83,8 ± 4,9 Ma (Lahondère e Guerrot, 1997). L’unità oceanica inferiore presenta un impronta in facies scisti blu.
L’analisi strutturale, (studio di campioni in sezione sottile, trattamento dei dati di orientazione degli elementi strutturali misurati (foliazioni, lineazioni, assi di pieghe, joints)) è stata condotta su tre unità tettoniche rappresentative: unità Lento-Casaluna, unità Campitello-Morosaglia, unità MFV. Sono state distinte quattro fasi deformative principali D1, D2, D3, D4. La fase D1 è caratterizzata dallo sviluppo di una foliazione S1 (osservabile come struttura relitta in sezione sottile) e da pieghe isoclinali F1 intrafoliari fortemente laminate. Nella stessa fase si sviluppa una lineazione di estensioneminerale L1. La foliazione principale Sp che caratterizza le litologie di tutte le unità corrisponde alla foliazione S2 che si sviluppa, trasponendo S1, nel corso della fase D2. Questa fase è anche responsabile della riorientazione di L1 in direzione parallela agli assi (≈ N10N30) di una seconda generazione di pieghe isoclinali F2. Nella fase D3 tutte le struttura precedenti sono deformate da pieghe asimmetriche F3. Nelle unità MFV e Campitello-Morosaglia le F3, coassiali con le F2, (≈ N10N20), vergono a Sud-Est. Nell’unità Lento-Morosaglia le direzioni assiali di F3 sono più disperse. La vergenza è comunque verso i quadranti orientali. La fase D4 è caratterizzata da pieghe F4 blande sub-coassiali a F2, con piani assiali sub-orizzontali. Le fasi deformative riconosciute possono essere inserite nel contesto geodinamico di subduzione-esumazione che ha caratterizzato l’evoluzione della catena alpina corsa. La fase D1 e il metamorfismo AP/BT si sono sviluppati nella litosfera oceanica Ligure-Piemontese e in una parte del margine continentale europeo durante il loro sottoscorrimento in una zona di subduzione (Cretaceo sup.-Eocene). La fase D2 testimonia le deformazioni acquisite dalle unità incorporate al prisma di accrezione e la loro evoluzione dai livelli strutturali inferiori a quelli superiori. Contemporaneamente si sviluppa un metamorfismo retrogrado in facies scisti blu o scisti verdi di basso grado. Le fasi D3 e D4 sono legate alla tettonica estensionale oligo-miocenica che ha condotto al denudamento delle falde alpine già strutturate.