Tesi etd-11042010-111945 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
PELLEGRINI, ELENA
URN
etd-11042010-111945
Titolo
La valutazione dei marchi nei principi contabili internazionali IAS/IFRS.
Una ricerca empirica su società quotate in alcuni Paesi Europei.
Dipartimento
ECONOMIA
Corso di studi
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Relatori
relatore Prof. Allegrini, Marco
controrelatore Dott. Greco, Giulio
controrelatore Dott. Greco, Giulio
Parole chiave
- IAS/IFRS
- MARCHIO
- RICERCA EMPIRICA
Data inizio appello
25/11/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
25/11/2050
Riassunto
PRESENTAZIONE
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un crescente interesse sul tema degli intangible assets; nel contesto attuale in cui operano le aziende, risulta ormai evidente il ruolo centrale che tali risorse hanno assunto nella creazione del valore per l'impresa, divenendo così una delle variabili strategiche fondamentali per la sua affermazione sul mercato.
La percezione della centralità che gli intangibles hanno assunto quale fattore di successo strategico, anche per merito del forte impulso fornito dal contesto economico aziendale, ha fatto sorgere nell'impresa l'esigenza di conoscere il contributo apportato da tali risorse alla creazione del valore, nonché di dare spazio nell'informativa di bilancio alla rappresentazione e valutazione degli intangibles.
Si evidenzia inoltre che la cultura contabile ed il bilancio, quale strumento fondamentale della comunicazione economico-finanziaria, sono stati negli ultimi anni investiti da forti cambiamenti intercorsi nello scenario economico internazionale, in particolare ci riferiamo alla transizione ai principi contabili internazionali IAS/IFRS, che hanno prodotto per le aziende rilevanti impatti sul bilancio e conseguentemente hanno fatto emergere interessanti effetti sia dal punto di vista organizzativo che gestionale.
L'analisi condotta nella presente trattazione é rivolta allo studio dell'informativa contabile realizzata con riferimento alle risorse immateriali.
In particolare, abbiamo focalizzato l'attenzione sull'individuazione dei marchi iscritti in bilancio e sui metodi previsti dalla disciplina contabile nazionale ed internazionale per la valorizzazione degli stessi.
Per quanto concerne la struttura del lavoro, il primo capitolo è stato dedicato alla valutazione delle risorse intangibili secondo lo IAS 38; dopo aver delineato le caratteristiche di tale principio contabile, abbiamo evidenziato le implicazioni riscontrate dalle aziende a seguito del passaggio ai principi contabili internazionali ed illustrato le principali differenze emerse dalla comparazione tra normativa italiana ed internazionale.
Nel secondo capitolo siamo entrati nel merito della valutazione del marchio secondo lo IAS 38, effettuando un confronto con i principi contabili francesi, tedeschi e gli US GAAP.
E' stato quindi trattato l' aspetto del riconoscimento dei marchi come attività che comprende, ad esempio, problemi fondamentali quali la definizione di attività immateriale e dei principi di riconoscimento dei marchi (acquisiti o autogenerati), la rilevazione iniziale del brand, la successiva valutazione (ammortamenti, svalutazioni, rivalutazioni) e le richieste informative.
Abbiamo poi analizzato, nel terzo capitolo, la disciplina contabile nazionale italiana, focalizzandoci sul principio contabile OIC 24 e, per grandi linee, i metodi astrattamente utilizzabili per la valutazione del marchio nonché quelli concretamente invalsi nella prassi nazionale, cercando di effettuare un'analisi comparativa della loro efficacia.
Infine, nell'ultima parte dell'elaborato, abbiamo condotto un'analisi empirica sulla valutazione dei marchi di società quotate in alcuni Paesi Europei, esaminando un campione di 275 aziende della Gran Bretagna, Germania, Francia ed Italia.
Sono stati analizzati i bilanci di ciascuna di queste aziende individuando alcuni dati ritenuti rilevanti: l'incidenza degli intangibili sul totale attivo, l'iscrizione della voce “marchio” all'interno dello Stato patrimoniale, l'incidenza del marchio sul totale delle attività, sul totale dei beni intangibili e sul totale delle attività non correnti.
Successivamente per ogni Paese è stata condotta un’analisi di settore, allo scopo di ottenere informazioni più specifiche che mirino ad individuare in quali di questi si riscontra un maggior peso del marchio sul totale degli intangibles, quali sono i metodi di valutazione più frequentemente utilizzati, se il cost model o il revaluation model; come viene stimata la vita utile del brand, se definita o indefinita con conseguente utilizzo o del processo di ammortamento o dell’Impairment Test.
In generale, come vedremo, dall’analisi è emersa una scarsa “propensione” da parte delle aziende ad investire sul brand, in Inghilterra, ma in particolar modo in Germania, abbiamo registrato il più basso numero di marchi iscritti nello Stato Patrimoniale, a differenza, invece, di Italia e Francia che, essendo in gran parte caratterizzate da “marchi storici”, sembrano puntare di più sulla notorietà di tali risorse per il raggiungimento del vantaggio competitivo.
Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un crescente interesse sul tema degli intangible assets; nel contesto attuale in cui operano le aziende, risulta ormai evidente il ruolo centrale che tali risorse hanno assunto nella creazione del valore per l'impresa, divenendo così una delle variabili strategiche fondamentali per la sua affermazione sul mercato.
La percezione della centralità che gli intangibles hanno assunto quale fattore di successo strategico, anche per merito del forte impulso fornito dal contesto economico aziendale, ha fatto sorgere nell'impresa l'esigenza di conoscere il contributo apportato da tali risorse alla creazione del valore, nonché di dare spazio nell'informativa di bilancio alla rappresentazione e valutazione degli intangibles.
Si evidenzia inoltre che la cultura contabile ed il bilancio, quale strumento fondamentale della comunicazione economico-finanziaria, sono stati negli ultimi anni investiti da forti cambiamenti intercorsi nello scenario economico internazionale, in particolare ci riferiamo alla transizione ai principi contabili internazionali IAS/IFRS, che hanno prodotto per le aziende rilevanti impatti sul bilancio e conseguentemente hanno fatto emergere interessanti effetti sia dal punto di vista organizzativo che gestionale.
L'analisi condotta nella presente trattazione é rivolta allo studio dell'informativa contabile realizzata con riferimento alle risorse immateriali.
In particolare, abbiamo focalizzato l'attenzione sull'individuazione dei marchi iscritti in bilancio e sui metodi previsti dalla disciplina contabile nazionale ed internazionale per la valorizzazione degli stessi.
Per quanto concerne la struttura del lavoro, il primo capitolo è stato dedicato alla valutazione delle risorse intangibili secondo lo IAS 38; dopo aver delineato le caratteristiche di tale principio contabile, abbiamo evidenziato le implicazioni riscontrate dalle aziende a seguito del passaggio ai principi contabili internazionali ed illustrato le principali differenze emerse dalla comparazione tra normativa italiana ed internazionale.
Nel secondo capitolo siamo entrati nel merito della valutazione del marchio secondo lo IAS 38, effettuando un confronto con i principi contabili francesi, tedeschi e gli US GAAP.
E' stato quindi trattato l' aspetto del riconoscimento dei marchi come attività che comprende, ad esempio, problemi fondamentali quali la definizione di attività immateriale e dei principi di riconoscimento dei marchi (acquisiti o autogenerati), la rilevazione iniziale del brand, la successiva valutazione (ammortamenti, svalutazioni, rivalutazioni) e le richieste informative.
Abbiamo poi analizzato, nel terzo capitolo, la disciplina contabile nazionale italiana, focalizzandoci sul principio contabile OIC 24 e, per grandi linee, i metodi astrattamente utilizzabili per la valutazione del marchio nonché quelli concretamente invalsi nella prassi nazionale, cercando di effettuare un'analisi comparativa della loro efficacia.
Infine, nell'ultima parte dell'elaborato, abbiamo condotto un'analisi empirica sulla valutazione dei marchi di società quotate in alcuni Paesi Europei, esaminando un campione di 275 aziende della Gran Bretagna, Germania, Francia ed Italia.
Sono stati analizzati i bilanci di ciascuna di queste aziende individuando alcuni dati ritenuti rilevanti: l'incidenza degli intangibili sul totale attivo, l'iscrizione della voce “marchio” all'interno dello Stato patrimoniale, l'incidenza del marchio sul totale delle attività, sul totale dei beni intangibili e sul totale delle attività non correnti.
Successivamente per ogni Paese è stata condotta un’analisi di settore, allo scopo di ottenere informazioni più specifiche che mirino ad individuare in quali di questi si riscontra un maggior peso del marchio sul totale degli intangibles, quali sono i metodi di valutazione più frequentemente utilizzati, se il cost model o il revaluation model; come viene stimata la vita utile del brand, se definita o indefinita con conseguente utilizzo o del processo di ammortamento o dell’Impairment Test.
In generale, come vedremo, dall’analisi è emersa una scarsa “propensione” da parte delle aziende ad investire sul brand, in Inghilterra, ma in particolar modo in Germania, abbiamo registrato il più basso numero di marchi iscritti nello Stato Patrimoniale, a differenza, invece, di Italia e Francia che, essendo in gran parte caratterizzate da “marchi storici”, sembrano puntare di più sulla notorietà di tali risorse per il raggiungimento del vantaggio competitivo.
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