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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-11042022-103807


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
VARELLI, MARTINA
URN
etd-11042022-103807
Titolo
POLITICA CRIMINALE E VIOLENZA DI GENERE: LUCI ED OMBRE
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Venafro, Emma
Parole chiave
  • gender-based violence
  • stalking
  • stalking - vulnerable victim
  • violenza di genere
  • Vittima vulnerabile
Data inizio appello
05/12/2022
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Analisi dell’evoluzione della politica criminale volta alla lotta contro la violenza di genere. Partendo dall’etimologia e dal concetto di vittima, vediamo il lento processo che ha portato dalla sua trascuranza alla sua sostanziale riscoperta.
Vediamo come intorno al 1800-1900 si registri, grazie agli apporti prima della Scuola Positiva e poi di quella Classica (soffermandoci sulle principali differenze tra le due), la vittima venga sottratta da quella condizione di sostanziale indifferenza, e inizi invece a trovare una sorta di riconoscimento. Riconoscimento che verrà poi consolidato più tardi, nel 1940 con la nascita del primo studio interamente dedicatole: la Vittimologia. La vittima inizia quindi concretamente ad acquisire una certa centralità grazie agli apporti dei tre padri fondatori di questa nuova scienza, Wertham, Henting e Mendelsohn, i quali proposero di iniziare a studiare il crimine non più e non solo dal punto di vista del reo, in una prospettiva unilaterale e statica, ma bensì con riferimento anche alla vittima, in una prospettiva dinamica e bilaterale.
Approccio, questo, che troverà il suo perfezionamento nella seconda fase della Vittimologia, della quale si farà portavoce E.A.Fattah e in cui si cercherà di individuare il grado di responsabilità della vittima nella genesi del reato oltre che di contemperare le esigenze di questa con quelle della persona responsabile nella dinamica criminale.
Della terza fase di questa lenta riscoperta si faranno portavoce i vari movimenti sociali di associazionismo delle vittime: associazioni insorte a cavallo tra gli anni 80 e 90 e promotrici di una politica volta ad ingenerare un’azione dal carattere propagandistico diretta alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica e delle autorità competenti in merito ai diritti e ai bisogni spesso disattesi delle vittime.
Il concetto e la tutela della vittima fa il suo ingresso nelle fonti sovranazionali: dapprima in quelle dell’Onu, poi del Consiglio d’Europa e infine in quelle dell’Unione Europa. Ciò rappresenterà un momento fondamentale destinato a influenzare pressoché tutti i legislatori nazionali.
Passiamo quindi ad analizzare nello specifico come i richiami sovranazionali abbiano rappresentato l’impulso della riforma vittimologicamente orientata nel sistema penale italiano. Impulso raccolto dapprima con al legge di ratifica della Convenzione di Lanzarote 172/2012: ne vediamo le principali modifiche prima sul piano processuale e poi su quello sostanziale. Poi, annesse tutte le perplessità legate alla scelta del mezzo normativo della ‘decretazione d’urgenza’ per trattare tematiche così delicate, il decreto 119/2013 e le sue novità essenziali.
Tra le tante, le modifiche del 2013 alla fattispecie di atti persecutori saranno il presupposto per soffermarci su questo fenomeno criminale particolarmente complesso di cui all’art.612-bis e che rappresenta ancora oggi una delle dinamiche criminali in cui la donna si vede più spesso coinvolta. Tratteremo quindi più da vicino lo stalking: quali cambiamenti sociali hanno portato alla sua emersione, quali e quante sono le fasi che scandiscono il suo perfezionarsi, chi sono i suoi autori di e chi le vittime e quali rapporti interpersonali legano solitamente questi soggetti (grazie agli apporti di Mullen e colleghi), qual è il bene tutelato, quando la condotta dell’agente possa dirsi persecutoria e quante sono numericamente le condotte che possano qualificare una condotta come tale, cosa sia il fondato timore e quando le abitudini di vita della vittima possano dirsi effettivamente modificate.
Si tratterà quindi non solo di analizzare il fenomeno criminale che è lo stalking, ma anche di prendere atto della complessità della sua natura poiché inevitabilmente condizionato dalla percezione di ogni singola vittima. Sarà l’elemento soggettivo, la sua personalità e la sua sensibilità a svolgere il ruolo fondamentale nella percezione delle condotte del molestatore. Condotte che paradossalmente potrebbero estrinsecarsi anche con atti leciti, del tutto innocui, ma che acquistano un disvalore solo a seguito della loro ripetizione e della ricezione degli stessi da parte, appunto, della vittima in questione.
Da ultimo vedremo le nuove strategie difensive del reato in esame: l’ammonimento del questore, l’allontanamento dalla casa famiglia e il divieto di avvicinarsi ai luoghi abitualmente frequentati dalla persona offesa.
Gli ultimi capitoli saranno dedicati ad una riflessione generale sulla inadeguatezza dell’approccio normativo vigente. L’insufficienza delle misure cautelari precedentemente analizzate comporterà l’emergere della necessità di introdurre un diverso approccio al fenomeno ancora attuale della violenza di genere. In particolare tra le strategie di gestione della violenza ‘alternative’ proponiamo il sistema SARA (volto alla valutazione del rischio di recidiva e di escalation della violenza). L’insufficienza di tutela lasciata dalla normativa 93/2013 comporterà invece la necessità di introdurre una riforma volta a concretizzare una volta per tutte la protezione delle donne. Esigenza che sarà raccolta dal Codice Rosso nel 2019, del quale proporremo una riflessione a volta anzitutto ad evidenziare i meriti che ha avuto colmando quei vuoti di protezione ed elevando così ad una tutela concreta la tutela meramente ‘astratta’ introdotta dalla normativa previgente. dai meriti, si tratterà anche di riflettere su cosa ancora effettivamente manchi da fare per potersi parlare di una tutela effettiva ed efficace contro il fenomeno inarrestabile della violenza di genere.
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