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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11082011-231843


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
GIORDANO, STEFANIA
URN
etd-11082011-231843
Titolo
Lo stress testing quale strumento di risk management: focus sul rischio di liquidita
Dipartimento
ECONOMIA
Corso di studi
BANCA, BORSA E ASSICURAZIONI
Relatori
relatore Prof. Ferretti, Paola
Parole chiave
  • stress test
  • crisi finanziaria
  • Basilea 3
  • rischio di liquidità
  • prove di stress sul rischio di liquidità
Data inizio appello
05/12/2011
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/12/2051
Riassunto
La crisi finanziaria, che ha duramente colpito l’industria bancaria internazionale nel corso degli ultimi anni, ha evidenziato in modo chiaro alcuni punti deboli del sistema di vigilanza prudenziale centrato sui requisiti patrimoniali minimi ponderati per il rischio. Il sistema di Basilea 2 è stato fortemente criticato da numerosi osservatori, che lo considerano in parte responsabile della crisi economico-finanziaria originata dai mutui subprime statunitensi. Nonostante l’implementazione di Basilea 2 sia avvenuta nel 2008, a crisi già ampiamente sviluppata, è lo stesso Comitato di Basilea a riconoscerne alcuni punti deboli, che possono essere sintetizzati in quattro punti:qualità e livello del capitale, prociclicità, leverage e liquidità. Il presente lavoro di tesi mira ad effettuare un’analisi dei profili di debolezza, precedentemente elencati, con una particolare attenzione alla problematica attinente alla liquidità, per poi concentrarsi sulle importanti modifiche apportate al sistema dei requisiti patrimoniali e, più in generale, alle disposizioni di vigilanza prudenziale che confluiranno nella nuova regolamentazione, denominata Basilea 3.
Un focus specifico verrà dedicato alla tematica dello stress testing. Le prove di stress forniscono una valutazione dello status finanziario della banca, a fronte della manifestazione di eventi rischiosi severi ma plausibili, da cui potrebbe derivare una ripercussione negativa in termini di performance finanziaria e di volume di capitali. Quindi, si mira a stimare la sensibilità di un portafoglio a fronte di ampie variazioni di in un set di variabili finanziarie o fattori di rischio.
Gli stress test, in quanto simulazioni della capacità di resistenza in condizioni avverse, da tempo costituiscono uno degli strumenti a disposizione delle banche centrali e autorità di vigilanza nel perseguimento della stabilità dei singoli intermediari e, più in generale, dell’intero sistema. Infatti, proprio a seguito della crisi finanziaria, il tema dello stress test ha, di colpo, assunto una rilevanza e una risonanza senza precedenti, in quanto si è avvertita, più marcatamente, la necessità di integrare le valutazioni relative ad ogni profilo di rischio, con robuste prove di stress. Tale esigenza è apparsa ancora più rilevante in relazione al rischio di liquidità, alla luce delle sue peculiarità che rendono necessario un apprezzamento dei legami esistenti e delle potenziali aree di overlapping con altre tipologie di rischio, finanziarie e non. Si vedrà, infatti, che il rischio di liquidità si caratterizza per una bassa frequenza di accadimento e per un elevato impatto, elementi che suggeriscono una valutazione prevalentemente mirata alla stima dei suoi effetti nei momenti di tensione, piuttosto che in situazioni di ordinaria operatività.
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