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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11052015-091253


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
GIORDANO, MARIA CELESTE
URN
etd-11052015-091253
Titolo
WORK ABILITY E WORK-LIFE BALANCE: Differenze tra le professioni in relazione all'invecchiamento
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Prof. Puleggio, Antonio
Parole chiave
  • Capacità di lavoro
  • interfaccia casa-lavoro
  • stress lavoro correlato
Data inizio appello
27/11/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il costrutto della Work Ability, affrontato nell'elaborato, è definito concettualmente come “la misura in cui un lavoratore è capace di svolgere il proprio lavoro nel presente e nel prossimo futuro, rispetto alle richieste della propria mansione ed alle proprie risorse mentali e fisiche".
E’ possibile, invece, intendere le work-life balance come un sistema di azioni ed investimenti attuato dall’azienda al fine di favorire l’equilibrio tra le energie ( in termini di risorse psico-fisiche e tempo) dedicate alla vita professionale e le energie dedicate alla vita privata.
Entrambi questi fattori possono costituire importanti fonti di stress qualora l’individuo non percepisca una buona capacità di lavoro e non riesca a conciliare la vita personale con quella lavorativa.
Lo stress in ambito lavorativo costituisce uno dei filoni di indagine più consistenti ed articolati della psicologia della salute nei contesti di lavoro.
Obiettivo della tesi è quello di descrivere come la capacità di lavoro e la capacità di conciliazione tra vita privata e professionale incidano sul benessere/malessere psichico degli individui.
In particolare, l’obiettivo che si vuole verificare consiste nel rilevare eventuali modificazioni della capacità di lavoro di diverse categorie professionali in relazione all’età ed analizzare quali sono i fattori che incidono maggiormente tra capacità lavorativa e capacità di conciliazione tra vita privata e professionale. Gli strumenti utilizzati per la rilevazione sono: il Work Ability Index e il Work-Family Conflict Scale.
Il campione è costituito da 60 soggetti afferenti all’Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana, la partecipazione è stata su base volontaria per cui è stato possibile includere nello studio tre diverse categorie professionali: i biologi, gli ingegneri e gli infermieri.
Complessivamente emerge che una scarsa/moderata capacità di lavoro si rileva maggiormente tra coloro che hanno un’età compresa tra i 36 e i 45 anni e la categoria professionale maggiormente interessata è quella degli infermieri. Una capacità di lavoro buono/eccellente si riscontra negli individui di età compresa tra i 25 e i 35 anni con un calo di frequenze nella classe d’età successiva a dimostrazione del fatto che la correlazione tra età e abilità lavorativa diminuisce con l’avanzare dell’età in tutte e tre le categorie professionali indagate.
Il numero di patologie diagnosticate è associato a punteggi WAI(Work Ability Index) buono/eccellente, il 33.3% con un buon punteggio WAI ha riscontrato due o più patologie, il 35% meno di due patologie. Il 21.7%, invece, con uno scarso punteggio WAI ha riscontrato meno di due patologie. Questo dato non conferma quanto si evince dalla letteratura, secondo cui un numero di patologie maggiore o uguale a due potrebbe rappresentare un fattore determinante una bassa abilità lavorativa percepita.
Si ipotizza che quanto riportato in letteratura possa essere maggiormente riscontrabile per la categoria professionale degli infermieri considerato l’alto carico di lavoro fisico richiesto dalla professione come la movimentazione di carichi e che queste, a loro volta, generino bassa abilità lavorativa. Nel campione infermieristico studiato infatti è stata rilevata un’elevata prevalenza di patologie a carico dell’apparato muscolo-scheletrico.
Per i biologi e gli ingegneri, invece, non vi sono studi in letteratura rispetto alla loro capacità di lavoro e/o all’interfaccia casa-lavoro.
Dal presente lavoro si evidenzia, per entrambe le professioni, una buona capacità di lavoro; come per gli infermieri, nell’associazione tra età e abilità lavorativa viene confermato il calo della capacità di lavoro con l’avanzare dell’età.
A differenza degli infermieri che svolgono un lavoro caratterizzato dalla continua relazione con i pazienti e dalla movimentazione di carichi a volte pesanti, i biologi e gli ingegneri svolgono un’attività più statica, spesso davanti a videoterminali e macchinari specifici per la professione, lavorano meno a stretto contatto con l’utenza ma i biologi, ad esempio, hanno un rapporto continuo con le patologie, gli ingegneri svolgono una mansione molto tecnologa e di ricerca.
Sia i biologi che gli ingegneri evidenziano difficoltà dell’apparato muscolo-scheletrico, probabilmente legato ad una quotidianità lavorativa sedentaria, ed entrambi manifestano in percentuali maggiori livelli leggeri di ansia alternati a stati depressivi. Quest’ultimo aspetto potrebbe essere spiegato dall’incertezza del futuro lavorativo in quanto la maggior parte di questi due sottocampioni posseggono un contratto a tempo determinato.
In merito all'interfaccia casa-lavoro, per i biologi è possibile affermare che il lavoro assume un ruolo significativo nella vita degli individui con una leggera ripercussione nella vita personale e familiare che provoca un senso di stanchezza e irritabilità.
Per gli ingegneri si evidenziano delle ripercussioni maggiori sulla vita personale e familiare. Il dato più evidente è sottolineato dal fatto che il lavoro provoca stanchezza e irritabilità e che pur assumendo un ruolo significativo per gli individui, essi hanno difficoltà a portare avanti i propri progetti personali.
Nelle professioni infermieristiche, invece, il lavoro assume un ruolo significativo nella vita degli individui, con inevitabili ripercussioni sulla vita personale e familiare.


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