Tesi etd-11082007-171017 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
TANI, UMBERTO
URN
etd-11082007-171017
Titolo
Ruolo della Risonanza Magnetica Funzionale nella diagnosi precoce di Malattia di Alzheimer: valutazione dell’attività cerebrale nello stato di riposo
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
Relatore Dott. Cosottini, Mirco
Parole chiave
- Nessuna parola chiave trovata
Data inizio appello
11/12/2007
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il Morbo di Alzheimer (MA) rappresenta la forma di demenza idiopatica di più frequente riscontro nella popolazione generale dopo la quinta decade rappresentando circa il 60% di tutti i casi di demenza. Come per altre patologie neurodegenerative idiopatiche la diagnosi di certezza è possibile solo attraverso l’esame istologico post-mortem, mentre nella pratica clinica la diagnosi è caratterizzata da livelli più o meno elevati di probabilità ed è supportata da scale per la valutazione della demenza e da test neuropsicologici che consentono una valutazione mirata delle singole sfere cognitive.
In questo scenario l’imaging strumentale, TC e RM, ha semplicemente il ruolo di escludere patologie organiche sottostanti. Nonostante il supporto dei test cognitivi la diagnosi di MA, soprattutto nelle fasi iniziali, rimane spesso incerta. D’altra parte una diagnosi precoce consente una maggiore efficacia sia delle terapie farmacologiche che psico-comportamentali. Questo ha incoraggiato la ricerca di nuovi marker di malattia.
Nel campo delle neuroimmagini sono state sviluppate tecniche morfometriche per la valutazione precoce dell’atrofia cerebrale da un lato, e tecniche di RM funzionale per individuare alterazioni iniziali della connettività di specifici circuiti neuronali dall’altro.
La maggior parte degli studi funzionali ha indagato alterazioni delle reti di memoria (Working-Memory Network) ma recentemente alcuni autori hanno focalizzato l’attenzione sulla cosiddetta Default-Mode-Network (DMN), una rete neuronale che si attiva in maniera specifica durante lo stato di riposo ed è modulata negativamente durante l’esecuzione di compiti cognitivi.
In questo lavoro di tesi viene illustrato un metodo automatico, basato su modelli statistici non-inferenziali, per quantificare la connettività funzionale della DMN. Questo metodo viene utilizzato per indagare l’attività cerebrale in condizioni di riposo in 12 pazienti con Malattia di Alzheimer in stadio precoce, 12 pazienti con Mild-Cognitive-Impairment e 17 controlli anziani.
Sulla base dei nostri risultati la connettività funzionale della DMN sembra essere significativamente ridotta in pazienti affetti da malattia di Alzheimer; inoltre sembra essere presente un valore soglia che discrimina i pazienti con malattia di Alzheimer CDR 1 sia dai controlli anziani che dai soggetti affetti da Mild-Cognitive-Impairment.
In conclusione la metodica proposta sembra essere interessante per la valutazione di pazienti che lamentano disturbi di memoria. Tuttavia sono necessari studi longitudinali per verificarne l’accuratezza rispetto ai tradizionali criteri clinici e per confermare la sua utilità nel processo diagnostico.
In questo scenario l’imaging strumentale, TC e RM, ha semplicemente il ruolo di escludere patologie organiche sottostanti. Nonostante il supporto dei test cognitivi la diagnosi di MA, soprattutto nelle fasi iniziali, rimane spesso incerta. D’altra parte una diagnosi precoce consente una maggiore efficacia sia delle terapie farmacologiche che psico-comportamentali. Questo ha incoraggiato la ricerca di nuovi marker di malattia.
Nel campo delle neuroimmagini sono state sviluppate tecniche morfometriche per la valutazione precoce dell’atrofia cerebrale da un lato, e tecniche di RM funzionale per individuare alterazioni iniziali della connettività di specifici circuiti neuronali dall’altro.
La maggior parte degli studi funzionali ha indagato alterazioni delle reti di memoria (Working-Memory Network) ma recentemente alcuni autori hanno focalizzato l’attenzione sulla cosiddetta Default-Mode-Network (DMN), una rete neuronale che si attiva in maniera specifica durante lo stato di riposo ed è modulata negativamente durante l’esecuzione di compiti cognitivi.
In questo lavoro di tesi viene illustrato un metodo automatico, basato su modelli statistici non-inferenziali, per quantificare la connettività funzionale della DMN. Questo metodo viene utilizzato per indagare l’attività cerebrale in condizioni di riposo in 12 pazienti con Malattia di Alzheimer in stadio precoce, 12 pazienti con Mild-Cognitive-Impairment e 17 controlli anziani.
Sulla base dei nostri risultati la connettività funzionale della DMN sembra essere significativamente ridotta in pazienti affetti da malattia di Alzheimer; inoltre sembra essere presente un valore soglia che discrimina i pazienti con malattia di Alzheimer CDR 1 sia dai controlli anziani che dai soggetti affetti da Mild-Cognitive-Impairment.
In conclusione la metodica proposta sembra essere interessante per la valutazione di pazienti che lamentano disturbi di memoria. Tuttavia sono necessari studi longitudinali per verificarne l’accuratezza rispetto ai tradizionali criteri clinici e per confermare la sua utilità nel processo diagnostico.
File
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