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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11042022-130103


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SFORZA, MATTEO
URN
etd-11042022-130103
Titolo
Interventi Mindfulness-based nei disturbi del sonno
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
PSICOLOGIA CLINICA E DELLA SALUTE
Relatori
relatore Dott. Conversano, Ciro
Parole chiave
  • mindfulness
  • sleep
  • mindfulness-based
  • sleep disorders
Data inizio appello
24/11/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
24/11/2092
Riassunto
Il sonno rappresenta una componente fondamentale universalmente conservata nelle specie viventi, tanto da occupare circa un terzo della vita degli esseri umani. La sua importanza emerge soprattutto indirettamente dal suo eventuale malfunzionamento, in quelle condizioni raggruppabili sotto la categoria dei disturbi del sonno. Secondo la quinta edizione del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, questo insieme di disturbi, oltre alle problematiche che comportano, presentano un’ulteriore criticità, rappresentata dalla grande comorbilità con altri tipi di disturbi psichiatrici, come depressione, disturbi d’ansia e disturbo da uso di sostanze, ma spesso risultano anche associati a disturbi endocrini, metabolici, disfunzioni corticali superiori e neurologiche. Tra i disturbi del sonno, l’insonnia ha mostrato la prevalenza più elevata: secondo le stime basate sulla popolazione generale, esso risulta essere presente in circa un terzo degli adulti. Inoltre, il dato allarmante indica che circa il 40-50% degli individui con insonnia presenta una comorbilità con un’altra condizione di disturbo mentale (APA, 2013; Morgan & Tsai, 2015; Krause et al., 2017; Pavlova & Latreille, 2019).
I trattamenti disponibili per i disturbi del sonno sono raggruppabili principalmente in due categorie, rappresentate da una parte dagli interventi psicologici e dall’altra dalla farmacologia. Il presente lavoro ha l’obiettivo di fornire una revisione dello stato attuale delle evidenze circa l’applicazione degli interventi basati sulla mindfulness nel contesto della categoria dei disturbi del sonno. L’elaborato esordisce nel primo capitolo con un’immersione nel mondo della mindfulness, passando dalle origini e dagli assunti di base, all’applicazione clinica e concludendo con una panoramica sui correlati neuroanatomici della stessa. Il secondo capitolo ha come argomento il fenomeno del sonno, del quale è prevista una descrizione basata sulla sua struttura e su alcuni dei suoi meccanismi, e i disturbi correlati ad esso, con un focus sul disturbo da insonnia. Il terzo capitolo, infine, unisce i due precedenti argomenti avvalendosi di una revisione della letteratura circa l’applicazione della mindfulness ai disturbi del sonno. La recente letteratura suggerisce che questo insieme di interventi, tra cui spicca il protocollo Mindfulness based therapy for insomnia (MBT-I), sono risultati efficaci nel contesto dei disturbi del sonno, in particolare su alcuni parametri come la qualità e l’efficienza del sonno, la sintomatologia del disturbo da insonnia e le comorbilità associate al disturbo del sonno, come i sintomi ansiosi e depressivi. Tuttavia, la ricerca necessita di uno spostamento dell’attenzione, focalizzata principalmente sul disturbo da insonnia, sugli altri disturbi del sonno, per i quali esistono poche prove riguardo all’efficacia di questa tipologia di interventi. Gli altri obiettivi da tenere in considerazione per le ricerche future riguardano il miglioramento dell’accessibilità degli interventi basati sulla mindfulness in questo contesto ed una migliore caratterizzazione dei meccanismi alla base degli effetti derivanti dall’applicazione di questi trattamenti, soprattutto per quanto riguarda gli indici del sonno (Shallcross et al., 2019; Peters et al., 2016).
Inoltre, sono necessari degli studi che confrontino gli interventi basati sulla mindfulness con la terapia cognitivo-comportamentale per l’insonnia (CBT-I), con l’obiettivo di approfondirne le differenze per permettere, ad esempio, una loro integrazione in un singolo intervento. Infine, ulteriori studi sul protocollo MBT-I devono essere avviati, dato l’esiguo numero di lavori in questo ambito, nonostante le evidenze emerse fino ad ora siano promettenti, indicanti questo programma come una valida alternativa terapeutica alla CBT-I.

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