Tesi etd-11072022-125709 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
MANETTI, ALICE CHIARA
URN
etd-11072022-125709
Titolo
Uno studio sperimentale per la diagnosi differenziale tra impiccamento e sospensione di cadavere: FOXO3 e troponina I come nuovi marcatori immunoistochimici
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
MEDICINA LEGALE
Relatori
relatore Prof.ssa Turillazzi, Emanuela
correlatore Prof. Maiese, Aniello
correlatore Prof. Maiese, Aniello
Parole chiave
- Diagnosi differenziale
- Immunoistochimica
- Impiccamento
- Vitalità
Data inizio appello
22/11/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
22/11/2092
Riassunto
Lo studio della vitalità di una lesione è uno degli argomenti più interessanti e allo stesso tempo problematici in Patologia Forense [1]. La distinzione tra una lesione prodotta ante-mortem ed una prodotta post-mortem, valutazione di fondamentale importanza per la interpretazione della dinamica di morte e la risoluzione di casi giudiziari, viene generalmente effettuata sulla base di criteri istologici, che però spesso non si rivelano sufficientemente efficaci per permettere di porre una diagnosi differenziale basata su solide evidenze scientifiche. L’analisi istologica di vitalità si fonda fondamentalmente sulla ricerca di iniziali fenomeni infiammatori e di guarigione. Nel caso particolare del solco di compressione cutanea al collo, tipica lesione che contraddistingue le morti da impiccamento, tale incertezza in merito all’interpretazione del dato istologico è ulteriormente amplificata dal fatto che la protratta azione di compressione esercitata dal mezzo di sospensione determina alcune modificazioni istologicamente apprezzabili che, tuttavia, derivano esclusivamente da azione fisica meccanica e non da compartecipazione di fenomeni infiammatori (vitali), che dunque possono determinarsi anche nel caso di sospensione di cadavere. Appare, dunque, evidente che la distinzione tra impiccamento e sospensione di cadavere è tematica di estremo rilievo, soprattutto se si considera l’elevato numero di casi di impiccamento che ogni anno caratterizzano la casistica forense in tutto il mondo [5]. Ciononostante, al giorno d’oggi non esiste ancora una metodica standardizzata, validata e supportata da solide basi scientifiche, cui il patologo possa avvalersi per dimostrare una reazione di vitalità e conseguentemente determinare se una lesione sia stata provocata in vita o post-mortem. Nell’ambito della dimostrazione di vitalità di una lesione, un importante supporto giunge dalle metodiche immunoistochimiche volte a identificare le molecole coinvolte nella iniziale risposta cellulare all'insulto traumatico. L’attivazione di fenomeni infiammatori acuti/iperacuti in conseguenza dello stimolo lesivo è regolata dall’interazione di varie molecole e cellule, prevalentemente appartenenti al sistema immunitario, delineando così una sequenza temporale di interazioni molecolari. In linea teorica, quindi, risulta possibile valutare la vitalità di una lesione, ed eventualmente fornirne una datazione, sulla base della presenza, o meno, di specifiche molecole e cellule coinvolte in tale fase iniziale di risposta allo stimolo nocivo. Sulla scorta delle evidenze scientifiche raccolte sull’argomento e fin qui esposte, il presente lavoro si propone di studiare, mediante colorazioni immunoistochimiche, l’espressione e la localizzazione a livello tissutale di marker molecolari potenzialmente utili al fine della diagnosi differenziale tra impiccamento e sospensione di cadavere. Basandosi sul fatto che i tessuti cutaneo e muscolare, sottoposti ad una compressione in vita nel corso di impiccamento, subiscono un danno ischemico, abbiamo voluto indagare il profilo immunoistochimico di specifiche proteine.
A livello cutaneo, è stata studiata l’espressione di FOXO3, fattore di trascrizione coinvolto nella regolazione dell’apoptosi, mentre a livello muscolare è stato studiato l’effetto che il danno miocitario ha sulla quantità e sulla localizzazione (intra- od extra-cellulare) della fast skeletal muscle troponina I (fs TnI), enzima coinvolto nella regolazione della contrazione muscolare. Il presente studio si prefigge di valutare l’espressione e la localizzazione a livello tissutale di FOXO3 e fsTnI, avvalendosi di tecniche immunoistochimiche, su campioni prelevati a livello di cute e muscoli del collo sottoioidei, in corrispondenza dal solco di compressione cutanea, di soggetti certamente deceduti per impiccamento in modalità suicidaria, al fine della diagnosi differenziale tra impiccamento e sospensione di cadavere.
Lo scopo del lavoro, che fa parte di un più ampio filone di ricerca, è quello di valutare l’affidabilità di vari marcatori immunoistochimici, per determinare un panel di marker attendibili da utilizzare per confermare, o smentire, la diagnosi di impiccamento. È importante, infatti, in casi di pertinenza dell’Autorità Giudiziaria, affidarsi a criteri scientifici che forniscano una diagnosi di certezza.
Allo stato attuale, non esistono attualmente sufficienti conoscenze sulla sensibilità e specificità di molecole coinvolte nell’apoptosi e nei processi infiammatori della lesione da impiccamento per effettuare una certa diagnosi di vitalità. Pertanto, il presente lavoro porterebbe un utile, immediato e concreto sviluppo delle conoscenze pratiche ed applicative nell'ambito della patologia forense.
I risultati ottenuti dimostrano che la cute e gli strati muscolari in corrispondenza del solco da compressione cutanea da impiccamento presentano una deplezione rispettivamente di FOXO3 e fsTnI se paragonati a prelievi di tessuti indenni o lesionati post-mortem. In particolare, è stato possibile dimostrare che FOXO3 risulta depleto o completamente assente (13/13 casi, valore di intensità di colorazione di -2 e -3, valore medio – 2,81), mentre la fsTnI mostra un pattern di deplezione più vario con maggior frequenza di casi positivi (11/13 casi di deplezione, 2/13 casi di positività, valore di intensità di colore tra 0 e -3, valore medio – 1,68). È possibile, dunque, affermare che FOXO3 e fsTnI sono due validi marker immunoistochimici per la diagnosi differenziale di morte da impiccamento e sospensione di cadavere.
A livello cutaneo, è stata studiata l’espressione di FOXO3, fattore di trascrizione coinvolto nella regolazione dell’apoptosi, mentre a livello muscolare è stato studiato l’effetto che il danno miocitario ha sulla quantità e sulla localizzazione (intra- od extra-cellulare) della fast skeletal muscle troponina I (fs TnI), enzima coinvolto nella regolazione della contrazione muscolare. Il presente studio si prefigge di valutare l’espressione e la localizzazione a livello tissutale di FOXO3 e fsTnI, avvalendosi di tecniche immunoistochimiche, su campioni prelevati a livello di cute e muscoli del collo sottoioidei, in corrispondenza dal solco di compressione cutanea, di soggetti certamente deceduti per impiccamento in modalità suicidaria, al fine della diagnosi differenziale tra impiccamento e sospensione di cadavere.
Lo scopo del lavoro, che fa parte di un più ampio filone di ricerca, è quello di valutare l’affidabilità di vari marcatori immunoistochimici, per determinare un panel di marker attendibili da utilizzare per confermare, o smentire, la diagnosi di impiccamento. È importante, infatti, in casi di pertinenza dell’Autorità Giudiziaria, affidarsi a criteri scientifici che forniscano una diagnosi di certezza.
Allo stato attuale, non esistono attualmente sufficienti conoscenze sulla sensibilità e specificità di molecole coinvolte nell’apoptosi e nei processi infiammatori della lesione da impiccamento per effettuare una certa diagnosi di vitalità. Pertanto, il presente lavoro porterebbe un utile, immediato e concreto sviluppo delle conoscenze pratiche ed applicative nell'ambito della patologia forense.
I risultati ottenuti dimostrano che la cute e gli strati muscolari in corrispondenza del solco da compressione cutanea da impiccamento presentano una deplezione rispettivamente di FOXO3 e fsTnI se paragonati a prelievi di tessuti indenni o lesionati post-mortem. In particolare, è stato possibile dimostrare che FOXO3 risulta depleto o completamente assente (13/13 casi, valore di intensità di colorazione di -2 e -3, valore medio – 2,81), mentre la fsTnI mostra un pattern di deplezione più vario con maggior frequenza di casi positivi (11/13 casi di deplezione, 2/13 casi di positività, valore di intensità di colore tra 0 e -3, valore medio – 1,68). È possibile, dunque, affermare che FOXO3 e fsTnI sono due validi marker immunoistochimici per la diagnosi differenziale di morte da impiccamento e sospensione di cadavere.
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