Tesi etd-11092015-194518 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SILVESTRI, MATTEO
URN
etd-11092015-194518
Titolo
L'avvento del fascismo nei Quaderni del carcere
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Michelini, Luca
Parole chiave
- classi parassitarie
- comunista
- leader carismatico
- risorgimento
- sistema totalitario
- soluzione gramsciana
Data inizio appello
30/11/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il tema del fascismo all’interno della struttura dei Quaderni del carcere può sembrare, dopo una prima analisi, di secondo piano.
Considerarlo tale sarebbe però un grande errore in quanto in realtà il fascismo e tutto quello che porta con sé non è meno importante dei grandi temi filosofici e storici che l’intellettuale sardo tratta nella sua opera, ma è, al contrario, l’obiettivo ultimo, forse il più grande dell’intera opera.
Gramsci, anche solo per motivi anagrafici (morirà nelle prime ore del mattino del 27 aprile 1937), si trovava davanti ad una sconfitta della classe operaia e di tutto il movimento rivoluzionario (dopo la grande Rivoluzione bolscevica del 1917 che Gramsci saluterà con grande favore) e a quella che sembra un'incontrollabile ascesa dei movimenti totalitari e nazionalisti di cui il fascismo è espressione nel contesto italiano.
Una situazione che spinse il pensatore alla ricerca di una risposta “fur ewig” , per l’eternità, che spiegasse ed affrontasse la sconfitta della classe subalterna.
La domanda sul “come è stato possibile?” deve trovare una risposta per il presente, ma soprattutto deve diventare un monito per il futuro che verrà.
Per poter fare questo Gramsci analizza il passato, le sue categorie, i suoi fatti, la grande storia dei paesi del continente europeo e non solo.
In una lettera a Tania del 25 marzo 1929 enunciò tre nuclei di ricerca che sembrano andare proprio in quella direzione: “1˚: la storia italiana del secolo XIX, con speciale riguardo alla formazione e allo sviluppo dei gruppi intellettuali; 2˚: la teoria della storia e della storiografia; 3˚: l’Americanismo ed il fordismo” . Questo programma di massima venne ulteriormente elaborato ed arricchito da Gramsci all’apertura del 1˚ Quaderno del carcere iniziato a scrivere nel febbraio del 1929, dove ai tre argomenti citati nella lettera a Tania vengono aggiunti temi come le origini e lo svolgimento dell’Azione Cattolica in Italia e in Europa, la quistione della lingua italiana, ecc.
In realtà tutto questo impianto di ricerca, come prima accennato, serve al carcerato sardo per affrontare il tema a lui più caro, la ricerca ultima dei motivi di una sconfitta storica e della durata di regimi nazionalistici che, agli occhi di un Gramsci condannato alla pena penitenziaria, sembra essere molto ampia e aver reso impossibile nel breve termine la Rivoluzione socialista in Italia.
Inerente a questo tema è interessante anche solo riflettere, ad esempio, sulla grande differenza di vedute, dovute anche ad un’esistenza molto diversa, tra Gramsci e Togliatti, dopo il novembre 1926, quando le loro vite si dividono.
Gramsci affronta questo lungo arco temporale da detenuto e questo sarà determinante per la sua analisi. Egli si trova a valutare la sconfitta come un fatto epocale che tende, quindi, a scrivere una pagina lunga della storia contemporanea di quel tempo.
Palmiro Togliatti è, invece, nella condizione dell’esule e sviluppa dentro di sé la volontà di una rivincita storica ed a tratti anche “romantica” delle classi subalterne sul fascismo.
E’ utile sottolineare questo divario perché ci fa capire la grande differenza di situazione materiale e quindi di visione politica tra molti comunisti italiani esuli rispetto a quelli rimasti in patria.
“Partendo dalla distinzione metodica e non organica, tra struttura e sovrastruttura, Gramsci decostruisce il fascismo su almeno tre livelli: come ideologia, che pretende di eliminare il conflitto sociale attraverso l’ipostasi della nazione; come canone, ossia forma di dominio, per la gestione della compiuta trasformazione sociale e antropologica della società contadina-industriale di massa; come prodotto di un’intera fase storica aperta dalla crisi organica del capitalismo”.
Partendo da questa ricostruzione la tesi affronta la “fase storica che ha prodotto il fascismo”, nella quale vi sarà un’analisi della Rivoluzione Passiva, della fase storica nazionale, che ha portato al fascismo con un focus sul Risorgimento e sullo stesso fascismo, e la fase internazionale dove verranno analizzati la crisi organica e la Rivoluzione Passiva dell’Americanismo.
Nel secondo capitolo ci soffermeremo sullo studio della base sociale economica del fascismo, ovvero del corporativismo, e sulla base sociale che vede la Borghesia Rurale diventare il perno del regime.
La terza parte si concentrerà sulla figura di Benito Mussolini con lo studio della figura del leader carismatico e delle sue caratteristiche.
L'ultimo tassello di questo capitolo riguarda la soluzione ai totalitarismi che Grasmci individua nel moderno principe.
Considerarlo tale sarebbe però un grande errore in quanto in realtà il fascismo e tutto quello che porta con sé non è meno importante dei grandi temi filosofici e storici che l’intellettuale sardo tratta nella sua opera, ma è, al contrario, l’obiettivo ultimo, forse il più grande dell’intera opera.
Gramsci, anche solo per motivi anagrafici (morirà nelle prime ore del mattino del 27 aprile 1937), si trovava davanti ad una sconfitta della classe operaia e di tutto il movimento rivoluzionario (dopo la grande Rivoluzione bolscevica del 1917 che Gramsci saluterà con grande favore) e a quella che sembra un'incontrollabile ascesa dei movimenti totalitari e nazionalisti di cui il fascismo è espressione nel contesto italiano.
Una situazione che spinse il pensatore alla ricerca di una risposta “fur ewig” , per l’eternità, che spiegasse ed affrontasse la sconfitta della classe subalterna.
La domanda sul “come è stato possibile?” deve trovare una risposta per il presente, ma soprattutto deve diventare un monito per il futuro che verrà.
Per poter fare questo Gramsci analizza il passato, le sue categorie, i suoi fatti, la grande storia dei paesi del continente europeo e non solo.
In una lettera a Tania del 25 marzo 1929 enunciò tre nuclei di ricerca che sembrano andare proprio in quella direzione: “1˚: la storia italiana del secolo XIX, con speciale riguardo alla formazione e allo sviluppo dei gruppi intellettuali; 2˚: la teoria della storia e della storiografia; 3˚: l’Americanismo ed il fordismo” . Questo programma di massima venne ulteriormente elaborato ed arricchito da Gramsci all’apertura del 1˚ Quaderno del carcere iniziato a scrivere nel febbraio del 1929, dove ai tre argomenti citati nella lettera a Tania vengono aggiunti temi come le origini e lo svolgimento dell’Azione Cattolica in Italia e in Europa, la quistione della lingua italiana, ecc.
In realtà tutto questo impianto di ricerca, come prima accennato, serve al carcerato sardo per affrontare il tema a lui più caro, la ricerca ultima dei motivi di una sconfitta storica e della durata di regimi nazionalistici che, agli occhi di un Gramsci condannato alla pena penitenziaria, sembra essere molto ampia e aver reso impossibile nel breve termine la Rivoluzione socialista in Italia.
Inerente a questo tema è interessante anche solo riflettere, ad esempio, sulla grande differenza di vedute, dovute anche ad un’esistenza molto diversa, tra Gramsci e Togliatti, dopo il novembre 1926, quando le loro vite si dividono.
Gramsci affronta questo lungo arco temporale da detenuto e questo sarà determinante per la sua analisi. Egli si trova a valutare la sconfitta come un fatto epocale che tende, quindi, a scrivere una pagina lunga della storia contemporanea di quel tempo.
Palmiro Togliatti è, invece, nella condizione dell’esule e sviluppa dentro di sé la volontà di una rivincita storica ed a tratti anche “romantica” delle classi subalterne sul fascismo.
E’ utile sottolineare questo divario perché ci fa capire la grande differenza di situazione materiale e quindi di visione politica tra molti comunisti italiani esuli rispetto a quelli rimasti in patria.
“Partendo dalla distinzione metodica e non organica, tra struttura e sovrastruttura, Gramsci decostruisce il fascismo su almeno tre livelli: come ideologia, che pretende di eliminare il conflitto sociale attraverso l’ipostasi della nazione; come canone, ossia forma di dominio, per la gestione della compiuta trasformazione sociale e antropologica della società contadina-industriale di massa; come prodotto di un’intera fase storica aperta dalla crisi organica del capitalismo”.
Partendo da questa ricostruzione la tesi affronta la “fase storica che ha prodotto il fascismo”, nella quale vi sarà un’analisi della Rivoluzione Passiva, della fase storica nazionale, che ha portato al fascismo con un focus sul Risorgimento e sullo stesso fascismo, e la fase internazionale dove verranno analizzati la crisi organica e la Rivoluzione Passiva dell’Americanismo.
Nel secondo capitolo ci soffermeremo sullo studio della base sociale economica del fascismo, ovvero del corporativismo, e sulla base sociale che vede la Borghesia Rurale diventare il perno del regime.
La terza parte si concentrerà sulla figura di Benito Mussolini con lo studio della figura del leader carismatico e delle sue caratteristiche.
L'ultimo tassello di questo capitolo riguarda la soluzione ai totalitarismi che Grasmci individua nel moderno principe.
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