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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11062018-131012


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
D'AMORE, DIANA
URN
etd-11062018-131012
Titolo
Autismo e nuove Tecnologie: uno studio di fattibilità sull'individuazione di potenziali <> nei Disturbi dello Spettro Autistico in bambini pre scolari
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Dott. Narzisi, Antonio
Parole chiave
  • autismo
  • diagnosi precoce
  • IoT
  • red flags
Data inizio appello
26/11/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
26/11/2088
Riassunto
Il termine autismo deriva dalla parola greca "autus" che significa se stesso. Inizialmente da esimi psichiatri e studiosi del campo, il disturbo veniva associato ad una perdita di contatto con la realtà da parte del bambino, ed una conseguente chiusura in un mondo interiore fatto di isolamento. Secondo gli studi dell'epoca tale patologia si instaurava fin dai primi anni di vita del bambino,il quale esperiva una realtà materna di distacco e chiusura. Per questo egli si rifugiava in sè stesso, avendo paura di un contatto fallimentare con l'esterno. Negli anni, grazie alle tante scoperte scientifiche e nuove tecniche di neuroimaging, si è arrivati a concludere che l'autismo ha diversi aspetti genetici e biologici che portano il bambino ad avere la patologia fin dalla nascita ,ma ad accorgersene solo molto più tardi, quando cioè, comincia ad esperire il mondo attraverso modalità più o meno deficitarie. Proprio per questo motivo si dà sempre più importanza ai primi segnali di chiusura del bambino, dando ampio spazio ad una diagnosi precoce. Oggi rispetto al passato, l'autismo non è più visto come una patologia unica, ma come una serie di deficit e disturbi che vanno sotto il nome di "disturbi dello spettro autistico". Nell'ultima edizione del manuale diagnostico dei disturbi mentali(DSM5), l'autismo appare avere 7 criteri principali. Troviamo deficit nella reciprocità socio-emotiva, deficit nella comunicazione non verbale,deficit nello sviluppare e mantenere relazioni sociali, inoltre, i sintomi devono essere presenti dall'infanzia e devono compromettere il funzionamento quotidiano. Negli ultimi anni si è tentato di sviluppare dei software in grado di aiutare i bambini con autismo nel loro percorso educativo e di sviluppo all'interno della società. Il focus sembra essere un intervento precoce e diretto allo sviluppo di abilità considerate fondamentali come; attenzione congiunta, imitazione, comunicazione, gioco simbolico, attenzione condivisa e regolazione di emozioni. Le tecnologie ICT sembrano fornire un valido aiuto in questi trattamenti. Nelle applicazioni ICT si distinguono: ambienti interattivi, virtuali, avatar, giochi e teleriabilitazione. Inoltre è stato visto che le piattaforme di robotica risultano essere di grande aiuto nel campo degli interventi dei bambini con autismo. Tuttavia molte di queste tecnologie appaiono ancora limitate nelle loro performance, e dal punto di vista pratico, limitando quindi il successo di alcuni studi. Tuttavia lavorando a stretto contatto con i pazienti con disturbo dello spettro autistico, si è arrivati allo sviluppo di tecnologie, algoritmi, interfacce, e sensori in grado di percepire le emozioni di esprimerle ed influenzare il comportamento. Oggi giorno sono disponibili sensori indossabili ed algoritmi di riconoscimento dello stato affettivo umano, appaiono però, necessari ancora molti miglioramenti per rendere maggiormente sfruttabili queste tecnologie. Nello studio preliminare condotto alla Stella Maris(Calambrone), l'obiettivo è stato quello di verificare e studiare l'uso di una piattaforma(Iot), nell'ambito della valutazione clinica e di individuare specifici pattern di movimento, che potessero dare indicazioni sull'orientamento e sulla forza del bambino applicata al giocattolo. Il supporto innovativo è stato il Motion Capture, attraverso cui i giocattoli sensorizzati vengono introdotti durante le fasi di terapia tra paziente e terapeuta e attraverso cui vengono registrati i movimenti del bambino. Nello studio il campione era formato da due bambini chiamati child1 e child2 per garantirne la privacy. Dopo una serie di sessioni di terapia si è osservato che: in child1 i movimenti nel gioco libero apparivano molto più veloci, e il suo interessamento nei confronti del giocattolo appariva alto per tutto il tempo messo a disposizione durante la terapia. In child2 invece i movimento erano molto più lenti, il bambino si avvicinava al giocattolo con maggior circospezione e alla fine il tempo speso nel giocarci era inferiore rispetto a child1. Anche con un campione limitato e con poco tempo a disposizione l'esperimento preliminare, ha sottolineato l'efficacia del metodo, nella raccolta e nell'elaborazione delle informazioni dettagliate sui movimenti dei bambini. La sensorizzazione dei giocattoli grazie all'ampia utilità nell'osservazione clinica, aprirà nuove prospettive nell'identificazione delle "red flags" nell'autismo già in una fase precoce del disturbo.
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