Tesi etd-11042016-163420 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ALCARAS, GIULIO
URN
etd-11042016-163420
Titolo
Il rischio di liquidità in banca: aspetti di vigilanza e implicazioni operative.
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
BANCA, FINANZA AZIENDALE E MERCATI FINANZIARI
Relatori
relatore Prof.ssa Ferretti, Paola
Parole chiave
- basilea 3
- liquidità
- liquidity coverage ratio
- net stable funding ratio
Data inizio appello
01/12/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
La liquidità è il motore dell’intermediazione. La pericolosa fattispecie rischiosa ad essa relativa ha portato i mercati, i regolatori e gli intermediari, a seguito della crisi finanziaria internazionale del 2007, a pianificare, fissare, applicare e rispettare, una serie di nuovi strumenti e vincoli volti alla sua prevenzione, gestione e mitigazione.
L’eccessiva fiducia nella liquidità disponibile nell’intero sistema finanziario ha di fatto contribuito inevitabilmente alla mancata considerazione del rischio di liquidità in termini di gestione,monitoraggio e controllo; tuttavia questa fattispecie rischiosa può manifestarsi in maniera particolarmente intensa in brevissimi tempi portando alla scomparsa della liquidità sul mercato dimostrando la totale inadeguatezza degli intermediari nel gestire lo scenario di emergenza.
Per questa ragione l’industria bancaria e i regulator hanno predisposto opportune tecniche di liquidity risk management e inevitabili riforme di vigilanza; l’intento è quello di rafforzare i presidi degli intermediari a fronte del rischio di liquidità, riducendo in tal modo anche le possibilità di contagio dell’intero sistema bancario.
L’elaborato descrive i nuovi aspetti di vigilanza e le imprescindibili implicazioni operative relative al rischio di liquidità negli intermediari bancari.
Nello specifico il primo capitolo sviluppa il tema del rischio di liquidità a partire e alla luce della recente crisi finanziaria internazionale del 2007. Questa esperienza storica ha fatto emergere la multidimensionalità e la trasversalità dell’endemico rischio di liquidità sino a quel momento ignorato, oltre che l’inefficacia dei framework regolamentari allora vigenti i quali si proponevano di gestire il rischio di liquidità per mezzo di dotazioni patrimoniali o incrementi di capitale. Dopo la presentazione di una rassegna letteraria relativa al rischio di liquidità, il capitolo descrive e analizza le principali evoluzioni degli strumenti regolamentari e gestionali qualitativi e quantitativi che hanno costituito la risposta effettiva al problema della gestione del rischio di liquidità da parte degli intermediari bancari.
Il secondo capitolo si concentra sulla risposta di vigilanza regolamentare innovativa proposta dal Comitato di Basilea in materia di rischio di liquidità.Sono infatti specificate la definizione, la ratio e la composizione dei due nuovi indicatori di liquidità quantitativi proposti da Basilea III inerenti a due orizzonti temporali diversi: il Liquidity coverage ratio (LCR) e il Net stable funding ratio (NSFR). Entrambi vogliono ricreare a favore delle banche gli opportuni incentivi per eliminare tutte le gravi distorsioni nei loro modelli di business, responsabili dei molteplici squilibri che hanno condotto alla crisi.
L’applicazione e il recepimento di Basilea III hanno suscitato non pochi dubbi e perplessità in merito all’effettiva capacità risolutiva della nuova regolamentazione rispetto alle problematiche emerse dalla crisi. Per questa ragione il terzo capitolo, dopo aver presentato due report dell’autorità bancaria europea relativi agli attuali livelli ed effetti della nuova regolamentazione in materia di liquidità, si concentra sulle implicazioni operative generate dai due nuovi indicatori di liquidità relativamente al passivo, all’attivo e alla redditività degli intermediari bancari coinvolti.
Infine nel quarto capitolo viene presentato un focus sulla situazione italiana. Dopo aver descritto le caratteristiche operative più significative del sistema bancario nostrano, vengono descritti gli andamenti e le tendenze dei dati più significativi relativi alla raccolta, ai prestiti e alle performance reddituali delle banche italiane, alla luce del condizionamento delle decisioni di politica economica della banca centrale europea.In questo modo a partire dalla lettura dei dati numerici è possibile riscontrare in che modo e in che misura gli intermediari bancari italiani stiano effettivamente modificando la loro attività di pianificazione e gestione alla luce della progressiva entrata in vigore dei due nuovi buffer di liquidità proposti da Basilea III.
L’eccessiva fiducia nella liquidità disponibile nell’intero sistema finanziario ha di fatto contribuito inevitabilmente alla mancata considerazione del rischio di liquidità in termini di gestione,monitoraggio e controllo; tuttavia questa fattispecie rischiosa può manifestarsi in maniera particolarmente intensa in brevissimi tempi portando alla scomparsa della liquidità sul mercato dimostrando la totale inadeguatezza degli intermediari nel gestire lo scenario di emergenza.
Per questa ragione l’industria bancaria e i regulator hanno predisposto opportune tecniche di liquidity risk management e inevitabili riforme di vigilanza; l’intento è quello di rafforzare i presidi degli intermediari a fronte del rischio di liquidità, riducendo in tal modo anche le possibilità di contagio dell’intero sistema bancario.
L’elaborato descrive i nuovi aspetti di vigilanza e le imprescindibili implicazioni operative relative al rischio di liquidità negli intermediari bancari.
Nello specifico il primo capitolo sviluppa il tema del rischio di liquidità a partire e alla luce della recente crisi finanziaria internazionale del 2007. Questa esperienza storica ha fatto emergere la multidimensionalità e la trasversalità dell’endemico rischio di liquidità sino a quel momento ignorato, oltre che l’inefficacia dei framework regolamentari allora vigenti i quali si proponevano di gestire il rischio di liquidità per mezzo di dotazioni patrimoniali o incrementi di capitale. Dopo la presentazione di una rassegna letteraria relativa al rischio di liquidità, il capitolo descrive e analizza le principali evoluzioni degli strumenti regolamentari e gestionali qualitativi e quantitativi che hanno costituito la risposta effettiva al problema della gestione del rischio di liquidità da parte degli intermediari bancari.
Il secondo capitolo si concentra sulla risposta di vigilanza regolamentare innovativa proposta dal Comitato di Basilea in materia di rischio di liquidità.Sono infatti specificate la definizione, la ratio e la composizione dei due nuovi indicatori di liquidità quantitativi proposti da Basilea III inerenti a due orizzonti temporali diversi: il Liquidity coverage ratio (LCR) e il Net stable funding ratio (NSFR). Entrambi vogliono ricreare a favore delle banche gli opportuni incentivi per eliminare tutte le gravi distorsioni nei loro modelli di business, responsabili dei molteplici squilibri che hanno condotto alla crisi.
L’applicazione e il recepimento di Basilea III hanno suscitato non pochi dubbi e perplessità in merito all’effettiva capacità risolutiva della nuova regolamentazione rispetto alle problematiche emerse dalla crisi. Per questa ragione il terzo capitolo, dopo aver presentato due report dell’autorità bancaria europea relativi agli attuali livelli ed effetti della nuova regolamentazione in materia di liquidità, si concentra sulle implicazioni operative generate dai due nuovi indicatori di liquidità relativamente al passivo, all’attivo e alla redditività degli intermediari bancari coinvolti.
Infine nel quarto capitolo viene presentato un focus sulla situazione italiana. Dopo aver descritto le caratteristiche operative più significative del sistema bancario nostrano, vengono descritti gli andamenti e le tendenze dei dati più significativi relativi alla raccolta, ai prestiti e alle performance reddituali delle banche italiane, alla luce del condizionamento delle decisioni di politica economica della banca centrale europea.In questo modo a partire dalla lettura dei dati numerici è possibile riscontrare in che modo e in che misura gli intermediari bancari italiani stiano effettivamente modificando la loro attività di pianificazione e gestione alla luce della progressiva entrata in vigore dei due nuovi buffer di liquidità proposti da Basilea III.
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