Tesi etd-11052023-194839 |
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Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (4 anni)
Autore
TOTARO, MICHELE
URN
etd-11052023-194839
Titolo
Sorveglianza delle infezioni da Clostridioides difficile nell'Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana: correlazione tra le caratteristiche cliniche, ambientali e farmacologiche.
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MICROBIOLOGIA E VIROLOGIA (non medici)
Relatori
relatore Prof.ssa Ghelardi, Emilia
Parole chiave
- antibiotici
- Clostridioides difficile
- contaminazione ambientale
- infezioni correlate all'assistenza
- sorveglianza ospedaliera
Data inizio appello
24/11/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/11/2093
Riassunto
Clostridioides difficile è il principale agente causale della diarrea infettiva associata al consumo di antibiotici e alle attività assistenziali. Quasi tutte le classi di antibiotici possono aumentare il rischio di infezione, come le cefalosporine di seconda/terza generazione, la clindamicina, i chinoloni e le penicilline. Diverse istituzioni raccomandano specifiche strategie per prevenire le infezioni da C.difficile (CDI) come parte dei programmi per gestire le infezioni correlate all’assistenza. Il presente studio ha come obiettivo una valutazione epidemiologica dell'incidenza di CDI in un ospedale terziario, associata al consumo di antibiotici e alla colonizzazione ambientale.
I dati relativi a CDI sono stati raccolti dal team di rischio infettivo dell'ospedale con le seguenti informazioni: dati personali del paziente, causa di ricovero, nonché riferimenti alla diagnosi di CDI. I dati sul consumo medio di antibiotici sono stati ottenuti dalla farmaceutica ospedaliera. I campionamenti microbiologici sulle superfici ambientali dei reparti coinvolti sono stati eseguiti dall'unità operativa di igiene.
Da Gennaio ad Agosto 2023, l'infezione o la colonizzazione da C.difficile è stata rilevata in 67 pazienti presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana. La diagnosi è stata effettuata mediante la ricerca delle tossine in campioni di feci tramite test antigenico (74%), test molecolare (21%) o entrambi i metodi (5%). I pazienti di sesso maschile (48%) avevano un'età media di 69 anni e una durata della degenza da 1 a 21 giorni. Le pazienti di sesso femminile (52%) avevano un'età media di 72 anni e una durata della degenza da 1 a 31 giorni. I reparti più coinvolti sono stati quelli di Medicina Generale (GM), Gastroenterologia (GA), Geriatria (GE), Unità di Terapia Intensiva (ICU) e Chirurgia Generale (GS).
I risultati microbiologici ambientali hanno mostrato una carica microbica totale superiore a 25 o 100 CFU/cm2 nel 37% delle superfici campionate dei reparti coinvolti. C.difficile è risultato negativo in tutti i campioni, analizzati mediante metodo colturale.
Nei reparti sopracitati, la differenza tra il consumo di antibiotici osservato e quello suggerito dalle attuali buone pratiche è stata: +53% in GM, +18% in GA, +38% in GE; -24% in ICU e -6% in GS.
I dati evidenziano l'importanza della sorveglianza ospedaliera per CDI in associazione al monitoraggio ambientale nei reparti più coinvolti. Nonostante l'assenza di contaminazione ambientale da C.difficile in GM, GA, GE, ICU e GS, osserviamo un consumo medio inappropriato di antibiotici in GM, GA e GE, dovuto a metronidazolo, fluorochinoloni e beta-lattamici. Gli ospedali dovrebbero elaborare programmi per ridurre l'uso inappropriato/eccessivo di antibiotici al fine di prevenire l’emergenza di CDI e altre infezioni ospedaliere, come recentemente suggerito dall'Agenzia Europea del Farmaco.
I dati relativi a CDI sono stati raccolti dal team di rischio infettivo dell'ospedale con le seguenti informazioni: dati personali del paziente, causa di ricovero, nonché riferimenti alla diagnosi di CDI. I dati sul consumo medio di antibiotici sono stati ottenuti dalla farmaceutica ospedaliera. I campionamenti microbiologici sulle superfici ambientali dei reparti coinvolti sono stati eseguiti dall'unità operativa di igiene.
Da Gennaio ad Agosto 2023, l'infezione o la colonizzazione da C.difficile è stata rilevata in 67 pazienti presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana. La diagnosi è stata effettuata mediante la ricerca delle tossine in campioni di feci tramite test antigenico (74%), test molecolare (21%) o entrambi i metodi (5%). I pazienti di sesso maschile (48%) avevano un'età media di 69 anni e una durata della degenza da 1 a 21 giorni. Le pazienti di sesso femminile (52%) avevano un'età media di 72 anni e una durata della degenza da 1 a 31 giorni. I reparti più coinvolti sono stati quelli di Medicina Generale (GM), Gastroenterologia (GA), Geriatria (GE), Unità di Terapia Intensiva (ICU) e Chirurgia Generale (GS).
I risultati microbiologici ambientali hanno mostrato una carica microbica totale superiore a 25 o 100 CFU/cm2 nel 37% delle superfici campionate dei reparti coinvolti. C.difficile è risultato negativo in tutti i campioni, analizzati mediante metodo colturale.
Nei reparti sopracitati, la differenza tra il consumo di antibiotici osservato e quello suggerito dalle attuali buone pratiche è stata: +53% in GM, +18% in GA, +38% in GE; -24% in ICU e -6% in GS.
I dati evidenziano l'importanza della sorveglianza ospedaliera per CDI in associazione al monitoraggio ambientale nei reparti più coinvolti. Nonostante l'assenza di contaminazione ambientale da C.difficile in GM, GA, GE, ICU e GS, osserviamo un consumo medio inappropriato di antibiotici in GM, GA e GE, dovuto a metronidazolo, fluorochinoloni e beta-lattamici. Gli ospedali dovrebbero elaborare programmi per ridurre l'uso inappropriato/eccessivo di antibiotici al fine di prevenire l’emergenza di CDI e altre infezioni ospedaliere, come recentemente suggerito dall'Agenzia Europea del Farmaco.
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