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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11072017-165746


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PANU, MONICA
URN
etd-11072017-165746
Titolo
Studio geochimico di siti minerari dismessi nell'area del Fluminese (Sardegna sud-occidentale): valutazione dell'impatto ambientale
Dipartimento
SCIENZE DELLA TERRA
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE GEOLOGICHE
Relatori
relatore Prof. Petrini, Riccardo
correlatore Prof.ssa Cidu, Rosa
Parole chiave
  • matrice acquosa
  • ICP-MS
  • geochimica
  • Area del Fluminese
  • Sardegna
  • impatto ambientale
Data inizio appello
15/12/2017
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/12/2087
Riassunto
La Sardegna è una regione ricca di giacimenti minerari, distribuiti in tutto il territorio: per questo è sempre stata un centro di attrazione dei popoli provenienti da tutto il Mar Mediterraneo. In particolare l’area più importante per la concentrazione di mineralizzazioni è collocata nella Sardegna Sud-Occidentale, il Sulcis-Inglesiente-Guspinese; in questa zona le tracce dell’industria mineraria sono ben visibili ed hanno fortemente modificato l’ambiente. I siti oggetto di studio di questa tesi ricadono nella parte settentrionale del Sulcis-Inglesiente-Guspinese, nel Fluminese: si tratta delle miniere di Su Zurfuru, Santa Lucia, Gutturu Pala e S’Acqua bona, dominate da mineralizzazioni a solfuri. Il fine di questo lavoro è definire l’impatto ambientale generato dall’attività mineraria passata nelle aree considerate, valutando la qualità della matrice acquosa dal punto di vista geochimico e verificando le interazioni di essa con la matrice solida. Sono state quindi campionate, durante una singola campagna, le acque di drenaggio dalle gallerie minerarie, le acque di ruscellamento superficiale, precipitati solidi in sospensione e sul fondo. Le analisi sono state eseguite su otto campioni acquosi, sei campioni di precipitati solidi in sospensione e quattro campioni di precipitati solidi sul fondo.
Riguardo la matrice acquosa sono stati determinati i parametri fisico-chimici in situ, mentre in laboratorio i campioni sono stati opportunamente diluiti e filtrati per l’analisi tramite cromatografia a scambio ionico e ICP-OES, con cui sono stati determinati gli elementi maggiori, e tramite ICP-MS per definire gli elementi in traccia.
Una caratteristica comune dei campioni è il valore del pH circa neutro, grazie alla presenza di rocce carbonatiche che tamponano l’acidità generata dalla ossidazione di solfuri. Le acque sotterranee, interagendo con gli scarti di lavorazione, sono contraddistinte da concentrazioni elevate di SO₄, Zn, Mn, Cd, Ni disciolti in soluzione e, in molti casi, le concentrazioni limite definite dal Decreto Legislativo 152/06 vengono superate in modo evidente. I risultati analitici sono stati confrontati con i dati pregressi: questo ha consentito di evidenziare alcune interessanti variazioni.
I campioni di solidi sono stati trattati con modalità differenti: il particellato in sospensione è stato portato in soluzione con acido nitrico, mentre i sedimenti di fondo dei drenaggi e corsi d’acqua sono stati essiccati ed analizzati in via preliminare tramite pXRF, in seguito è stata effettuata una digestione acida seguendo il metodo EPA 3050B per poter effettuare l’analisi tramite ICP-MS. Mediante quest’ultimo sono state analizzate anche le acque supernatanti i sedimenti stessi. I risultati indicano elevate concentrazioni di elementi potenzialmente tossici nelle matrici solide e possibili processi di adsorbimento tra fase acquosa e sedimento. Questi processi determinano il destino dei contaminanti e ne controllano la dispersione nell’ecosistema.
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