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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11052019-110334


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
GROSSI, ALICE
URN
etd-11052019-110334
Titolo
Gestione fisiatrica del paziente canino con discopatia toraco-lombare: confronto tra approccio conservativo e chirurgico
Dipartimento
SCIENZE VETERINARIE
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Prof. Vannozzi, Iacopo
Parole chiave
  • cane
  • danno spinale
  • discopathy
  • discopatia
  • dog
  • fisioterapia
  • neurochirurgia
  • neurosurgery
  • physhiotherapy
  • spinal cord injury
Data inizio appello
13/12/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Obbiettivo: l’obbiettivo dello studio è quello di valutare l’efficacia dell’intervento chirurgico nel trattamento delle discopatie toracolombari nel paziente canino, mettendo a confronto la prognosi di questi soggetti con quella di altrettanti pazienti gestiti esclusivamente mediante un approccio conservativo.
Animali: nel presente studio sono stati inclusi 100 cani di qualsiasi età e razza, affetti da discopatia toracolombare, che sono stati visitati in un periodo di tempo compreso tra maggio 2009 e ottobre 2019, presso la Clinica di Fisioterapia Veterinaria della Dott.ssa Micaela Mariani.
Materiali e metodi: dalla prima visita, in tutti i pazienti sono state valutate la gravità delle sintomatologia clinica, il tempo di insorgenza e se questi erano stati, o meno, sottoposti ad intervento chirurgico. Sulla base di quest’ultimo dato, sono stati individuati i due gruppi di pazienti e, successivamente, è stato valutato il decorso della patologia a seguito del trattamento fisioterapico.
Per determinare l’outcome dei nostri pazienti sono stati raccolti ulteriori dati: la capacità di deambulazione, il recupero delle GFO, i tempi di recupero, le eventuali recidive e le complicazioni occorse.
L’analisi statistica dei dati è stata condotta mediante Test del Chi Quadro e Test Esatto di Fisher (per frequenze <5).
Risultati: dai dati raccolti con il segnalamento, il Bassotto Tedesco risulta essere la razza maggiormente colpita (37%), l’età media di incidenza della discopatia pari a 6,74 aa e la prevalenza maggiore è stata osservata in individui di sesso maschile (56%).
Vi è differenza statisticamente significativa nell’outcome dei pazienti chirurgici e conservativi in termini di deambulazione (x2 = 4,114), recupero delle GFO (x2 = 5,829) e complicazioni occorse (p< 0,00001).
I pazienti sottoposti ad intervento chirurgico recuperano più velocemente di quelli sottoposti ad esclusivo intervento conservativo (p < 0,0049).
Inoltre, in entrambi i gruppi la gravità della lesione spinale influisce sul recupero neurologico del nostri pazienti (p = 0 e p < 0,00001).
Anche la precocità di intervento sia nell’intervento chirurgico (x2 = 5,270) che fisiatrico (x2 = 6,451) è determinanti ai fini di un recupero migliore e più veloce nei pazienti.
Non si è riscontrato alcuna differenza statisticamente significativa nell’incidenza di nuove recidive nei due gruppi (x2 = 0,00143).
Nonostante il bassotto resti la razza maggiormente colpita non vi sono differenze di outcome rispetto alle altre razze (x2 = 0,223), e l’età non incide sul recupero dei pazienti (x2 = 1,406), così come non vi è correlazione tra una maggiore possibilità di recidive e l’età in cui si verificano più frequentemente episodi di ernie discali (p = 1).
Conclusioni: a parità di lesione spinale, la chirurgia svolta nelle prime 24h dall’insorgenza dei sintomi risulta in una prognosi migliore per il paziente sia in termini di tempistiche che di recupero della deambulazione e del controllo autonomo degli sfinteri. Nonostante ciò, il solo intervento chirurgico non può prescindere dall’intervento fisiatrico in quanto parte integrante e fondamentale del protocollo riabilitativo del paziente neurologico.
Le complicazioni si verificano più frequentemente nei pazienti sottoposti al solo intervento riabilitativo, mentre la possibilità di recidive successive non è influenzato né dal tipo di approccio scelto, né dall’età di insorgenza della patologia.
Infine, la prognosi del paziente non è influenzata né dall’età di insorgenza del primo episodio di ernia discale né dalla razza.
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