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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11092013-153943


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TIERI, SILVIA
URN
etd-11092013-153943
Titolo
The Fighting Peacock, the Elephant, the Dragon: Burmese democratization process between India and China
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Prof. Vernassa, Maurizio
Parole chiave
  • Birmania
  • Burma
  • China
  • Cina
  • democratization
  • democratizzazione
  • India
  • military junta
  • Myanmar
  • Tatmadaw
Data inizio appello
02/12/2013
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
02/12/2053
Riassunto
Il tema della tesi in oggetto è il processo di democratizzazione in corso in Birmania/Myanmar con particolare riferimento alle influenze che India e Cina hanno avuto sullo stesso; lo scopo del lavoro è stabilire in che modo e in quale misura Pechino e Delhi abbiano contribuito al progresso o al rallentamento di tale processo, ostacolando o sostenendo il regime militare tutt’oggi al potere nel paese.
Il Myanmar, cerniera tra il subcontinente indiano, l’Indocina e l’Asia orientale, convive da sempre con un “complesso di accerchiamento” dovuto al suo peculiare posizionamento geografico, che lo vede “stretto” in mezzo ai tre storici giganti asiatici: l’India, la Tailandia e la Cina. In epoca moderna soprattutto la prima e l’ultima –oggi prime economie emergenti– hanno giocato un ruolo centrale nelle vicende birmane; ciò è avvenuto anche rispetto alla recente evoluzione politica del paese, dal 1962 retto da un regime militare costituitosi in seguito ad un colpo di stato.
Il Myanmar dunque è diventato uno dei “campi di battaglia” del confronto tra il “Dragone” cinese e l’ “Elefante” indiano.
Data la relativa impopolarità e l’estrema complessità della storia birmana e del panorama politico del paese, un’ampia introduzione a riguardo è risultata imprescindibile al fine di inquadrare compiutamente la questione. Il primo capitolo dunque, dopo aver provveduto ad una generale localizzazione del paese, espone due peculiarità birmane che sono estremamente importanti dal punto di vista politico: la varietà etnica e la forza del credo buddhista Theravada. La multietnicità, alla base di una lunga guerra civile ancora in corso, e il Buddhismo birmano sono infatti due elementi che hanno fortemente determinato lo sviluppo politico del paese e di conseguenza hanno pure giocato un ruolo –diretto o indiretto– nelle relazioni Myanmar-India e Myanmar-Cina.
Il secondo capitolo presenta una ricostruzione della recente storia politica del Myanmar, dal periodo immediatamente precedente l’indipendenza fino ai fatti recenti.
Il terzo capitolo apre l’argomentazione sul tema principale della tesi, cercando una risposta al seguente interrogativo: in che modo la Cina ha contribuito alla recente evoluzione politica del Myanmar? Il comune carattere autoritario dei due governi in questione suggerirebbe una semplice risposta: il regime comunista cinese ha sostenuto il regime militare birmano. Tale intuizione non è errata, ma estremamente approssimativa; la storia e gli avvenimenti recenti infatti dimostrano che il rapporto tra i due paesi è molto più complesso e che Pechino ha incontrato numerosi ostacoli nel tentativo di espandere la propria influenza sul Myanmar, a detrimento dell’effettività della stessa. Nuovi interrogativi dunque sorgono: in quale misura Pechino ha sostenuto il regime del Tatmadaw (l’esercito birmano) e per quali motivi? Quali sono i rapporti tra il Tatmadaw e il regime cinese e in che modo hanno influito sullo sviluppo delle relative politiche estere? L’influenza cinese sul processo di democratizzazione è stata determinante? Tale analisi suggerisce che il sostegno cinese ai generali birmani non è da dare per scontato nel futuro, e che esiste la possibilità che la Cina, per meglio perseguire i propri interessi in Myanmar, decida di rivedere la propria politica birmana.
Il quarto capitolo affronta la medesima domanda di fondo, questa volta rispetto all’India. Anche in questo caso, una prima risposta sarebbe quella suggerita dal background ideologico dei due paesi; India e Myanmar rappresentano infatti forme di stato estremamente diverse, fatto che porterebbe a sostenere che Delhi abbia plausibilmente cercato di ostacolare il perpetuarsi del regime militare e sostenuto uno sviluppo democratico. Anche in questo caso l’intuizione è corretta ma incompleta: per quanto l’India, a differenza della Cina, abbia esplicitamente condannato il regime militare e sostenuto il fronte democratico, tuttavia negli anni Novanta ha drasticamente cambiato l’indirizzo della propria politica birmana; Delhi ha di conseguenza cercato la collaborazione con lo stesso regime che aveva prima contribuito ad ostracizzare. Un’analisi più approfondita della postura indiana –sia nella fase pro-democratica, sia in quella attuale– ne rivela la complessiva inefficacia. Infine, il supporto indiano alla democratizzazione birmana, se inquadrato in una più ampia politica di sostegno alla democrazia promossa da Delhi nella regione, rivela che l’approccio indiano all’attività di supporto pro-democratico è estremamente “realista”, ossia non ispirato da un sincero interesse nella promozione democratica in sé ma da precisi interessi strategici che, se delusi o venuti a mancare, possono facilmente implicare un cambio di indirizzo.
Nelle conclusioni viene tracciata una complessiva valutazione dell’azione cinese e indiana sulla democratizzazione birmana e, in base a questa, viene tentata una previsione dei futuri sviluppi che il compimento o il fallimento di tale processo può avere nel quadro geopolitico della regione, e viceversa.

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The thesis deals with the democratization process taking place in Burma/Myanmar with particular reference to the influence which India and China have been exercising on it;
The aim of the work is to assess in which way and to what extent Beijing and Delhi have contributed to the progress or the delay of such a process, by impeding or backing the military government in power till date.
Myanmar –connection among the Indian subcontinent, Indochina and East Asia– has always suffered of an “encirclement complex” due to its peculiar geographical location, which “sandwiches” it between the three historical Asian giants: India, Thailand and China. In modern times, especially India and China – today’s major emerging economies– have played a fundamental role in Burmese affairs; this happened also with regard to the recent political evolution of the country, which has been governed by a military junta since 1962.
Thus, Myanmar became one of the main “battle-grounds” of the competition between the Chinese “Dragon” and the Indian “Elephant”.
Being Burmese history and political scenario relatively unknown and extremely complex, a broad introduction in this regard seemed necessary and inevitable, in order to offer a more comprehensive framework for the analysis. Thus, Chapter I, after providing a general location of the country, exposes two Burmese peculiarities which are extremely relevant from a political point of view: the national ethnic variety and the strong Buddhist belief of Theravada tradition. Multiethnicity –root of a long civil war still far from being over– and Burmese Buddhism are two elements which have strongly influenced the political development of the country and that, as a consequence, have also played a role –directly or indirectly– in the Indo-Burmese and Sino-Burmese relations.
Chapter II focuses on the reconstruction of recent political history of Myanmar, starting from the period just before the independence to latest events.
Chapter III opens the dissertation on the core topic, discussing the following question: how has China contributed to the recent political evolution of Myanmar? The communal authoritarian characterization of Myanmar and the People’s Republic of China government would suggest a simple answer: Chinese Communist regime gave support to Burmese military rule. Such an intuition would not be wrong, but extremely superficial; in fact history and actual events show that the relation between the two states has been much more complex and that Beijing has faced numerous obstacles while attempting to expand its influence over Myanmar; because of this, moreover, such an influence has not been as effective as Beijing wished it to be. Therefore, new questions need to be inquired: to which extent Beijing supported the Tatmadaw (the Burmese Army) and for which reasons? What is the relation between the Tatmadaw and the Chinese regime and how did it influence the development of the correspondent foreign policies? Was Chinese influence on the democratization process decisive?
The analysis suggests that the support China used to give to the Burmese generals is not to be taken for granted in the future, and that there is a certain possibility that Beijing may decide to revise its Burma policy in order to better pursue its goals in the country.
Chapter IV deals with the same primary queries raised in Chapter III, but with regard to India.
Also in this instance, the diverse ideological background characterizing the two states could suggest an immediate impression; India and Myanmar adopted forms of government which deeply differ from each other and this could easily bring to conclude that Delhi has plausibly attempted to impede the perpetuation of the military rule and to support a democratic development for Burma.
Anyways, in this case also, such an intuition reveals to be correct but incomplete: though India, different from China, have explicitly condemned the Burmese junta and backed the democratic front in first stance, however in the 1990s it has drastically changed the orientation of its Burma policy; Delhi has consequently sought a collaboration with the same undemocratic government it had contributed to ostracize earlier.
A deeper analysis of Indian position –with reference both to the democratic phase and to the actual one– demonstrates its overall inefficiency. In addition to this, India’s support to Burmese democratization, when framed within the wider pro-democracy activity practiced by Delhi in the region, shows that Indian approach to democracy promotion is extremely “realist”, i.e. not inspired by a sincere interest in the advancement of democracy per se, but by precise strategic interests that, if not fulfilled , can easily change its stance.
The Conclusions will formulate an overall evaluation about Chinese and Indian influence on Burmese democratization process; based on that, a forecast will be drawn, assessing how the eventual success/failure of such a process could affect the regional geopolitical balance, and vice versa.
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