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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11092014-202046


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
MONTAGNANI, FRANCESCA
URN
etd-11092014-202046
Titolo
I Rapporti patrimoniali tra coniugi nel diritto internazionale privato.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Calamia, Antonio Marcello
Parole chiave
  • rapporti patrimoniali
  • legge 218/95
  • criteri di collegamento.
Data inizio appello
02/12/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto

Grazie alla Riforma internazionalprivatistica del sistema italiano del 1995, la disciplina dei rapporti patrimoniali tra coniugi ha riscontrato notevoli innovazioni.
Difatti, la materia in esame è stata oggetto di varie modifiche nel tempo dal 1865 sino ad oggi.
Essendo un tema particolarmente importante, è opportuno fare in modo che venga regolato in modo tale da soddisfare le necessità dei coniugi ed allo stesso tempo sia rispettoso dei principi costituzionali sanciti dal nostro ordinamento.
Per questo motivo è emersa l’esigenza, a livello europeo, di regolamentare la categoria dei rapporti patrimoniali tra coniugi, dando cosi avvio ad un processo di armonizzazione del settore in esame, attraverso la promulgazione di atti normativi progettati nei vari stati dell’Unione europea.
Il presente elaborato si prefigge lo scopo di fornire un quadro completo ed aggiornato della disciplina europea nell’alveo dei rapporti patrimoniali tra coniugi.
L’esposizione si svilupperà partendo dall’analisi della disciplina come modificata dal 1865 ad oggi. In un momento successivo, verranno analizzati i criteri di collegamento districati all’interno dell’articolo 30 della legge di Riforma n. 218/95.
La trattazione proseguirà con l’esposizione e l’applicazione pratica della sentenza n. 27 febbraio del 1997, con relativa argomentazione della sottile linea di demarcazione tra rapporti patrimoniali e obbligazioni alimentari.
Si terminerà soffermandoci sull’analisi della disciplina concernente i rapporti patrimoniali fuori dall’Italia ed, infine, sarà rappresentata
l’esposizione delle due recenti iniziative nell’ambito dell’Unione europea, le
quali si prefiggono l’obiettivo di armonizzare il settore trattato, mediante la promulgazione di atti normativi progettati a livello europeo.
Quanto detto scaturisce dall’esigenza di creare uno spazio strutturato sulla libertà, sicurezza, giustizia, nel quale la libera circolazione delle persone viene garantita nel rispetto dei diritti fondamentali e dei diversi ordinamenti giuridici.
Il punto di partenza del presente lavoro è stato rappresentato dalla necessità di analizzare i risultati raggiunti dall’Unione Europea nell’ambizioso progetto di creare un sistema internazionalprivatistico comune in materia familiare.
Come evidenziato nelle premesse introduttive, la creazione di uno spazio giudiziario unitario, nel quale la circolazione delle persone è favorita dal contesto di reciproca fiducia tra i vari ordinamenti giuridici, è un’attività tutt’altro che semplice.
A questo proposito, l’armonizzazione della disciplina dei rapporti patrimoniali tra coniugi, alla luce delle due recenti iniziative esposte nel capitolo ultimo del presente elaborato, potrebbe costituire un importante trait d’union tra la distinte normative di settore ed assicurare un adeguato livello di coordinamento.
In particolar modo, nei regimi matrimoniali, si è avuto modo di mettere in rilievo le difficoltà che i coniugi transfrontalieri sono costretti ad affrontare nell’eventualità di una controversia. Alla luce delle varie problematiche, la predisposizione di un diritto internazionale privato a livello europeo si rivela
di estrema utilità e va accolta con favore.
Gli orientamenti posti dalla Commissione nelle proposte di Regolamento sono in larga misura condivisibili e si pongono in linea di continuità con le tradizioni giuridiche della maggior parte degli Stati membri.
Sebbene si sottolinei che l’attuale testo della Proposta necessiti di alcuni correttivi in punto di formulazione, in virtù delle considerazioni esplicate, si giunge alla conclusione che il futuro strumento potrebbe fornire adeguate soluzioni alle problematiche.
A bene vedere, fissa e centra gli obbiettivi di facilitare la libera circolazione delle decisioni e di garantire certezza dei rapporti giuridici.
Nonostante ciò, dobbiamo sottolineare la carenza diretta dell’Unione in materia familiare. Ci riferiamo al fallimento della Proposta di creare un modello unitario di regime matrimoniale, che la Commissione aveva preso in considerazione nel Libro Verde del 2006.
All’impulso propositivo delle Istituzioni europee si è contrapposta l’esitazione manifestata dagli Stati membri. E’ proprio lo scetticismo dei governi nazionali verso la penetrazione di disposizioni dell’Unione il principale ostacolo per l’approvazione.
Come si è avuto modo di mettere in luce nel presente lavoro, le realtà familiari si caratterizzano, in primis, per la “non universalità”, con ciò intendo dire che non tutti i sistemi legislativi degli Stati membri si sono dotati di specifiche norme di settore e accade, molto spesso, che le soluzioni adottate dai vari ordinamenti siano tra loro eterogenee.
Pensare che, in un contesto così posto, si giunga ad ottenere il consenso unanime di ventisette Stati membri, appare una prospettiva piuttosto utopistica.
In conclusione, sebbene la Proposta della Commissione appaia apprezzabile negli intenti perseguiti, sul piano pratico la predisposizione di una disciplina internazionalprivatistica a livello europeo sarà di difficile attuazione.
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