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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-11062021-140854


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
SABIA, VITO
URN
etd-11062021-140854
Titolo
I poteri probatori del giudice dibattimentale tra tutela dell'accertamento pieno e rischi di inquisitorietà
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Marzaduri, Enrico
Parole chiave
  • corte costituzionale
  • cassazione
  • dottrina
  • imparzialità
  • giudice
  • parti
  • testimone
  • dibattimento
  • prove
  • accusatorio
  • inquisitorio
  • verità
  • contraddittorio
Data inizio appello
06/12/2021
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
L’entrata in vigore del Codice di procedura penale del 1988 rappresenta la volontà del legislatore italiano di definire il sistema in senso accusatorio abbandonando, dall'altro lato, l’ideologia inquisitoria caratterizzante il previgente impianto codicistico. L'intervento novellistico, che prende le mosse dai principi e valori sanciti in Costituzione, ripudia la figura di un giudice avido e solingo ricercatore della verità processuale, consacrando piuttosto il c.d. “principio dispositivo” in capo alle parti processuali: le prove sono ammesse a richiesta di parte e possono non essere ammesse dal giudice solo se contrarie alla legge o manifestamente superflue o irrilevanti. La portata di questo principio non deve tuttavia ritenersi assoluta; sebbene questa attività spetti prioritariamente ai contendenti, il legislatore ha previsto delle ipotesi al ricorrere delle quali anche il soggetto chiamato a ius dicere potrà esercitare poteri in materia probatoria. L’indagine di interesse verte allora intorno alle prerogative officio iudicis per comprenderne, stante il sapore inquisitorio che le caratterizza, la sottostante ratio, la portata operativa e la rispondenza ai canoni deontologici della funzione giurisdizionale.
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