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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11082010-123342


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
MARINARI, CHIARA
URN
etd-11082010-123342
Titolo
Il vulcanismo basco cretacico: dinamiche di risalita dei magmi in un ambiente di rifting iniziale
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE GEOLOGICHE
Relatori
relatore Prof. Armienti, Pietro
relatore Prof. Gimeno, Domingo
correlatore Dott.ssa Gasperini, Daniela
controrelatore Prof.ssa Macera, Patrizia
Parole chiave
  • vulcanismo basco cretacico
  • rifting iniziale
  • geochimica
  • termobarometria
  • Brasque Cretaceous volcanism
  • incipient rift
  • geochemistry
  • thermobarometry
Data inizio appello
10/12/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/12/2050
Riassunto
E’ stata studiata la profondità di cristallizzazione dei basalti alcalini della formazione di Errigoiti, un sistema vulcanico del Cretaceo (Albiano-Santoniano) situato nel dominio centrale del bacino Basco-Cantabrico, Spagna Settentrionale.
Le analisi degli elementi maggiori su roccia totale sono state effettuate con la fluorescenza a raggi X e gli elementi maggiori dei clinopirosseni sono stati determinati tramite microsonda elettronica presso il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Barcellona.
Poiché il clinopirosseno è una delle prime fasi ad apparire nel liquidus e vi permane a lungo, può essere considerato un tracciante della risalita del magma, pertanto è stato utilizzato il geotermobarometro di Putirka (Putirka, 2001; Armienti et al., 2010), che si basa sull’equilibrio clinopirosseno-liquido.
Le analisi chimiche delle rocce totali e dei clinopirosseni sono i dati di input per il calcolo della temperatura e della pressione.
Non sempre liquido e pirosseno sono in equilibrio, ma è possibile calcolare un eventuale liquido in equilibrio con un dato pirosseno, muovendosi sulle curve cotettiche cpx ± ol ± plg del sistema ternario Diopside – Forsterite – Anortite, aggiungendo o sottraendo quantità infinitesimali di MgO e CaO. Queste ultime sono prese a riferimento per il frazionamento di minerali come olivina, clinopirosseno e plagioclasio che fornisce un liquido finale in equilibrio con il clinopirosseno in analisi. Una volta stabilito l’equilibrio, è stata calcolata la pressione e la temperatura grazie alle equazioni di Putirka (2003), ricordando che l’errore standard stimato sulla pressione è di ±2Kbar e sulla temperatura è di 27,8 °C. Per queste operazione è stato utilizzato un codice di calcolo in Visual Basic nel quale sono state inserite le analisi dei clinopirosseni e delle rocce totali per calcolare sia i valori di temperatura sia i valori di pressione di cristallizzazione del clinopirosseno.
Dai risultati osserviamo che il clinopirosseno appare nel liquidus a profondità piuttosto elevate, intorno ai 30 km, quindi all’interno del mantello; la MOHO, infatti, si trova a circa 10 km di profondità. La risalita avviene in modalità differenti; in alcuni casi è continua, con bassi dP/dT, in altri casi il dP/dT si azzera, indicando lo stazionamento del magma.
Il percorso di risalita di questi basalti si sviluppa in un contesto geodinamico distensivo legato alla rotazione della placca Iberica rispetto a quella Europea con la conseguente apertura del Golfo di Biscaglia. La rotazione si imposta lungo una faglia trasforme laterale sinistra, la North Pyrenean Fault, accompagnata da altre faglie trascorrenti e faglie normali, che delimitano il bacino Basco-Cantabrico. Il carattere alcalino dei nostri prodotti, ben documentato sia dalla composizione dei clinopirosseni che dalla chimica degli elementi in traccia, si accorda con un vulcanismo associato ad una fase di rifting iniziale, nella quale non è ancora avvenuta la completa oceanizzazione.
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